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VIDEO | Messina capitale europea dell’antimafia. Metsola: “I siciliani non hanno paura”

Hermes Carbone
Hermes Carbone

Un laboratorio europeo per la lotta contro la criminalità organizzata. Si è risvegliata con questa vocazione Messina, nel settantesimo anniversario dalla Conferenza di Messina, quando in riva allo Stretto si posero le basi per la futura Unione europea.

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Nella sala magna dell’Università, davanti a studenti, magistrati e dirigenti delle principali agenzie investigative del continente, è andato in scena un confronto di portata internazionale: al centro il salto di scala delle mafie e la richiesta — chiara e netta — di aggiornare le regole penali dell’Unione, lavorando insieme, con una legislazione comune che non vada a sbattere con i confini nazionali dei singoli Stati.

Protagonisti dell’appuntamento la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, i procuratori distrettuali antimafia siciliani e di Reggio Calabria, oltre ai vertici di Europol, Eurojust, EPPO e AMLA. Accanto a loro i comandanti degli organi investigativi nazionali — ROS, SCICO, SCO — e accademici di diritto penale: un crocevia di sapere giudiziario, investigativo e politico.

Obiettivo del convegno, la scrittura di un manifesto transnazionale per la lotta alle mafie. I protagonisti della lotta antimafia hanno infatti chiesto a più riprese che il “reato associativo” – la fattispecie che in Italia consente di perseguire l’appartenenza a organizzazioni mafiose — venga riconosciuto e armonizzato a livello europeo.

Messina, lotta alla criminalità organizzata. Le parole di Metsola

“La Sicilia incarna il significato più autentico della nostra Unione come crocevia di culture, scambi e collaborazione tra popoli che ha contribuito a forgiare l’identità europea. I legami tra Malta, il mio Paese, e Messina sono vividi dal terremoto del 1908. E sempre qui a Messina si è tenuta la Conferenza che ha posto i fondamenti dell’Unione”, ha spiegato Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, nel corso del suo intervento.

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La volontà di agire in maniera transnazionale deriva dal modo in cui le mafie agiscono a livello europeo. “Queste, da tempo, agiscono su mercati transnazionali. Sfruttano l’anonimato e internet per agire e lucrare. Le associazioni si muovono secondo un modello criminale fluido in quei paesi in cui l’azione di contrasto non è in grado di porre argini”, ha aggiunto il prefetto di Messina, Cosima Di Stani.

Come emerso durante tutto il convegno, le mafie oggi intrecciano appalti, riciclaggio e speculazione finanziaria, e fanno ampio uso di strumenti tecnologici — dalle criptovalute alle piattaforme digitali — per occultare profitti e spostare capitali.