MESSINA – Si potrebbe ancora cambiare rotta, ma il percorso verso la liquidazione di Atm è avviato e c’è il Piano industriale della nuova Spa.
A volere un cambio di visione sono però Cgil e Uil, che hanno chiesto all’Amministrazione un tavolo di approfondimento, e anche alcuni consiglieri comunali Pd e M5s hanno avanzato preoccupazioni in seconda commissione, dove si sta esaminando il Piano dei liquidatori. Ma se da una parte c’è un fronte che dice ancora “No” alla liquidazione dell’azienda speciale, dall’altra ci sono l’Amministrazione comunale e Cisl, Faisa, Ugl e Orsa che si confrontano sul Piano Industriale 2020-2022, approvato dal Consiglio di amministrazione della nuova Atm Spa, con una previsione di investimenti che vanno oltre gli 87milioni di euro.
Il Piano presentato alle organizzazioni sindacali, che dovranno inviare entro giovedì le loro osservazioni, “è frutto – ha affermato il sindaco Cateno De Luca – di un lavoro concertativo con i vertici aziendali con l’ausilio del management di Asstra service. C’è il mantenimento degli impegni che l’Amministrazione ha assunto con i sindacati nel Salva-Messina, quelle di riservare un importante investimento di risorse del trasporto pubblico locale per la riconversione e riorganizzazione Aziendale e l’innalzamento della qualità e quantità dei servizi, salvaguardando tutti i posti di lavoro e avviando un’azione di contrasto all’evasione utile anche all’ampliamento dei posti di lavoro (previsti 162 conducenti in più)”.
Soddisfatti i rappresentanti di Fit Cisl, Faisa, Ugl e Orsa, Letterio D’Amico, Lillo Sturiale, Tonino Sciotto, Mariano Massaro secondo cui nel passaggio d’azienda deve essere mantenuto il contratto di lavoro degli autoferrotranvieri. Il sindaco vuole arrivare alla definizione del Piano industriale non oltre il 23 novembre, visto che “la Giunta entro fine mese approverà il Bilancio di previsione 2020-2022, con gli investimenti previsti nel piano, riportati nel documento di programmazione economico-finanziaria”.
Alla riunione non erano presenti i rappresentanti di Cgil e Uil. De Luca ha lasciato ancora aperto uno spiraglio per la ripresa del dialogo con la Cgil, ma sembra voglia escludere dai prossimi incontri la Uil, avendo il segretario Ivan Tripodi inviato una comunicazione ufficiale di rinuncia al confronto. Ma le posizioni dei due sindacati sono le stesse. In un comunicato stampa il segretario Cgil Giovanni Mastroeni e della Uil Tripodi hanno sottolineato come sia prematuro discutere del nuovo Piano industriale mentre è ancora in discussione in Commissione consiliare il Piano di liquidazione della vecchia Atm. Mastroeni e Tripodi hanno chiesto “la convocazione di un tavolo in cui l’Amministrazione comunale, i capigruppo, il management aziendale e le organizzazioni sindacali discutano approfonditamente prima di effettuare scelte definitive e irreversibili”.
“La nostra proposta per far fronte alla delicata situazione economica – hanno aggiunto – è di procedere alla creazione di due aziende: una bad company nella quale far confluire il monte debitorio mantenendo nel tempo necessario per la copertura dei debiti maturati a diverso titolo ed una new company Spa in house che possa operare svincolata da debiti e nella quale far confluire subito tutti i dipendenti, sviluppare i servizi necessari all’utenza e realizzare gli investimenti. Alternativamente si può valutare la ricostruzione del debito per aziende in crisi da sovra-indebitamento lasciando in vita l’Atm azienda speciale”.
La strada verso la messa in liquidazione, avviata un anno fa, non è stata finora facile. Il balletto di cifre, la denuncia della Uil di trattamenti discriminatori nei confronti di alcuni suoi iscritti, poi la bocciatura del Consuntivo 2018 e l’invio da parte dei revisori Atm alla Corte dei conti degli atti sulla gestione amministrativa dell’azienda del 2018 e 2019, fino alla lite tra il sindaco Cateno De Luca e il presidente del Collegio Felice Genovese e infine la visita negli uffici di via La Farina della Guardia di Finanza.