Messina, Parco scientifico-tecnologico: cambia il progetto - QdS

Messina, Parco scientifico-tecnologico: cambia il progetto

Messina, Parco scientifico-tecnologico: cambia il progetto

giovedì 05 Settembre 2024

Il piano dell’I-Hub è in fase di definizione. Il Comune pubblicherà un bando di progettazione internazionale per la costruzione dell’opera, che avverrà con l’utilizzo dei fondi del Pon Plus 21/27

MESSINA – Un progetto, quello dell’I-Hub, in via di definizione, modificando parzialmente quelle che erano le linee iniziali che privilegiavano la funzione di incubatore di imprese tecnologiche.

L’I-Hub nei pressi della stazione e dell’imbarco delle navi Fs

L’area in cui sorgerà, nei pressi della stazione e dell’imbarco delle navi Fs, sarà ridisegnata con demolizioni di strutture abbandonate e fatiscenti e ricostruzioni di plessi moderni e sostenibili dal punto di vista energetico, ma anche con delle architetture di qualità, che possano rappresentare un bel biglietto da visita per chi arriva da fuori. Nei mesi scorsi si era messa in dubbio la disponibilità di risorse del Comune per procedere con il progetto, si era parlato della perdita del finanziamento; ma era intervenuto, tra gli altri, il direttore generale Salvo Puccio, chiarendo che i fondi che in origine erano per l’I-Hub erano stati sbloccati nel marzo 2023, era stato fatto il progetto esecutivo e lì si era visto realmente quanto sarebbe costata l’opera. Le risorse per la costruzione sono nel Pon Plus 21/27.

“Del Pon – ha detto Puccio – rendiconteremo 131 milioni e altri 22 milioni di fondi che già avevamo speso sul Poc, Programma operativo complementare, e li porteremo sul Pon. Le opere che abbiamo realizzato sul Poc le rendicontiamo nel programma successivo. L’efficienza della macchina da spesa non può mai essere così esaustiva da spendere il cento per cento. Ci sarà sempre una variazione, ad esempio dovuta ad un ribasso, in ogni caso abbiamo appaltato tutte le opere del programma Pon 2014-20 e le stiamo realizzando”.

Il punto della situazione sulle fasi che vedranno nascere l’I-Hub

In III Commissione consiliare, presieduta da Emilia Rotondo, si è fatto il punto sulle fasi che vedranno nascere il Parco scientifico-Polo dell’innovazione tecnologica, pensato già nel 2019 dall’ex sindaco Cateno De Luca e dall’assessore Carlotta Previti, e che, secondo l’attuale cronoprogramma, ne prevede il collaudo nel 2029. “L’I-hub assume il ruolo di cerniera in una zona a ridosso della portualità,- ha detto il vicesindaco Salvatore Mondello – Le macroaree di intervento sono la demolizione e le progettualità future. Si è scelta la modalità della ristrutturazione urbanistica, con la demolizione e la ricostruzione. La fase di demolizione ha già visto l’abbattimento di due fabbricati, i mercati generali e il mercato ittico, mentre bisognerà passare da una nuova fase di appalto integrato per gli ex silos e la casa del portuale, si prevede entro il 2025 la fine delle demolizioni, poi si passerà alla progettualità”.

“Si è registrato un cambio di paradigma perché in seno alla Giunta – ha aggiunto Mondello – abbiamo deciso di formulare un bando di progettazione internazionale supportati dall’Ordine degli Architetti. Bisogna puntare sulla qualità dell’architettura che si andrà a realizzare visto che parliamo di una cartolina, un biglietto da visita. Da un lato la stretta qualità e bellezza dell’architettura, dall’altro la funzionalità”. L’architetto Pasquale Tripodo responsabile del procedimento, ha parlato del secondo progetto di fattibilità tecnico-economica per acquisire la casa del portuale.

“Potevamo solo demolirlo – ha spiegato Tripodo – ma abbiamo dovuto adeguare la progettazione per poter riutilizzare tutto in una fase successiva. Stiamo elaborando il bando per l’appalto integrato e potremo concludere attorno a marzo anche con le fasi operative. Contestualmente stiamo preparando la fase di edificazione e costruzione”. E sui fondi, sono stati usati quelli del Pon Metro, i Poc Metro per le prossime demolizioni e bonifica, circa 6 milioni di euro, che serviranno anche per spostare e sostituire due cabine elettriche di trasformazione della linea del tram, e infine si useranno i fondi di programmazione 21-27 per la fase successiva”.

Per l’Amministrazione “l’area ha una rilevanza strategica e sicuramente l’avvento della Zes unica ha rimodulato un po’ la questione, – ha sottolineato Mondello – ma la funzione sarà dettata dalle linee guida del Dip, il documento di indirizzo alla progettazione. Si è sempre parlato di una funzione polivalente, con una prevalenza dell’aspetto tecnologico. Pensiamo ad aree co-working, ma anche a sale congressi e grandi eventi. La collaborazione con Unime nasce da un bando precedente, dove venivano richiesti requisiti legati a ricerca e innovazione. Nel Dip sono state inserite funzionalità che derivano da progettualità condivise tra Comune e Unime.

“Ricordiamoci – ha concluso Mondello – che alle spalle di questa area ci sarà un polo universitario (edificio Fs che ristrutturato diventerà residenza per studenti ndr) e che c’è sempre il parcheggio Cavallotti che beneficerà di migliorie in campo energetico. Le funzioni avranno prevalenza nell’ambito tecnologico, ma puntiamo a usare gli spazi in maniera polivalente, utile al contesto in cui si trova”.

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