Caro energia a Messina, colpo di grazia per le fragili imprese locali - QdS

Caro energia a Messina, colpo di grazia per le fragili imprese locali

Caro energia a Messina, colpo di grazia per le fragili imprese locali

giovedì 08 Settembre 2022

Il tessuto imprenditoriale messinese, fatto di piccole realtà produttive, rischia di finire in ginocchio a causa di bollette sempre più salate. Arriva un nuovo appello rivolto alle istituzioni

MESSINA – Il costo alle stelle dell’energia colpisce soprattutto chi è già fragile. L’imprenditoria messinese, fatta da piccole e piccolissime aziende, rischia il collasso, specie nel settore commerciale, quello che presenta il maggior numero di attività avviate nella provincia.

Come affrontare il lungo inverno? Ci sono strategie individuali mirate al risparmio con il contenimento dei consumi e ci sono azioni collegiali che qualche categoria datoriale sta mettendo a punto, come ha fatto Confcommercio Messina che si prepara alla manifestazione del 15 settembre a Roma. Tre i punti fondamentali: aiuti concreti per le aziende in crisi che non possono affrontare i costi delle bollette triplicate; aiuti nella gestione del debito con l’Amministrazione comunale per oneri pregressi; potenziamento della rete locale dei commercianti e degli operatori turistici.

“Abbiamo avuto un incontro con l’assessore Dafne Musolino – ha spiegato Carmelo Picciotto presidente di Confcommercio Messina e coordinatore provinciale del Movimento contro il caro bollette luce e gas – e abbiamo chiesto un serio impegno da parte dell’Amministrazione comunale a sostegno delle aziende in crisi. Il caro bollette, infatti, non è che il colpo di grazia al tessuto imprenditoriale cittadino, già gravato dalla crisi congiunturale prima e dalla pandemia dopo”.

“Oggi – ha aggiunto Picciotto – si rende necessario agire su tre fronti: sostenere gli imprenditori, agevolare il pagamento dei tributi comunali, ma tenendo conto delle difficoltà di chi con grande coraggio continua a fare impresa, e puntare sulla forza della rete, sulla capacità di modificare il sistema che solo agendo uniti i commercianti possono avere. Dall’assessore Musolino abbiamo ricevuto rassicurazioni. Ma non basta. È necessario convocare un tavolo tecnico che veda coinvolti tutti i soggetti interessati, che monitori il territorio e lo stato di salute delle aziende ma soprattutto che programmi strategie efficaci e a lungo termine”.

Diversa la strategia di Confesercenti Messina, che non crede che le soluzioni debbano essere trovate a livello locale. “Tutto – ha sottolineato il presidente Alberto Palella – dipende dalle decisioni del Governo. Saranno le scelte fatte a livello centrale che potranno determinare un’inversione di tendenza nell’aumento dei costi”.

Per Confcommercio, al contrario, serve anche l’aiuto del Governo locale oltre che strategie nazionali. “Dopo la denuncia di un imprenditore – ha detto Picciotto – che minaccia di chiudere per aver ricevuto una bolletta da oltre 35 mila euro e l’esercente che si è visto recapitare una fattura da 100 mila euro non abbiamo alcuna intenzione di restare con le mani in mano. A Roma saremo presenti per rivendicare il nostro sacrosanto diritto di fare impresa senza essere strozzati dai costi di gestione”.

Nei giorni scorsi Picciotto ha incontrato a Messina Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons e presidente del Movimento contro il caro bollette luce e gas, accompagnato dal coordinatore regionale Bruno Messina. Codacons e Movimento, che hanno proposto la manifestazione del 15 settembre, hanno avviato una raccolta di bollette e di chiavi delle aziende da inviare al governo Draghi. Tanasi da Messina ha lanciato la richiesta al Governo e ai partiti di ampliare la tassa sugli extra-profitti oggi in vigore nei confronti delle società energetiche, estendendola a banche, assicurazioni, farmacisti, case farmaceutiche e società di e-commerce, in modo da reperire le risorse necessarie per contrastare il caro-energia e di portare l’aliquota della tassa al 90%.

“È indubbio – ha spiegato il segretario nazionale Codacons – che nell’ultimo biennio, mentre molte imprese italiane venivano messe in ginocchio dagli effetti economici del Covid, alcune realtà hanno visto crescere enormemente il giro d’affari: pensiamo ai farmacisti, che hanno potuto contare su un’enorme crescita delle entrate grazie al business dei tamponi anti-Covid e alla vendita di dispositivi di sicurezza o alle case farmaceutiche, che attraverso la produzione dei vaccini guadagnano, secondo recenti stime, 93 milioni di dollari al giorno o alle imprese assicuratrici, per non parlare dei big dell’e-commerce”.

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