L’obiettivo di tutti i soggetti coinvolti è che l’opera, essenziale per il futuro della Città dello Stretto, possa diventare l’ennesima incompiuta. Lo stato di avanzamento sarebbe soltanto al 25%
MESSINA – Un’opera che rischia di rimanere incompiuta, un fallimento che la città non si può permettere. Alla realizzazione del nuovo porto di Tremestieri è legato un pezzo di futuro messinese, il suo rilancio economico attraverso il mare, con lo sviluppo della logistica, dei traffici ma anche del turismo, la liberazione del centro dal traffico di attraversamento, la riqualificazione della Rada San Francesco.
Il vertice dei giorni scorsi in Comune, convocato dal commissario straordinario Leonardo Santoro, ha messo in evidenza una serie di criticità che hanno confermato la fondatezza dell’allarme lanciato agli inizi di aprile dalla Uil. Alla riunione erano presenti i rappresentanti della Nuova Coedmar, che ha in appalto l’opera, della Comet, che gestisce l’attuale scalo di Tremestieri, di Rfi, del ministero dei Trasporti, che ha erogato i finanziamenti.
Doveva essere completato entro febbraio 2023
La piattaforma logistica intermodale, opera da oltre settanta milioni di euro, che darebbe a Messina un posto di rilievo tra le città con le più importanti infrastrutture portuali, doveva essere completata, secondo l’ultimo aggiornamento e dopo ripetuti rinvii, entro il febbraio del 2023, ma adesso si parla del 2024. Lo stato di avanzamento, infatti, pare sia fermo al 25% e l’impresa ha chiesto una proroga di 560 giorni per completare i lavori. Gli interventi sono stati consegnati nel novembre del 2018 dopo un ritardo di un anno sull’avvio dei cantieri, visto che il contratto era stato firmato nell’ottobre del 2017. La prima data di consegna era stata fissata al 2020, quindi si sono accumulati già quattro anni di ritardo che si possono solo parzialmente spiegare con la pandemia e l’aumento del costo dei materiali che ne è seguito. Una situazione che adesso si è aggravata con la crisi energetica e la guerra in Ucraina.
Rischio di una variante da 20 milioni di euro
Già lo scorso gennaio l’ex assessore ai Lavori pubblici Salvatore Mondello prefigurava un ritardo indicando la fine dei lavori a non prima del dicembre 2023. Adesso sembra ci sia anche il rischio di una richiesta di variante da 20 milioni di euro, risorse al momento non disponibili. Un’altra variante progettuale nei mesi scorsi aveva bloccato i cantieri ma l’intoppo alla fine era stato superato.
A parte le date di consegna, che sono adesso più che mai ipotetiche, si cerca un modo per garantire la prosecuzione dei lavori perché davanti alle difficoltà la Coedmar potrebbe anche lasciare. Pasquale De Vardo, segretario della Feneal Uil, ha dichiarato che ci sarebbe addirittura in atto una valutazione da parte della stazione appaltante di una possibile rescissione del contratto. I rappresentanti sindacali reputano che qualsiasi interruzione dei lavori sopraggiunta prima del completamento della parte più importante del progetto, che consiste nel molo foraneo, il braccio che difende a mare il futuro porto, rischierebbe di vanificare anche quella parte di opere a terra già finite che resterebbero esposte alle forti mareggiate della zona. Bisognerebbe poi ricominciare da zero.
“Occorre intervenire subito – hanno affermato Ivan Tripodi, segretario della Uil, e Michele Barresi della Uiltrasporti – senza attendere l’insediamento del prossimo sindaco, che sarà sicuramente dopo la prossima estate, affinché insieme all’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, che ha investito ingenti risorse nel Piano operativo triennale 2021-2023 per i lavori di quella che è l’infrastruttura più importante della città, si trovino le soluzioni per garantire la prosecuzione e il completamento dei lavori in tempi brevi”.
“Secondo i recenti dati dell’Adsp – hanno aggiunto Tripodi e Barresi – il traffico merci su gomma nell’area dello Stretto è fortemente aumentato nel 2021, rispetto anche al periodo antecedente al covid. Due milioni di mezzi commerciali hanno transitato nello Stretto con un 17% in più delle merci traghettate rispetto al 2019 che si attestano in 14 milioni di tonnellate con un 25% in più rispetto al 2020”.
Il porto di Tremestieri volano di sviluppo economico
I numeri, secondo la Uil, confermano che il segmento del trasporto merci fa di Messina la porta strategica della Sicilia e l’area dello Stretto con il porto di Tremestieri il futuro volano di sviluppo economico della città. “Siamo fortemente preoccupati – hanno concluso Tripodi e Barresi – che il porto di Tremestieri possa diventare la nuova incompiuta della città”.