Positivo l’innesto di quattro figure per il potenziamento dei controlli, ma rimangono comunque soltanto in dodici per coprire tutto il territorio
MESSINA – La sicurezza sul lavoro non va mai in ferie, anzi questa estate rovente ha fatto emergere nuove situazioni di rischio per i lavoratori dei cantieri, con sempre più frequenza di incidenti e quindi rischio vittime.
La mancanza di controlli e di una cultura della sicurezza, la carenza di personale negli Uffici territoriali dell’Ispettorato e di un proficuo coordinamento in Sicilia tra le nove sedi, crea disservizi. L’arrivo di quattro nuovi ispettori del lavoro a Messina è una buona notizia, auspicata e richiesta per combattere il fenomeno dell’illegalità e per garantire i controlli necessari al rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. A dirlo è il segretario generale Antonino Alibrandi, commentando l’assegnazione di nuove unità all’Ufficio che ha competenza sull’area messinese.
“Ci auguriamo – afferma Alibrandi sia solo l’inizio – un segnale che aspettavamo da tempo. Confidiamo molto nel loro lavoro e auspichiamo che siano utilizzati proprio per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e non in attività diverse. Speriamo che il direttore dell’Ispettorato del lavoro convochi un incontro operativo per operare in sinergia con l’Ente”.
Per il momento Enrico Zaccone, che dirige l’ufficio di via Ugo Bassi da circa un anno, è in ferie e lo sostituisce il funzionario Angelo D’Antoni. Il dirigente spiega al QdS che “dei quattro ispettori previsti a Messina sui 29 assegnati nei nove uffici siciliani, ne è arrivato finora soltanto uno ed è stato collocato al Nil, il Nucleo che insieme ai Carabinieri si occupa delle ispezioni nei luoghi di lavoro. Dell’arrivo degli altri si vedrà nelle prossime settimane. In ogni caso queste figure non sono mai abbastanza per un territorio così vasto come quello della provincia di Messina con 108 Comuni”.
Nell’ufficio dell’Ispettorato messinese lavorano 65 unità tra cui il direttore, un funzionario e 12 ispettori tra cui uno prossimo alla pensione. Fondamentale per i controlli sul territorio il supporto dei Carabinieri del nucleo dedicato. Ma dopo le ispezioni ci sono le pratiche da espletare, i contenziosi da dirimere e anche in questo caso il meccanismo è boccato con un notevole arretrato che non si riesce a smaltire. “La situazione – spiega D’Antoni – è comunque critica in tutti gli uffici siciliani: Ragusa ha un solo ispettore, pochissimi anche a Palermo”.
Non è solo un problema di carenza di personale secondo Venerando Lo Conti, dirigente regionale che per lungo tempo ha diretto l’Ufficio dell’Ispettorato di Messina e prima di andare in pensione è stato nell’Ufficio di Palermo dove aveva solo quattro ispettori di cui due par time. “È un problema – sottolinea – anche di un’adeguata formazione che spesso il personale non possiede. Carenza di organico più mancata formazione che nel tempo si è determinata fa sì che questo mondo viva una situazione non facile. Questi uffici intanto andrebbero diretti da persone competenti e controllati da persone altrettanto competenti. Credo che in Sicilia dovrebbe nascere una sorta di Agenzia così come c’è nel resto d’Italia. Da noi c’era l’Ispettorato regionale che nel 2012 si chiamò Servizio V, VII e così via, che non ha assolto più a quelle funzioni che aveva prima dalle riunioni periodiche alla formazione. Ci vorrebbe un serio coordinamento con personale qualificato e linee di indirizzo e organizzazione uguali in tutte le nove province”.
I quattro ispettori in più a Messina rappresentano una buona notizia anche per Ivan Tripodi, segretario provinciale della Uil. “Un piccolo segnale – ha detto – ma sono sempre pochi. Spero sia un punto di partenza perché purtroppo con quattro in più non si risolvono i problemi dei controlli che sono fondamentali per prevenire i morti e fare emergere il lavoro illegale. Abbiamo fatto un calcolo che con gli ispettori in organico un’azienda potrebbe essere sottoposta a ispezione solo ogni 17 anni. Intanto una cosa positiva è che è stata chiusa finalmente la convenzione con l’Ispettorato nazionale del lavoro che fa entrare la Sicilia in questa piattaforma come corresponsabilità, così come tutte le altre regioni”.
Lo sblocco dei concorsi potrebbe risolvere le criticità immettendo energie nuove e con numeri sufficienti ad assolvere alle funzioni, con i tempi dei concorsi, però, che non sono certo immediati”.