Da un lato il miglioramento dei servizi, dall’altro un tessuto imprenditoriale debole e periferie in crisi. Il quadro della situazione con Antonio Crupi (docente Economia UniMe): “ Acquisire le competenze necessarie”
MESSINA – Una popolazione in costante decremento, in buona parte con fasce di reddito medio basse insieme ad un tasso di disoccupazione in aumento così come il numero degli inattivi; nella città dello Stretto però migliorano i servizi, specie in tema di trasporto pubblico e raccolta differenziata, e aumentano le presenze turistiche.
Messina resiliente e vitale, secondo il sindaco Federico Basile
Questo è il quadro che emerge dai dati prodotti dall’ufficio statistica del Comune riferiti al 2023. Messina, città resiliente e vitale, la definisce il sindaco Federico Basile che sottolinea i grandi investimenti per ampliare la rete del trasporto pubblico con una flotta di mezzi consistenti e sempre più cittadini che per muoversi scelgono tram e bus. La diminuzione della Tari altro traguardo che indica, dice Basile, che sui rifiuti si è fatto un percorso virtuoso. Una città che procede a velocità diverse quindi, da una parte la voglia di crescere nella sostenibilità e nelle politiche turistiche, dall’altra un tessuto imprenditoriale debole, non si crea occupazione e da decenni neppure nuovi alberghi. Da una parte periferie degradate e impenetrabili con cataste di rifiuti e ingombranti a fare da cornice e dall’altra le ruspe che, anche se lentamente, buttano giù baracche per dare nuova vita a intere aree. A spiegare forse il grande numero di inattivi tra i giovani c’è anche una forma di disagio che secondo Francesco Pira, sociologo, professore dell’Università di Messina, bisogna monitorare di più. “L’inattività e l’isolamento è attributo ad un uso eccessivo delle tecnologie che porta a non avere entusiasmo. Le Istituzioni insieme devono lavorare sugli aspetti motivazionali, trovare elementi caratterizzanti lo sviluppo che li possa accompagnare verso attività che li renda componenti attivi della società. Difficile la crescita sociale se non si mettono insieme tutte le agenzie formative, le istituzioni, le associazioni, il mondo della ricerca, creando un ‘alleanza che possa dare risposte concrete’”.
Rigidità del mercato del lavoro cittadino
Per Antonio Crupi, professore di Economia e gestione aziendale UniMe, c’è un problema di emigrazione delle competenze e di inattività di chi resta, “bisognerebbe capire – ha spiegato al QdS – a cosa sia dovuto, se alla rigidità del mercato del lavoro cittadino o altro, e quanto pesi la componente del lavoro nero visto che i consumi ci sono. Sono dinamiche che affrontiamo con la creazione di corsi di laurea che siano più aderenti non solo alle esigenze degli studenti, ma anche delle imprese. Il nuovo corso di laurea che partirà lunedì, incentrato sulla trasformazione digitale, unico in Sicilia e Calabria, risponde alle aziende più o meno grandi che si occupano di consulenza. Abbiamo tante barriere e limiti ma anche un grande potenziale, la preparazione dei ragazzi che vanno via costituiscono comunque una risorsa da qualche altra parte. Se riusciamo a farne rientrare una parte abbiamo vinto la sfida con il futuro. Il governo cinese l’ha improntata come politica di sviluppo dell’innovazione con borse di studio nelle migliori Università del mondo, seguita da un’adeguata politica di rientro; tutto questo ha contribuito a fare della Cina un partner tecnologico di rilievo”.
“Qui ci sono questo tipo di potenzialità – ha aggiunto Crupi – ce ne rendiamo conto quando parliamo con le grandi imprese, specie quelle di consulenza che vogliono aprire la sede al sud, Catania o Palermo, ma noi cominciamo a dire adesso che c’è anche Messina. Se apre una sede al Sud, la metà sono ragazzi che vogliono tornare, altri sono giovani che vogliono venire a lavorare qui da tutta Italia perché si vedono i vantaggi. Messina comincia a diventare attrattiva, apprezzata forse più da chi viene da fuori che dai giovani che vivono qui e che non credono sia possibile fare impresa e creare opportunità di lavoro. Bisogna farli innamorare della città. Ci sono ancora dei problemi, sono numeri impietosi è vero, però ci sono tante dinamiche favorevoli da utilizzare per invertire la tendenza, Università Comune, il territorio, con tutte le sue componenti, hanno opzioni e strumenti per favorire imprese e start up, ma anche la destagionalizzazione del turismo, a d esempio con meeting e convegni, che darebbe coraggio agli imprenditori per investire in alberghi”.
Sulla crisi delle costruzioni e del commercio
Sulla crisi delle costruzioni e del commercio “sta cambiando l’economia, le imprese di costruzione chiudono perché la politica del bonus 110% è stata quanto meno ‘spericolata’,- ha concluso l’economista- dobbiamo investire su quei corsi non serbatoio di inattivi, ma strumenti per acquisire le competenze che servono. Settori come commercio o agricoltura possono ancora avere un ruolo ma con visioni nuove dove la tecnologia ha un ruolo determinante così come il commercio è cambiato, il futuro è il phygital, crasi tra fisico e digitale”.