MESSINA – Risanamento e disagio abitativo sono le due facce dello stesso problema: il bisogno di casa che in città riguarda migliaia di persone.
Da una parte lo sbaraccamento, dall’altra le urgenze riguardanti non soltanto chi ha uno sfratto per morosità, ma anche chi ha perso il lavoro e le famiglie con malati o disabili che vivono in abitazioni fatiscenti. Le assegnazioni in questo caso sono ripartite in base a un’apposita graduatoria per la locazione definitiva. Le soluzioni passano su due binari distinti, con modalità e tempi che corrono paralleli anche se l’obiettivo è lo stesso, quello di reperire case.
“Non ci sono alloggi disponibili per rispondere all’emergenza abitativa – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Alessandra Calafiore – nonostante l’incessante lavoro degli uffici competenti dei Dipartimenti comunali, rivolto sia al recupero degli alloggi che alla loro manutenzione. Per tale motivo, l’Amministrazione ha voluto indirizzare ogni fonte di finanziamento, regionale, nazionale ed europea, in tal senso. Per quei casi di particolare emergenza, la soluzione viene cercata attraverso l’assegnazione in deroga con determinazione sindacale”.
Due anni fa erano 132 le domande presentate per l’assegnazione in deroga e anche l’Esecutivo di allora lamentava la mancanza di alloggi senza riuscire ad arginare il fenomeno delle occupazioni. La situazione adesso è ancora più critica e le risposte che sono state date ai rappresentanti del Si Cobas, che da anni sostiene le famiglie con disagio abitativo, nel corso di un tavolo tecnico con l’Amministrazione di Palazzo Zanca, non sono state ritenute soddisfacenti. Il Si Cobas nei mesi scorsi aveva proposto un regolamento per le assegnazioni in regime di autorecupero di tutti quegli immobili comunali chiusi per mancanza di manutenzione.
“Questa procedura – ha detto l’assessore Calafiore – è già stata presa in considerazione da questa Giunta e introdotta in alcune linee di azione del Pon Metro, pertanto l’interesse verso la proposta del Si Cobas è massimo ed è oggetto di un apposito tavolo di lavoro che avrà sicuro seguito ed inserito in un eventuale nuovo regolamento comunale”.
“Le soluzioni proposte a medio e lungo termine – ha sottolineato Valentina Roberto del Si Cobas – prevedono una definizione della graduatoria entro novembre, poi l’avvio di un censimento degli immobili di cui si dovrebbe occupare la Patrimonio Spa. Non avendo inoltre a disposizione immobili, se non 4 o 5 per le assegnazioni in deroga, il Comune si vorrebbe affidare ai fondi Pon Metro che prevedono soluzioni di locazione con copertura dei i canoni per tre anni fino all’80%, con percorsi di tirocinio lavorativo, monitorati dai servizi sociali. Pertanto chi ha partecipato al Bando Erp 2018, potrebbe avere come soluzione la proposta di locazione per tre anni. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile, alla luce del fatto che un consistente numero di famiglie in emergenza abitativa attendono garanzie con tempi più celeri e soluzioni stabili”.
“Durante l’incontro – ha concluso – è emersa la volontà di dare priorità alle famiglie che vivono nelle strutture abitative occupate, creando disparità e guerra tra poveri con chi invece ha deciso di attendere, come dire che chi ha occupato, ha fatto bene”.
Una tesi, però, respinta dall’Amministrazione, con l’assessore Calafiore che ha voluto ribadire come la Giunta contrasti la logica dell’occupazione abusiva quale mezzo per avere riconosciuto il diritto alla casa. Ma c’è una Legge regionale da applicare. “La Regione Sicilia – ha sottolineato – con una norma ha voluto porre un termine all’illegale pratica dell’occupazione di alloggi con la possibilità, per chi occupa, di sanare la propria posizione attraverso la procedura di regolamentazione, aperta presso gli uffici del dipartimento Politiche per la Casa. Constatato che sono ancora molti gli occupatari irregolari, l’Amministrazione, nei termini di legge, aprirà il procedimento del recupero degli alloggi, in favore di nuclei che hanno una effettiva emergenza abitativa”.