MESSINA – Entro dicembre 2023 tutte le azioni del Piano degli interventi, finanziato con i 100 milioni stanziati dalla legge speciale 76/2021 sul risanamento, dovranno essere portate a termine. Quella legge ha affidato il ruolo di Commissario straordinario con poteri speciali al prefetto Cosima Di Stani, scelta che venne concordata tra le forze politiche optando per una figura di alto profilo istituzionale in alternativa al sindaco del tempo, Cateno De Luca, su cui in particolare Pd e M5s posero dei veti. Il mandato commissariale scadrà, secondo il decreto di proroga del Consiglio dei ministri, il 30 giugno 2023 e potrebbe proseguire al massimo per altri sei mesi.
Nel frattempo però ci potrebbe essere la richiesta che i poteri commissariali siano affidati al sindaco di Messina, anche perché dopo questa fase che la struttura prefettizia sta affrontando, con acquisto di case, perizie, demolizioni e sgomberi si dovrà passare a quella in cui bisogna operare scelte che coinvolgono pienamente l’ente locale e le esigenze del territorio, scelte inevitabilmente legate anche agli strumenti di pianificazione. Acquistare case sul libero mercato, sufficienti per i circa duemila nuclei familiari da ricollocare, si è rivelata impresa ardua, tanto che si stanno cercando anche altre soluzioni, come immobili militari da riconvertire e terreni su cui edificare.
Il sindaco Federico Basile, con la sua maggioranza in Consiglio, potrebbe muovere dei passi in tal senso in raccordo con una parte della deputazione nazionale. Oltre i parlamentari Francesco Gallo e Dafne Musolino di “Sud chiama Nord” anche quelli di centro-destra potrebbero appoggiare la richiesta se pensiamo alle dichiarazioni del candidato sindaco Maurizio Croce che durante la campagna elettorale aveva sollevato la questione forse più di Basile; in più occasioni il primo cittadino ha tenuto a sottolineare la proficua sinergia instaurata con l’Ufficio commissariale e i buoni risultati del percorso indicato dalla legge e quindi è probabile che alla fine la richiesta del passaggio di competenze possa essere concordata con lo stesso prefetto Cosima Di Stani. La scelta sarà politica e un ruolo potrebbero averlo anche i messinesi eletti in Parlamento.
La senatrice Dafne Musolino, vicepresidente a Palazzo Madama del gruppo delle Autonomie, ex assessore con l’Amministrazione De Luca prima e con Basile dopo, spiega al Quotidiano di Sicilia le motivazioni di questa richiesta. “Ringrazio intanto il prefetto per quello che ha fatto, si è trovata ad esercitare un ruolo importante e molto delicato, perché gestire la demolizione e trovare gli alloggi non è semplice specie per un Ente governativo che non ha uffici dedicati per le procedure tecniche e infatti ha dovuto coinvolgere Invitalia per farsi assistere nella progettazione. Nell’apprezzare con sincera stima l’operato, colgo però la debolezza del Commissario governativo. Ritengo sia giusto che questa competenza passi al sindaco perché poi è lui con la macchina comunale che ha la contezza del territorio per potere agire anche in modo più spedito, ha uffici tecnici, l’assessore competente, riceve le istanze dei cittadini. Il Commissario ha svolto un ruolo importante ma si è trovato con dei passaggi in più da effettuare, duplicazione di azioni e competenze e dei raccordi che ha comunque dovuto fare con il Comune; se assegnato al sindaco questo ruolo, sarebbe stato un modo per dargli poteri speciali nell’ambito di una serie di poteri che comunque un sindaco ha. Dato che ormai siamo entrati nel vivo, i risultati sono stati raggiunti con una assoluta grande collaborazione, si può prevedere di unificare tutto in capo al sindaco”.
E sulle modalità spiega che “sarà il sindaco a valutare in che termini farlo, non è una proposta in contrapposizione o che vuole esautorare il prefetto sicuramente ci sarà un modo per concertarla in maniera da portarla immagino come proposta condivisa”.
È chiaro ormai che i 100 milioni che la legge stanzia non bastano per completare lo sbaraccamento e dare a tutti una casa. “Se sarà possibile richiedere un rifinanziamento lo chiederemo perché se ci sono risorse a livello nazionale è giusto che vengano utilizzate. Abbiamo avuto altri finanziamenti, l’Amministrazione comunale si è portata avanti, però l’entità del problema è tale che non possono bastare le risorse finora stanziate”.

