Quello che sta per cominciare sarà un anno di grandi novità infrastrutturali che riguarderanno la città di Messina. Se la tabella di marcia sarà rispettata, sono diversi i cantieri da nord a sud che vedranno la loro conclusione o l’avvio delle opere. Tra questi, certamente anche quello del ponte sullo Stretto, atteso ancora dal via libera del Cipess, slittato di qualche mese rispetto al timing di fine dicembre preannunciato dal vicepremier Salvini.
Procediamo per step andando ad analizzare alcune delle opere in programma per il territorio e che con l’inizio del nuovo anno sono chiamate a una accelerazione. Si comincia con la liberazione del waterfront, quel mare negato alla città del quale abbiamo a più riprese parlato sul Quotidiano di Sicilia.
Spazio anche per il completamento dei parcheggi destinati, nei piani dell’amministrazione Basile, a consentire una migliore mobilità soprattutto nelle zone centrali. E poi ancora la nuova linea tranviaria che ridisegnerà anche piazza Cairoli.
Senza dimenticare i lavori per il completamento dello svincolo autostradale di Giostra e le porzioni di territorio che saranno restituite a Messina: tra tutte, oltre la via Don Blasco, anche l’area da oltre 55 mila mq delle Ex Office Gazzi, ancora in gestione a RFI.
Il finanziamento di tutti questi progetti proviene in larga parte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in seguito integrato da risorse regionali e comunali. Risorse reperite però anche dai PO FESR 2014/2020.
Capitolo Mobilità
La riqualificazione della linea tranviaria sarà uno dei principali cantieri presenti in città. Si tratta di un progetto ambizioso che punta a migliorare non solo la funzionalità del sistema di trasporto pubblico, ma anche l’accessibilità e la sicurezza per tutti i cittadini. I lavori si protrarranno almeno per tutto il 2025 e si articoleranno in diverse fasi: una di queste prevederà lo stop alla tranvia per buona parte del prossimo anno.
La prima fase del progetto ha già preso il via con la sostituzione delle cabine elettriche. Il cuore del progetto di riqualificazione della tranvia è costituito dagli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza dell’intera linea. Grazie a un finanziamento ministeriale di 25 milioni di euro, ATM potrà migliorare l’efficienza del servizio, garantendo tempi di percorrenza più rapidi e una maggiore affidabilità del sistema.
Un altro aspetto fondamentale dei lavori riguarda il rifacimento delle fermate del tram e dei capolinea. Questi interventi includono non solo un restyling estetico, ma anche la rimozione delle barriere architettoniche. L’obiettivo è quello di rendere il servizio tranviario accessibile a tutti, in particolare alle persone con disabilità o con mobilità ridotta.
La riqualificazione della tranvia rappresenta molto più di un semplice intervento infrastrutturale e si ricollega con il nuovo PUMS, approvato non senza polemiche proprio in Comune. Al centro del nuovo Piano Urbano per la Mobilità sostenibile ci sono i parcheggi di interscambio: dei 14 previsti, tre non sono ancora stati completati; due ancora devono invece essere avviati.
Un piano in questo caso tra luci e ombre: in considerazione dello scarsissimo afflusso dei nuovi parcheggi dislocati in aree poco trafficate, ATM ha già fatto sapere che ne renderà gratuita la fruibilità anche in futuro. Fin qui, non un grande investimento.
Sempre connesso con il tema della mobilità, spazio all’ampliamento delle piste ciclabili lungo la costa e nei quartieri centrali. Da terminare c’è ancora il progetto “Sistema integrato di mobilità dolce Ganzirri-Torre Faro”, gestito dal Comune di Messina e affidato anche in questo caso all’architetto Giovanni Lazzari. Si tratta della creazione di una pista ciclopedonale che si estende verso la zona nord della città, a margine con la porzione dei terreni eventualmente espropriati per il ponte sullo Stretto.
Sistema idrico: Messina si rifà il look
Oltre 150 km di nuove tubazioni, ma non solo. La città dello Stretto, vittima della siccità nel corso dell’ultima estate come buona parte dell’Isola, interverrà con un progetto da oltre 20 milioni di euro per la sostituzione di tubazioni vetuste e che, entro l’estate 2026, dovrebbero ridurre le perdite sull’approvvigionamento idrico dall’attuale 50% al 35%.
La centralità dei progetti che saranno eseguiti da parte di Amam si rileva anche nelle nuove nomine del Cda della partecipata del Comune volute da Cateno De Luca nelle scorse settimane. Lavori già avviati nella zona del quartiere americano, con degli interventi localizzati per limitare i disagi per la cittadinanza per poi giungere alla zona dell’Annunziata. Cantieri che seguono quelli realizzati la scorsa primavera sulla condotta tra Fiumedreddo e Messina e che hanno consentito un maggior afflusso idrico per la città.
