Ieri una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocata dal prefetto Librizzi. Nessuna baby gang, ma episodi isolati di ragazzi che abusano di alcol e stupefacenti
MESSINA – Maggiori controlli sulle strade e nei pressi dei locali della movida, una costante attenzione sull’abuso di droga e alcool da parte degli adolescenti che nei fine settimana si incontrano nelle piazze del centro storico ma soprattutto azioni educative efficaci dei servizi sociali. L’allarme lanciato da forze politiche a associazioni dopo l’aggressione di sabato scorso al ragazzo di 14 anni nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele, è stato raccolto dal prefetto Maria Carmela Librizzi.
Durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza e il confronto con i vertici di Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Tribunale dei minori e vigili urbani, è stato comunque escluso che in città vi sia un’emergenza baby gang. “Abbiamo – ha detto il prefetto – degli episodi di contrasti tra ragazzi, dei fatti di violenza che coinvolgono minori e sono determinati anche dall’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti, ma non si può parlare di bande organizzate. Bisogna quindi fronteggiare questi fenomeni, lavorare sulla prevenzione senza sottovalutare nessun episodio”.
Sono stati esclusi presidi fissi sul territorio ma anche l’intervento dell’Esercito, suggerito dal deputato regionale di FdI Elvira Amata. “Non è così – ha detto Maria Carmela Librizzi – che si combatte il fenomeno, perché è impossibile presidiare ogni luogo, né ha un rilievo la presenza di militari che controllano obiettivi fissi. C’è la necessità di incrementare la percezione di sicurezza e lo si può fare con un aumento dei servizi di controllo delle Forze dell’ordine insieme alla Polizia municipale. È importante valorizzare ogni sinergia istituzionale per affrontare concretamente il fenomeno”.
L’area che in questi ultimi mesi è stata scenario di atti di aggressione e teppismo è quella circostante piazza Duomo, Palazzo Zanca, piazza Antonello, via Primo Settembre fino a Piazza Cairoli. “Non chiamatele baby gang perché si esaltano, si sentono lusingati. È un errore dei giornalisti. Bisogna chiamarli teppisti” ha detto Saverio, un ragazzo di 16 anni che frequenta il sabato sera le piazze del centro storico e, suo malgrado, si è trovato ad assistere a episodi di bullismo e agli effetti dell’abuso di alcol. Ha detto di avere provato fastidio in questi giorni nel vedere le pagine dei giornali chiamare baby gang questi gruppetti di esaltati che vandalizzano a casaccio e prendono di mira i più deboli, magari sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. “Piazza Municipio – ha concluso Saverio – è un posto su cui Polizia e Carabinieri dovrebbero fare più controlli”.
Alla riunione in Prefettura, oltre ai vertici delle Forze dell’ordine erano presenti anche rappresentanti dell’Amministrazione comunale, dei commercianti, della Camera di Commercio e il Garante dell’Infanzia e Adolescenza Angelo Fabio Costantino. “Dobbiamo prendere atto – ha detto Costantino – che la città non è sicura, nonostante il costante controllo del territorio e l’intervento della Magistratura minorile. La violenza e l’aggressività dei minori sono il segnale che qualcosa nei nostri sistemi di prevenzione del disagio adolescenziale e nei servizi non funziona. Come operatore non sono disposto a liquidare il dilagare della violenza minorile come manifestazione di disagio psichico-psichiatrico di una piccola fetta della popolazione. Quest’approccio serve solo a deresponsabilizzare noi adulti appartenenti alle istituzioni delegando ai processi di cura l’intervento”.
“Dobbiamo avere il coraggio – ha concluso – tutti insieme, di metterci in discussione. Finché l’aggressività verrà tollerata in tutti i luoghi, anche virtuali, frequentati dai ragazzi e talvolta innalzata a modello positivo di forza e determinazione continueremo a raccontare l’ennesimo atto di violenza. Sono preoccupato e dispiaciuto, ma conosco anche la competenza e la determinazione di molti operatori dei servizi della città che vanno però sostenuti e messi in rete”.