Piano piccoli cantieri, sei milioni per Messina - QdS

Piano piccoli cantieri, sei milioni per Messina

Piano piccoli cantieri, sei milioni per Messina

sabato 01 Febbraio 2020

In ballo ci sono risorse per oltre sei milioni di euro destinate all’area metropolitana messinese. Uno strumento per accelerare gli investimenti e rilanciare l’economia e l’occupazione

MESSINA – Della nuova tranche di risorse per il Piano piccoli cantieri dei Comuni, rifinanziato con la Legge di bilancio per il 2020, ci sono oltre sei milioni di euro anche per l’area metropolitana messinese. Risorse con cui si potranno realizzare interventi di messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici, patrimonio comunale e abbattimento delle barriere architettoniche.

La misura, voluta dall’Ance, gestita dal ministero degli Interni con assegnazioni annue fino al 2024, si è rivelata secondo i costruttori un valido strumento per accelerare gli investimenti: nel 2019 la spesa dei Comuni per interventi utili ai cittadini è aumentata del 16%, ma è un dato nazionale che si abbassa se consideriamo la realtà siciliana e messinese in particolare. Da qui l’appello del presidente dell’Associazione costruttori edili di Messina, Giuseppe Ricciardello, ai 108 Comuni per attivarsi velocemente al fine di cogliere questa opportunità: “L’Ance è sempre disponibile a fornire tutto il supporto necessario per usufruire delle risorse assegnate e dare risposte immediate alle esigenze del territorio e del settore”.

Per Ricciardello “il Piano piccoli cantieri è una misura che ha ottenuto risultati positivi e su cui il Governo ha deciso di scommettere. Per questo ci auguriamo che il meccanismo in futuro venga ulteriormente incrementato e potenziato così da poter intervenire in maniera più incisiva sulla messa in sicurezza dei nostri territori e favorire la ripresa del settore”.

L’esecuzione dei lavori si deve avviare entro il 15 settembre prossimo e in caso di mancato rispetto del termine il finanziamento sarà revocato. I Comuni della Città Metropolitana di Messina hanno a disposizione 6 milioni 160 mila euro, su un complessivo di 28 milioni 460 mila euro assegnati alla Sicilia, da distribuirsi nei 108 Enti secondo il numero degli abitanti. Si va da un minimo di 50 mila euro per Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti a un massimo di 250 mila euro per chi supera i 250 mila abitanti (anche se il capoluogo si ferma a 210 mila euro). Non si tratta certo di cifre consistenti, ma sono comunque capaci di muovere l’economia e dare un minimo d’incremento all’occupazione, così come evidenziato sia dai costruttori che dai sindacati, in un momento in cui le grandi opere fanno fatica a decollare e, se si avviano, procedono con lentezza (basti pensare agli approdi di Tremestieri, al torrente Catarratti-Bisconte, dai Depuratori al Risanamento, alla Via Don Blasco).

Negli ultimi dieci anni il comparto costruzioni ha perso 11 mila posti di lavoro e per Ivan Tripodi, segretario Uil e Pasquale De Vardo della Feneal Uil “le parole d’ordine per il 2020 devono essere sbloccare l’esistente e progettare il nuovo”.

“Diventa fondamentale – hanno aggiunto – iniziare a mettere in campo nuove idee di sviluppo infrastrutturale, nuovi progetti di viabilità primaria e secondaria, pensare al risanamento in maniera realistica utilizzando le risorse che lo Iacp ha, costruendo nuovi alloggi, adeguare in maniera antisismica gli immobili pubblici, investire in edilizia sanitaria dove le risorse ci sono”.

Da qualche parte, insomma, bisogna cominciare. Gli interventi con i piccoli investimenti, da avviare entro l’estate, che prevedono una procedura d’appalto e affidamento più snella, riguardano l’efficientamento della pubblica illuminazione, il risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale, l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono finanziati inoltre progetti di sviluppo territoriale, comprese azioni in materia di mobilità sostenibile, interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e abbattimento delle barriere architettoniche. Il 50% delle somme viene erogata dopo la verifica dell’avvenuto inizio dell’esecuzione dei lavori e il restante 50% dopo la trasmissione, al ministero dell’Interno, del certificato di collaudo. Nel caso di risparmi derivanti da ribassi d’asta, gli importi sono vincolati fino al collaudo, dopo possono essere utilizzati per ulteriori investimenti.

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