Lo scambio di auguri per le festività natalizie con i giornalisti è stato occasione per fare con il colonnello Lucio Acidiacono, comandante provinciale dei Carabinieri di Messina, un bilancio delle attività dell’Arma sulla vasta area di 108 comuni. ”Un anno intenso, ha sottolineato l’Ufficiale, nel corso del quale abbiamo rafforzato la nostra presenza sul territorio e la vicinanza ai cittadini. C’è stata una grande attività di repressione ma anche di prevenzione.
Oltre 176mila controlli e 700 arresti nel 2025, Arcidiacono: “
Nel 2025 i carabinieri del comando provinciale con le sue diverse articolazioni hanno arrestato quasi 700 persone, le denunce sono state più di 4000 sono stati controllati 176mila soggetti e 130mila veicoli. “Nel corso delle attività svolte- aggiunge Arcidiacono- abbiamo avuto 22 militari che sono rimasti feriti. Per quanto riguarda il fenomeno delle truffe gli anziani con il metodo che ormai tutti conosciamo abbiamo arrestato 8 persone e ne abbiamo denunciate altre 13, ci sono inoltre altre indagini in corso, purtroppo questo è un fenomeno difficile da debellare e che continua ad essere incidente sul territorio anche se devo dire in maniera minore rispetto agli ultimi anni”. Annuncia inoltre che nel 2026 l’organico sarà rafforzato.
“Ci saranno 79 unità in più di cui possiamo disporre – dice- che saranno distribuite nelle diverse compagnie della provincia dove si registra maggiore necessità. Vorrei anche ricordare alcune operazioni portate a termine- sottolinea il colonnello- con arresti per reati contestati aggravati dal metodo mafioso e poi indagini delicate dove è emersa tutta la professionalità dei militari dell’Arma come quelle per l’omicidio della studentessa Sara Campanella e del giovane Giuseppe Di Dio a Capizzi ma anche quelle che hanno ci impegnato a Pace del Mela per l’omicidio di Angelo Pirri; voglio citare anche altre due indagini importanti per la rilevanza sociale che rivestono: quella denominata Feluca che ha portato all’arresto di 6 persone parte di un organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e quella che ha portato all’arresto di 4 soggetti per caporalato; ma ci sono anche tutti i controlli che effettuiamo per fare emergere lavoro nero, irregolare o svolto in luoghi non sicuri. Non si può morire di lavoro”.
L’impegno dell’Arma
Tanti i fronti quindi su cui i militari dell’Arma sono impegnati. “Come carabinieri siamo presenti in tutta la provincia, -aggiunge- abbiamo 94 presidi che coprono tutto il territorio, in tantissimi comuni siamo gli unici ad essere presenti e questo per noi è una grandissima responsabilità perché il carabiniere nelle piccole comunità rappresenta lo Stato e stiamo cercando in tutti i modi di fare sentire la nostra presenza; oltre ad essere operatori di polizia giudiziaria e di sicurezza siamo operatori sociali l’abbiamo nella nostra storia. Ci sono numeri che non si vedono e riguardano i servizi di prossimità che svolgiamo come le attività nelle scuole per diffondere la cultura della legalità, nella vicinanza agli anziani e alle fasce deboli”.
Arcidiacono: “Il nostro territorio è vastissimo che richiede uno sforzo particolare”
Arcidiacono fa anche un’ analisi del territorio provinciale. “Siamo in una provincia molto particolare, un territorio vastissimo con diverse peculiarità, – spiega al Qds – conosciamo il quadro che negli anni è stato delineato sulla presenza delle organizzazioni mafiose sul territorio e anche da questo punto di vista con il coordinamento dell’autorità giudiziaria distrettuale stiamo lavorando tanto. E’ un territorio stupendo ma complesso che richiede uno sforzo particolare che ci costringe a studiare quello che è successo in passato. C’è la presenza di organizzazioni mafiose che si sono strutturate e consolidate nel tempo e su queste ci sono diverse attività investigative in corso non bisogna mai abbassare la guardia”. Particolare attenzione sulla parte tirrenica.
“E’ quella che storicamente ha sempre avuto delle presenze più qualificate in termini di sodalizi di tipo mafioso – dice Arcidiacono- conosciamo benissimo le vicende giudiziarie le indagini che sono state fatte negli ultimi anni che hanno riguardato il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto, Mazzarrà Sant’Andrea conosciamo gli assetti e la suddivisione del territorio nell’area Nebroidea sappiamo bene i rapporti che negli anni hanno avuto gli esponenti mafiosi della provincia di Messina con quelli delle altre provincie in particolare Palermo Catania ed Enna, ci stiamo lavorando con grandissima attenzione”.
Il monito di Arcidiacono: “Crack in diffusione”
Non ci sono emergenze sottolinea Arcidiacono, ma un fenomeno che il colonnello evidenzia in modo particolare mostrando preoccupazione, è quello del traffico e uso di droghe. “Purtroppo continuiamo a registrare una certa diffusione di sostante stupefacenti specie nel capoluogo, sono veramente tantissimi i sequestri e le segnalazioni che facciamo alla Prefettura per soggetti che vengono trovati in possesso di sostanze. Il crack è la droga maggiormente diffusa e questo è grave perché è una droga che si acquista con una certa facilità ad un costo molto basso e poi già dalle prime dosi che si consumano dà una elevata dipendenza “
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