Messina, dimissioni e candidato sindaco giornate decisive per De Luca - QdS

Messina, dimissioni e candidato sindaco giornate decisive per De Luca

Messina, dimissioni e candidato sindaco giornate decisive per De Luca

venerdì 11 Febbraio 2022

Quella che sta per concludersi dovrebbe essere, a meno di clamorosi colpi di scena, l’ultima settimana da primo cittadino. Nel frattempo si attende l’ufficialità sul nome del successore

MESSINA – Una settimana intensa, quella che si sta per concludere, per Cateno De Luca. L’ultima da sindaco, sempre che all’ultimo minuto non strappi per l’ennesima volta la lettera di dimissioni. I più vicini al primo cittadino escludono che stavolta ci possano essere passi indietro – e d’altra parte la sua macchina elettorale si è già messa in moto seguendo il doppio binario della Presidenza della Regione e del governo di Palazzo Zanca – ma con un personaggio come lui, la sorpresa è sempre dietro l’angolo.

De Luca vuole rimanere a Messina con la sua squadra, anche se a proporsi come sindaco sarà un suo prescelto o prescelta. Probabilmente ha già deciso chi sarà il suo candidato, ma il nome lo comunicherà soltanto martedì prossimo. Voci di corridoio indicano tra le possibili proposte Salvo Puccio, dirigente della Città Metropolitana, a capo della V Direzione Ambiente e Pianificazione, che gode della stima e fiducia di De Luca, ma avrebbe molte chance anche per il vice sindaco Carlotta Previti, esperta in Programmazione comunitaria, che è riuscita a portare in città, secondo un report, oltre un miliardo di euro in fondi extrabilancio e per il 70% con la partecipazione a bandi. Messina è anche la città a cui l’Agenzia per la coesione ha riconosciuto il primato in Italia in capacità di spesa. Sono tutte carte che giocano a favore del vice sindaco e che De Luca giocherà per valorizzare la sua azione di governo, interrotta bruscamente a un anno e mezzo dalla fine naturale del mandato.

Perché dunque non portare a termine il mandato? Perché andare via prima lasciando la città a un commissario e trascinarla in una lunga campagna elettorale? De Luca sta dando fondo a tutta la sua capacità comunicativa per fare capire ai messinesi i motivi alla base della sua decisione, convincerli che non ha “usato” la città, come dicono i suoi detrattori, come trampolino di lancio verso la presidenza della Regione. “Con questo Consiglio – ha detto – che mette il freno a mano a tutti i nostri atti non è più possibile continuare. Ho fatto l’80% di quanto previsto nel mio programma e i consiglieri hanno paura del confronto. Per questo si sono rifiutati di aprire il dibattito in Aula sulle mie relazioni annuali”.

Sono frasi che il sindaco ripete quasi come un mantra per motivare le dimissioni, anche con il susseguirsi di dirette social in compagnia di assessori e dirigenti delle partecipate, per raccontare ai messinesi cosa è stato fatto in questi tre anni e mezzo. Una narrazione che non è soltanto riepilogativa del mandato ma rafforzativa di un messaggio: la sola alternativa possibile a De Luca è De Luca, attraverso un suo uomo o donna. “Vogliamo dare la città – ha chiesto – di nuovo in mano a chi l’ha ridotta nello stato in cui l’abbiamo trovata? Noi l’abbiamo salvata dal fallimento”.

A proposito di dissesto, sui social, dopo la video conferenza con i magistrati contabili per discutere la situazione economico-finanziaria dell’Ente, si è visto un De Luca visibilmente commosso, quasi in lacrime. “La Corte dei Conti – ha detto – ha apprezzato pubblicamente il lavoro compiuto per salvare la città dal fallimento e l’attestato sulla passione civile che ho profuso nell’esporre le mie controdeduzioni ai rilievi della Magistratura contabile è stato il più bel complimento che potessi ricevere”.

La Corte dei Conti non si è espressa sul salvataggio o meno e non poteva farlo perché con delibera di Giunta del 31 gennaio, l’Amministrazione si è avvalsa della facoltà, concessa dalla legge, di rimodulare ancora una volta il Piano di riequilibrio, procedura che concede a Messina più tempo e più soldi dal Governo per rientrare dai debiti. Una decisione rinviata quindi. La Magistratura contabile si pronuncerà quando il ministero degli Interni approverà il nuovo Piano rimodulato, che però deve ancora avere il via libera del Consiglio comunale. Il Civico consesso per farlo ha 120 giorni di tempo dalla riformulazione, un tempo che i consiglieri si prenderanno per intero malgrado De Luca pressi per un’approvazione immediata e con la sua presenza.

Nel frattempo, se De Luca e la sua Giunta sono entrati nel vivo della campagna elettorale scoprendo obiettivi e strategie, non è chiaro cosa vogliano fare – e con quali candidati – i partiti e i movimenti di centrodestra e centrosinistra. Che stiano costruendo la stessa coalizione che sostiene il Governo Draghi per trovare un candidato unico contro il sindaco uscente? Per il momento è solo fantapolitica.

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