Messina, corsa al Rettorato: sfida per il post Cuzzocrea - QdS

Messina, corsa al Rettorato: sfida per il post Cuzzocrea

Messina, corsa al Rettorato: sfida per il post Cuzzocrea

martedì 14 Novembre 2023

Clima teso dopo le dimissioni seguite al caso rimborsi. Michele Limosani, Giovanni Moschella e Giovanna Spatari alle prese con la sfida elettorale per la poltrona più importante di UniMe

MESSINA – Tensione, diffidenza, caute dichiarazioni e tre candidati che dovranno ricucire gli strappi. Non è dei migliori il clima che si respira all’Università di Messina alla vigilia dell’appuntamento elettorale del 23 novembre, data importante non soltanto perché di per sé la scelta di un rettore è decisiva per la vita di un Ateneo, ma anche perché in questo caso arriva dopo le dimissioni del professore Salvatore Cuzzocrea, travolto dal caso rimborsi, e tutte le sue appendici che non sono tardate ad aggiungere altre ombre.

Il suo mandato sarebbe scaduto ad aprile ma per l’ex rettore si è rivelato complicato continuare, anche per quei pochi mesi che rimanevano prima delle elezioni, per la rilevanza mediatica che ha avuto la vicenda anche sulla stampa nazionale: occorre non dimenticare infatti che Cuzzocrea era anche presidente della Crui.

Il caso esploso a settembre non è però venuto dal nulla ma ha seguito una sua dinamica. Che ci fosse all’interno dell’Ateneo messinese una certa conflittualità era noto da tempo e quell’equilibrio instabile tra poteri e interessi diversi a un certo punto è venuto meno. Michele Limosani, Giovanni Moschella e Giovanna Spatari sono alle prese con una difficile campagna elettorale e chiunque vincerà è cosciente che per rendere possibili gli obiettivi programmati dovranno lavorare per una certa ricomposizione dei conflitti interni. Impresa che si presenta ardua perché dovrebbero intanto liberarsi da quell’essere indicati come espressione di poteri contrapposti.

Michele Limosani, una rottura col recente passato

Michele Limosani, direttore del Dipartimento di Economia, vicino all’ex rettore Pietro Navarra, più volte in questi anni è intervenuto per esternare il suo dissenso nei confronti della gestione Cuzzocrea così come ha fatto Navarra.

“Chi sarà chiamato a guidare l’Ateneo nel prossimo sessennio – ha scritto Limosani nel suo programma – erediterà un’Università che richiede capacità gestionali e dirittura morale adeguate a invertire il trend attuale, sia sotto il punto di vista amministrativo-gestionale che etico”.

Come ha scritto, in “netta discontinuità con l’amministrazione uscente”, Limosani intende “impostare la mia azione di governo su una diversa declinazione del potere e delle funzioni, che dovranno essere espressione di un consenso, di una condivisione, di una sana e leale cooperazione del Rettore con altri organi collegiali previsti dallo Statuto e con i colleghi tutti”.

Limosani ha l’obiettivo di dar vita a un’Università più aperta al territorio e al mondo delle imprese. Lo scontro maggiore in questi anni con Cuzzocrea è stato sul Policlinico, perché è lì che si concentrano poteri e interessi. Lì Cuzzocrea è intervenuto mettendo in discussione gli equilibri precedenti.

“Ampia autonomia – ha detto Limosani – dovrà essere concessa ai colleghi medici nella definizione delle politiche di indirizzo e di gestione del settore, perché il Policlinico universitario deve avere quale competenza di riferimento esclusivamente quella dei medici e dei professionisti, tenendo lontano ogni tentativo di improvvisazione messo in atto per mero esercizio di potere”.

Giovanni Moschella, puntare forte sull’inclusività

Giovanni Moschella, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico al Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, per gran parte del mandato di Cuzzocrea è stato il suo vice. Qualche mese fa si è dimesso da prorettore vicario perché “si era smarrito – aveva dichiarato – il metodo della collegialità”.

Si pone come candidato super partes rispetto a Limosani, vicino a Navarra, e Spatari, candidata della continuità, ma ha affermato di non potere disconoscere la qualità di alcune politiche attuate in questi anni. Il suo programma parla di un’Università inclusiva, attrattiva per i fuori sede, aperta al territorio e quindi con una maggiore attenzione alla Terza missione.

“Nell’ultimo biennio – ha scritto Moschella – l’Università di Messina ha ottenuto il finanziamento di progetti di ricerca per circa 23milioni di euro. I risultati ottenuti impongono di guardare al futuro con lungimiranza, in modo che gli sforzi profusi non vadano perduti”.

Il ruolo centrale dell’Azienda ospedaliera è stato evidenziato anche da Moschella “per l’alta valenza scientifica dei suoi operatori e per la ricaduta che l’attività assistenziale ha sul territorio. Per tale ragione reputo necessaria, dopo le tensioni e le divisioni di questi anni, una fase di serenità che consenta di lavorare con fiducia e tranquillità alla ricerca scientifica ed all’attività assistenziale. L’obiettivo da perseguire è quello di avviare un percorso condiviso fra tutte le parti coinvolte, che renda il Policlinico universitario un polo realmente attrattivo per il Mezzogiorno d’Italia. L’Università deve tornare a giocare un ruolo da protagonista. Le attività assistenziali svolte dai professori si integrano con quelle primarie e irrinunciabili di didattica e di ricerca, la cui disciplina segue la normativa universitaria e delle quali il docente risponde unicamente al rettore”.

Giovanna Spatari, una scelta verso la continuità

Giovanna Spatari, docente di Medicina del lavoro e presidente della Società italiana dei medici del lavoro, se eletta sarebbe la prima donna alla guida di uno degli Atenei del meridione. Per questo una parte della comunità accademica ritiene la sua l’unica candidatura che porta in sé degli elementi di novità.

La docente ha definito nel suo programma, il più dettagliato dei tre, alcune linee nel breve e nel lungo periodo, che dovrebbero consentire all’Ateneo di migliorare le sue performance “nei settori della ricerca e della didattica” appellandosi a “una visione partecipativa e collegiale dove ognuno sarà chiamato a fare la sua parte”.

Un lungo capitolo è dedicato alla sanità universitaria: “Il campo dei rapporti tra Università e Azienda ospedaliera è quello in cui, data la coabitazione di personale appartenente a diverse istituzioni, gli elementi di possibile conflittualità sono più marcati”.

“Per ovviare alle difficoltà che si registrano in tale ambito – ha precisato la candidata al Rettorato – è necessario che sia data completa attuazione ai punti previsti nel protocollo di intesa tra Regione e Università, attraverso un confronto costruttivo e costante con tutte le parti interessate, che consenta di comporre le divergenze ostative a qualunque prospettiva di crescita”.

“Bisognerà incoraggiare la competitività – ha evidenziato ancora Spatari nel programma – non intendendola come terreno di scontro, ma come occasione di sviluppo e di incentivazione del merito”.

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