Al centro del dibattito vi sono in particolare le zone agli estremi Nord e Sud del capoluogo. Indispensabile individuare le forme migliori per rispondere alle necessità dei cittadini
MESSINA – Più Circoscrizioni o secessione dal Comune con l’istituzione di un altro Ente. Comitati e consiglieri di Circoscrizione propongono alternative per governare meglio il vasto territorio peloritano, suddiviso fino al 2005 in 14 Quartieri, ma diventati sei dopo la decisione del commissario Bruno Sbordone.
Al centro del dibattito in particolare vi sono i Quartieri alle due estremità, il sesto a Nord e il primo a Sud. In realtà il presidente della I Circoscrizione, Giovanni Scopelliti (in accordo con i suoi consiglieri), si è smarcato subito dall’ipotesi di dividere i 21 villaggi per fare un’ottava Municipalità. “Non ho nessuna difficoltà – ha detto – lavoriamo con i miei consiglieri venti ore al giorno. Ho una rete capillare di referenti, uno per ogni villaggio, che mi segnalano ogni giorno le varie criticità e a cui tempestivamente riusciamo a dare delle risposte. La mia fortuna è che sono vicino all’Amministrazione, ne sono parte attiva e questo ha i suoi vantaggi. Anche con i Dipartimenti mi relaziono in modo proficuo. Stiamo anche cambiando sede, ci trasferiamo in un locale di 500 mq con dodici stanze dove avremo anche lo sportello Amam e quello tributi in modo che i cittadini non debbano andare dall’alta parte della città per avere importanti servizi”.
La sicurezza dei torrenti però resta il nodo centrale in questa parte di territorio e difficilmente lo scioglierebbe uno sdoppiamento della Circoscrizione. Qui il rischio alluvioni è alto come ricorda la tragedia di Giampilieri del 2009. “I 21 villaggi – ha aggiunto Scopelliti – occupano sostanzialmente in altezza tre vallate, Larderia, Mili e Santo Stefano e poi c’è Altolia e Giampilieri. Qui i torrenti sono diventati discariche, non riesco a fare effettuare interventi di bonifica, dalla Protezione civile comunale perché dicono che mancano le risorse. C’è un progetto regionale di sei milioni di euro, se partisse riusciremmo a dare qualche risposta alla collettività”.
Una Circoscrizione in più invece da tempo la chiedono i consiglieri della VI Municipalità. “La delibera che abbiamo approvato in Consiglio – ha detto il presidente Maurizio Mangraviti – è di otto mesi fa, ma della questione ne discutiamo da almeno un anno. Con la diminuzione dei consiglieri da 17 a 9 all’ultima elezione, abbiamo più difficoltà a seguire un territorio così grande, fatto di villaggi marinari e collinari, quindi con esigenze diverse, a questo si deve aggiungere la poca disponibilità di fondi. Non è stato ancora approvato dal Consiglio comunale il regolamento attuativo della norma regionale sul Decentramento amministrativo, che stabilisce passaggi di competenze con erogazione di risorse”.
Per l’Amministrazione comunale l’esigenza di avere più Circoscrizioni sarà superata proprio quando si concretizzerà il percorso di attuazione del decentramento. La proposta di aumentare il numero di Circoscrizioni è stata avanzata qualche settimana fa, al sindaco Cateno De Luca, anche dal Comitato Messina Nord, espressione in qualche modo dell’Amministrazione, che da circa un anno assolve a una parte delle funzioni del quartiere, raccogliendo segnalazioni di cittadini e passandole direttamente ai Dipartimenti, scavalcando di fatto gli organi Circoscrizionali. “Per me non è un problema – ha detto Mangraviti – è sempre positivo l’impegno per il territorio. Alcuni miei consiglieri però non vedono bene l’azione del Comitato perché pensano possa generare confusione nella gente”.
Si è dichiarato invece estraneo all’idea di un aumento dei Quartieri, il Comitato Montemare comune, che ha proposto già da tempo per i villaggi dell’estrema periferia Nord della città la creazione di un nuovo Ente. I componenti precisano che “unica volontà e determinazione è quella di raggiungere un nuovo appuntamento referendario, concesso già dalla Regione, che solo un tardivo e inopportuno intervento di chiara matrice politica ha fermato a meno di venti giorni dal voto”.
“Ma è solo una temporanea sospensione dei termini – hanno affermato con decisione – perché il referendum si farà”.