Mi dimetto, anzi no. Un film già visto ma molte cose dopo ieri sera non saranno più le stesse nel Palazzo comunale.
Anche questa volta il sindaco Cateno De Luca ha ritirato le sue dimissioni annunciate in diretta Fb e sempre attraverso i social, dopo una maratona di oltre tre ore, ha annunciato che resterà a governare la città, strappando platealmente la lettera, entro la mezzanotte, perché dopo la decisione sarebbe stata irrevocabile.
De Luca ha preparato la sua lunga diretta costruendo quasi un set cinematografico, completo di tutto un rituale con tanto di colonna sonora e simbolismi, compreso bere sul finale sei bicchieri di spumante, su ogni calice un etichetta con su scritto il nome dei “nemici” da combattere (“Musumeci, Razza, deputati messinesi regionali e nazionali, consiglieri”) perché a suo dire, espressione dei poteri forti che lo vorrebbero estromettere, perché fuori dagli schemi, non appartenente a nessuna fazione politica, uomo libero “solo al comando”.
Emblematico, a proposito di simbolismi, è il cartello che ha affisso questa notte, dopo le esternazioni social, fuori dalla sua stanza con scritto “vietato l’ingresso agli asini volanti”. Asini volanti è l’epiteto, non l’unico, che ha dato ai consiglieri.
Dalla lista di proscrizione enunciata esclude però i cinque che hanno votato mercoledì a favore di una sorta di mozione di “fiducia” presentata da Nello Pergolizzi, (bocciata dalla maggioranza) dove c’era una presa di posizione contro il dg dell’Asp Paolo La Paglia e la richiesta al sindaco di ritirare le dimissioni.
L’Asp, il suo vertice e la mala gestione dell’emergenza coronavirus, su cui il sindaco si esprime da mesi, chiedendo la rimozione di La Paglia, hanno dato il via a questa nuova parabola delle dimissioni annunciate e poi ritirate. Si sono poi innescate le dinamiche, da sempre turbolente, con il Civico consesso, dove il primo cittadino non ha nessun consigliere eletto dalle liste che lo sostenevano in campagna elettorale.
Nella cronistoria che De Luca fa dei suoi due anni e mezzo di amministrazione, parla dei risultati raggiunti con il risanamento dei conti del Comune e della Città metropolitana, della battaglia a Palazzo Zanca contro “la classe dei burocrati scadenti e senza il senso del dovere”, dei tagli ai premi produttività non dovuti, del miglioramento dei servizi e della fine delle esternalizzazioni con appalti di favore; “volete che non abbia dei nemici?” dice.
Parla anche delle battaglie non vinte perché non supportato dai deputati regionali e nazionali, come quella contro le baracche o per riqualificare la Real cittadella o per un nuovo Palagiustizia. De Luca evidenzia come sia stato complicato fare votare in aula atti importanti, dai bilanci al Salva Messina con le 40 delibere, dal Cambio di passo alle nuove partecipate e come abbia dovuto usare (5 volte) il ricatto delle dimissioni e in qualche caso il sostegno in piazza dei cittadini, per avere il via libera alle sue proposte.
Tutti atti che comunque hanno avuto sempre voto favorevole, fino all’ultimo, il Bilancio di previsione 2021 /2023 esitato martedì, anche se qualcuno aveva “azzardato” presentare degli emendamenti. Non si può dire certo che i 32 o parte di loro abbiano fatto in questi anni ostruzionismo o che in aula ci sia mai stata un’opposizione decisa all’Amministrazione De Luca che sarebbe poi normale in democrazia.
Adesso però le cose sono cambiate, lo strappo si è consumato anche a suon di insulti via social e lo stesso primo cittadino parla di una nuova fase che comincia. “Non metterò più piede in Consiglio fino a quando i lavori saranno presieduti da Claudio Cardile, contro cui ho già fato una denuncia per come ha condotto la seduta di mercoledì- ha detto il sindaco- rinuncio alle mie deleghe (tra cui il bilancio) che divido tra il vicesindaco Carlotta Previti e l’assessore Dafne Musolino”.
Una presa di posizione che compatta l’opposizione (Pd, M5s, LiberaMe, Ora Messina, parte di Sicilia futura) e che spinge il centro destra adesso ad assumere una collocazione, mentre rimarranno a sostegno di De Luca i componenti del gruppo misto. “Fatemi la mozione di sfiducia” ha rilanciato anche il sindaco, sicuro che nessuno ha voglia di andare a votare in anticipo. “Dovremmo pentirci tutti – dicono i componenti del gruppo Ora Messina, del tempo perduto nel votare la mozione “salva De Luca” di mercoledì, una seduta in cui siamo stati costretti a mettere da parte i problemi reali per discutere di dimissioni fittizie. Non siamo attaccati alla poltrona e non temiamo il ritorno alle urne”.
Lina Bruno