Gli interventi saranno finanziati in tutto o in massima parte con risorse extra bilancio FONDI FSC 2014/2020, MASTERPLAN, PON METRO e PNRR. Tra i lavori principali, quelli che riguarderanno anche l’adeguamento e ripristino del Serbatoio – Montesanto: il fine lavori previsto in questo caso entro il 2024 è slittato all’anno nuovo. L’intervento prevede la funzionalizzazione di parte di strutture mai completate né collaudate, per dotare di una utile riserva idrica il Comune di Messina, anche al fine di scongiurare nuove e probabili emergenze idriche.
Al momento, per il segmento è prevista una spesa complessiva da oltre 70 milioni di euro. Nuove risorse potrebbero però arrivare in riva allo Stretto, o almeno questa è la chiave attraverso la quale interpretare l’approvazione (avvenuta lo scorso novembre, ndr) del nuovo Piano d’ambito per Messina nel computo del Servizio idrico integrato. Il capoluogo peloritano era uno di quelli che storicamente mancava ancora all’appello in Sicilia.
Waterfront: il nuovo affaccio a mare della città
La bonifica e riqualificazione della zona Falcata, con lavori messi a bilancio per 20 milioni di euro e i saggi del terreno già avviati, ma anche la zona di Maregrosso con il completamento di via Don Blasco e l’abbattimento dei capannoni fatiscenti. E poi l’area che dall’Annunziata giunge al viale Boccetta, con l’apertura della ex cittadella fieristica attesa ormai da anni e che avrebbe dovuto vedere la luce già lo scorso agosto.
Il waterfront di Messina rappresenta molto più di un semplice progetto urbanistico: è una visione per il futuro della città. La trasformazione dell’affaccio a mare è una sfida ambiziosa che richiede il contributo di tutte le parti coinvolte, dalle istituzioni agli imprenditori, dalle associazioni ai singoli cittadini. Se realizzato con successo, questo progetto potrà diventare un modello per altre città italiane e mediterranee, dimostrando che è possibile coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità per creare uno spazio urbano vivibile e inclusivo.
Questo ambizioso progetto, che guarda con determinazione al 2025, punta a trasformare l’affaccio a mare in un polo di attrazione economica, culturale e turistica. Un percorso che la città dello Stretto ha presentato anche alla Cina lo scorso ottobre, evidenziando le potenzialità strategiche e le opportunità di sviluppo offerte dal Mediterraneo.
Il cuore del progetto è il “Progetto Integrato per la Ristrutturazione e la Riqualificazione urbana della Stazione Marittima-Santa Cecilia“, che interessa un’area di circa quattro chilometri sul fronte mare. Si tratta di un intervento che ridisegna completamente questa porzione di territorio, integrando servizi avanzati e spazi destinati a soddisfare le esigenze della cittadinanza e dei turisti.
Tra le infrastrutture previste troviamo un parco del mare, aree attrezzate per lo sport, una spiaggia dotata di ogni comfort, cluster scolastici, piazze e parchi, piscine e un moderno centro direzionale. L’obiettivo è creare una città aperta, dinamica, capace di valorizzare il patrimonio naturale e la sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo.
La cessione al Comune dell’area da oltre 55 mila mq delle Ex Office Gazzi, ancora in gestione a RFI. Il primo passo sarà la firma del protocollo d’intesa tra il Comune e Rete Ferroviaria Italiana, previsto già a gennaio 2025. Questo accordo riguarda la cessione del diritto di superficie per 99 anni. La riqualificazione di questa zona rappresenta il punto di partenza per la grande trasformazione urbana immaginata dal Piau, il piano particolareggiato che ridisegna il waterfront dalla zona sud fino alla stazione centrale.
Un altro tassello cruciale è rappresentato dalla nuova via Don Blasco, la cui realizzazione si avvia verso la conclusione entro l’aprile del 2025. I lavori nel tratto di via Santa Cecilia, in parte già asfaltato, stanno per essere completati, e l’ultimo miglio è ormai alle porte. Nei prossimi mesi sarà demolito e ricostruito il ponte taglialegni che dal cavalcavia Cannizzaro conduce alla via Don Blasco.
Il terzo passo fondamentale riguarda la bonifica dell’area di Maregrosso, dove verranno demoliti 13 fabbricati la cui concessione demaniale è scaduta da anni. Questa operazione permetterà di liberare l’accesso alla spiaggia del centro città. E ancora il progetto che riguarda l’ex cittadella fieristica. Questo spazio, che rappresenta una naturale estensione e valorizzazione della storica Passeggiata a Mare, avrebbe dovuto già trasformarsi in un nuovo lungomare fruibile dalla città. Progetto che si è arenato in una fase di stallo: la conclusione lavori era prevista per la fine del 2024, ma l’area è ancora in altomare e non solo per la mancanza di acqua che ha rallentato i cantieri nel corso dell’ultima estate.
Il nodo cruciale del ritardo riguarda infatti la gestione del verde pubblico, elemento centrale del progetto del parco urbano sul mare. Il piano prevede oltre 15 mila metri quadrati di prato e circa 7.500 essenze arboree e piante, ma la problematica dell’irrigazione ha sollevato questioni tecniche e burocratiche non ancora risolte. Autorità portuale e Amam, l’azienda municipalizzata che gestisce le risorse idriche, stanno collaborando per individuare fonti idriche vicine al sito, così da evitare che il verde pubblico faccia la fine di quello del Parco Aldo Moro.
