Infrastrutture e viabilità: criticità e troppi ritardi a Messina - QdS

Infrastrutture e viabilità: criticità e troppi ritardi a Messina

Lina Bruno

Infrastrutture e viabilità: criticità e troppi ritardi a Messina

venerdì 12 Novembre 2021

Preoccupa lo stato di autostrade ed ex strade provinciali. Il vicepresidente di Sicindustria, Ivo Blandina: “Le condizioni attuali sono indice di zero programmazione e nessuna manutenzione”

MESSINA – Troppi ritardi da colmare nel sistema delle infrastrutture dove alle criticità che si trascinano da anni si aggiungono le emergenze. A pagarne le conseguenze i cittadini e le imprese che vedono lievitare i costi della logistica.

È un problema che investe ancora l’intera isola malgrado l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone abbia recentemente ricordato i 300 cantieri aperti dal Governo Musumeci “in una Sicilia che cascava a pezzi”. Un’azione che è servita a recuperare una parte dei ritardi accumulati che sono ultradecennali, ma ci sono altre centinaia di opere che ancora aspettano l’avvio, come dichiara al QdS, Ivo Blandina, vicepresidente regionale di Sicindustria e presidente di Sicindustria Messina e della Camera di Commercio, opere progettate e finanziate oltre un ventennio fa.”Un opera pubblica in Sicilia che sia viaria, portuale o legata a servizi essenziali come depurazione e fornitura d’acqua accumula ritardi gravissimi e questo si riflette negativamente sulle imprese e in tutti i settori”.

Ci sono poi territori che hanno più difficoltà di accesso e la provincia di Messina ha una viabilità piuttosto complicata. Falcone ha citato la Statale Nord-Sud fra Enna e Messina, “era un’opera abbandonata da tutti, oggi sono aperti i primi dieci chilometri e a settembre 2022 riconnetterà l’A19 ai Nebrodi e alla costa tirrenica”. E qualche mese fa il sindaco di Montalbano Elicona Filippo Taranto dichiarava al Qds che finalmente dopo quattro anni di lungaggini burocratiche erano iniziati i lavori di ammodernamento e messa in sicurezza sulla Sp 112, la strada di collegamento che da Falcone porta a Montalbano, il completamento forse entro quest’anno. La viabilità interna però resta con tutte le sue criticità malgrado le buone intenzioni istituzionali, comprese quelle della Città Metropolitana di Messina che a marzo scorso contava tra lavori in corso o appaltati e in fase di consegna un impegno di 45 milioni di euro e altri 24 milioni da appaltare.

“Si sente sempre di grandi investimenti – dichiara l’imprenditore messinese, Alessandro Faranda – mi chiedo però, perché tra le risorse che vengono comunicate e la realtà ci sia un abisso. Capisco che una frana non si possa prevedere, ma la manutenzione dovrebbe essere una regola e non un impegno straordinario. Sulla A18 i lavori di ripristino della carreggiata a sei anni dalla frana di Letojanni non sono ancora ultimati”.

“Le due autostrade hanno tutte le gallerie con limite di 80 chilometri orari e problemi di sicurezza – sottolinea Blandina – e poi le frane, adesso quella di Alì, indice tutto questo di programmazione zero nelle manutenzioni; si è costretti a rincorrere in emergenza i lavori di tenuta della dotazione infrastrutturale, poi sulle nuove infrastrutture è indubbio che siamo in ritardo. È difficile muoversi anche in treno, e questa novità del frecciabianca, un treno di 30 anni fa colorato di bianco, non risolve niente. Comprendiamo lo sforzo del governo regionale per fare partire i cantieri e attrarre nuove risorse però la situazione resta difficile. Servirebbe la nomina di commissari per velocizzare le grandi opere e una gestione puntuale ed efficiente delle manutenzioni”.

Per Blandina il Ponte sullo Stretto è l’indice del governo nazionale per la riduzione del peso dell’insularità ed è la risposta per collegare al resto della rete dei trasporti europea il nostro sistema. “Continuo a sentire parlare di Ponte -dice Faranda- opera che condivido, ma non può rimanere l’unico tema strapuntino della politica, quando ci accorgiamo che è un’odissea già spostarci da Messina a Catania.

Preoccupano anche le strade statali o ex provinciali: manti stradali deformati o che si sgretolano, illuminazioni precarie o inesistenti, arterie prive di barriere di sicurezza. La mia azienda – spiega Faranda – si trova nell’area dei Nebrodi e siamo costretti ad affrontare notevoli sacrifici per ottimizzare al meglio la logistica e garantire trasporti e consegne. Facciamo tutto quello che serve anche il Ponte- ribadisce Blandina- con un cronoprogramma che mette in dipendenza il ponte con le altre opere. L’infrastrutturazione va fatta tutta e presto, organica e modulare ad una programmazione strategica”.

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