MESSINA – In questo anno di narrazione sul Risanamento e sull’attività di ArisMe – l’agenzia nata per dare finalmente una risposta ai tanti che ancora vivono in case fatiscenti – si sono rincorsi numeri e annunci. I dati registrati e i risultati raggiunti, che risentono delle lungaggini procedurali, mostrano però che la strada verso la liberazione dal degrado è ancora lunga.
Si ha difficoltà a reperire alloggi da acquistare sul mercato immobiliare ma soprattutto sembra che nessuno sia disposto ad affittare. Appare invece più come una provocazione l’idea lanciata da ArisMe di comprare l’ex Hotel Riviera, di proprietà della Città Metropolitana, per farne alloggi da assegnare ai baraccati.
Un’accelerazione il sindaco Cateno De Luca l’avrebbe voluta dare con la dichiarazione dello Stato di emergenza per motivi igienico-sanitari, che gli avrebbe assegnato poteri speciali. Una richiesta non accolta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione civile. Deroghe alle procedure di assegnazione in casi di grave situazione sanitaria sono state inserite nel Ddl di modifica della Lr 10/90 presentato all’Ars dal deputato Danilo Lo Giudice, avversate in Aula dal deputato Pd Antonio Cracolici per la troppa discrezionalità data al sindaco. Ma esiste un’emergenza sanitaria nelle baraccopoli? Dai rilievi fatti dai medici dell’Asp sembrerebbe di no, neppure in relazione all’amianto con cui sono fatte molte casupole.
Le baracche restano comunque un problema. Nell’ultimo censimento del 2002 si parlava di un fabbisogno di 2.722 unità abitative. Dal 1990 al 2019 sono state realizzate e assegnate 606 alloggi per un costo di 78 milioni 600 mila euro sui circa 258 milioni assegnati dalla Legge 10/90. Non si conosce il numero esatto dei nuclei familiari che vivono attualmente in baracche, aventi diritto all’assegnazione di un alloggio.
Nel suo report il vice sindaco Salvatore Mondello parla di circa 3.000 unità, perché intanto sono emerse situazioni mai censite, fuori dalle aree di risanamento. Le 606 abitazioni assegnate hanno avuto un costo medio per alloggio di circa 122 mila euro. L’Agenzia con riferimento agli alloggi da acquistare sul libero mercato, con le manifestazioni d’interesse attivate, ha valutato un costo medio di circa 80 mila. Un elemento che accredita la scelta dell’acquisto più conveniente rispetto alla costruzione di nuovi alloggi.
“Sono stati reperiti – è scritto nel report – circa 600 immobili (derivanti dalla pubblicazione di due bandi diversi) aventi caratteristiche idonee per l’utilizzo residenziale. In ogni caso, l’Agenzia sta procedendo, oltre che alla verifica tecnico-amministrativa degli immobili anche alla predisposizione di un nuovo bando. Ci sono circa duecento alloggi che sono al vaglio dei valutatori esterni, novanta già validate, notificate alle ditte e in attesa della documentazione ai fini del rogito e gli altri in attesa di valutazione o di integrazioni per chiarimenti dalla Commissione di verifica”.
Entro dicembre il presidente del Cda ArisMe Marcello Scurria conta di completare la procedura di acquisto dei duecento alloggi con le risorse disponibili. Per il risanamento sono stati riprogrammati circa 30 milioni di euro di fondi Pon e Poc e recuperati, dopo una verifica con l’assessorato regionale competente, circa 13 milioni di euro dei finanziamenti impegnati e non spesi.
“A maggio – ricorda Mondello – il Consiglio comunale ha approvato la variazione delle priorità delle aree da risanare con riferimento alla zona dove ricadono le case D’Arrigo; un provvedimento necessario per liberare il cantiere per la realizzazione della via Don Blasco e procedere con lo sbaraccamento di una porzione dell’ambito D, con risorse già inserite nel quadro economico relativo alla realizzazione della nuova strada”.
Anche lo sgombero, sistemazione delle famiglie e la demolizione delle case D’Arrigo, sono operazioni che secondo il cronoprogramma dovrebbero completarsi entro la fine dell’anno.