Infrastrutture: il porto di Tremestieri, gli svincoli autostradali e le opere compensative del ponte
Non sarà l’anno di completamento, ma di certo quello ormai alle porte dovrà essere l’anno di svolta nei lavori per quanto concerne il porto di Tremestieri, con un avanzamento attuale del 26% e una ripresa avvenuta solo nel giugno 2024 dopo un fermo durato due anni per svariate vicissitudini raccontate anche dal QdS. Il completamento dell’opera è previsto entro giugno 2026, ma la storia ha insegnato che i ritardi sono dietro l’angolo quando si parla di infrastrutture in riva allo Stretto.
Il porto è progettato con l’obiettivo di gestire tutto il traffico marittimo leggero e pesante attraverso lo Stretto di Messina, diventando un nodo strategico per il trasporto Ro/Ro (Roll on/Roll off) e liberando la città dalle auto che sbarcano alla rada San Francesco e si dirigono in direzione viale Giostra (Palermo) o Boccetta (Catania). Attualmente, la linea operativa è solo quella tra Messina e Salerno, ma si prevede l’apertura di nuove rotte verso Civitavecchia, Livorno e Genova.
Negli ultimi mesi, ci sono stati sviluppi significativi riguardo alla gestione dei lavori. La ditta Costruzioni Bruno Teodoro ha assunto ufficialmente il progetto, dopo la cessione del ramo d’azienda dalla precedente impresa Coedmar. Sono in corso anche i lavori di mitigazione e ripascimento per proteggere l’area interessata, mentre il progetto include anche la costruzione di una piastra logistica a San Filippo e nuove viabilità di collegamento della zona.
Cinque milioni di euro. Tanti sono i fondi stanziati dal Ministero per le Infrastrutture per il completamento degli svincoli autostradali di Giostra – Annunziata, l’ultima uscita cittadina possibile in tangenziale per chi imbocca la A20 in direzione Palermo. L’opera, cominciata nel 1997 e ufficialmente ultimata nel 2009, non è però mai stata aperta al traffico.
Nelle intenzioni della politica, gli svincoli avrebbero permesso di decongestionare il traffico e reso più agevoli gli spostamenti per tutti gli abitanti della zona nord. Di fatto, a distanza di 28 anni, si tratta al momento di una delle ennesime opere pubbliche incompiute in Sicilia, tra l’altro propedeutica alla viabilità del ponte sullo Stretto.
Il progetto iniziale prevedeva, oltre alla realizzazione delle rampe dello svincolo che avrebbero condotto al viale Giostra, anche quelle dei viadotti “O” e “P” che avrebbero consentito un collegamento diretto con la galleria San Jachiddu e, di conseguenza, il viale Annunziata. Proprio questi ultimi, dalla loro ultimazione nel 2009, non sono però mai stati utilizzati perché dichiarati pericolosi e inagibili. Lo scorso settembre siamo tornati sull’argomento, con la gestione dei lavori nel frattempo trasferiti come competenza dal Comune di Messina agli uffici regionali di Palermo. Da lì, il silenzio.
Dall’inizio dei lavori, sarebbe stato necessario circa un anno per il completamento della messa in sicurezza, come confermato dal vicesindaco Mondello ai microfoni del QdS. Ma di luce in fondo al tunnel non sembra vedersene al momento. Eppure i viadotti non sono gli unici collegamenti autostradali che potrebbero vedere la luce in riva allo Stretto: tra le opere compensative richieste a gran voce dal territorio e inserite nella Conferenza dei servizi conclusasi al Mit lo scorso 24 dicembre, anche lo svincolo di Giampilieri, nell’estrema periferia Sud della città.
Infine il revamping dell’impianto di depurazione di San Saba, nella periferia nord della città e non distante dalle aree soggette a espropri per via dei cantieri del ponte. Ma anche l’ammodernamento dell’analoga struttura nella zona di Mili Marina, periferia opposta di Messina. E ancora la realizzazione di due eliporti e sistemi di monitoraggio per allerta in caso di eventi climatici avversi. Parte di quelle opere che, nell’insieme, raggiungono un totale di 109 milioni di euro e che sono anche queste state inserite negli incartamenti presentati in Conferenza per il progetto del ponte sullo Stretto. L’obiettivo di Basile e company è quello di avviarle prima dell’inizio dei lavori della grande opera. Da Roma ne sono molto meno convinti. Per non dimenticare l’Hub crocieristico e quello tecnologico che sarà realizzato a ridosso del molo Norimberga e tutti gli altri lavori che potrebbero vedere la loro conclusione in città. Il Quotidiano di Sicilia seguirà con attenzione l’evoluzione dei lavori, fornendo aggiornamenti puntuali e dando voce alle esigenze dei cittadini. Sarà un viaggio complesso, ma potenzialmente rivoluzionario, per una città che punta a riconquistare il proprio ruolo di protagonista nel panorama regionale, nazionale e un posto al centro del Mediterraneo.

