Dopo anni di attesa, prende forma il piano di risanamento della penisola di San Raineri, l’area falcata di Messina. L’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto ha avviato l’iter operativo per la bonifica della Falce, area simbolo del porto cittadino rimasta a lungo segnata da degrado, inquinamento, insediamenti abusivi di baracche e campi rom.
Il progetto
Il progetto si fonda su un finanziamento di 23 milioni di euro deliberato dal Cipess nel 2024 grazie a una proposta presentata dalla sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, la messinese Matilde Siracusano. Le risorse consentiranno di attivare tre bandi distinti, affidati a Invitalia.
Si tratta di bandi che serviranno per l’affidamento della direzione dei lavori, del coordinamento della sicurezza e dell’esecuzione degli interventi ambientali. La pianificazione tecnica si basa sul Piano di caratterizzazione predisposto dall’Università di Messina e approvato dalla Regione Siciliana.
Gli interventi
Gli interventi previsti comprendono la demolizione dei manufatti pericolanti, la rimozione dei rifiuti soprasuolo, l’asportazione di terreni contaminati, l’eliminazione di materiali contenenti amianto e il recupero del relitto della nave “Rigoletto”. Operazioni complesse che segnano l’avvio di una bonifica attesa da decenni e che impegnerà l’area per diversi anni prima di una piena restituzione alla comunità locale.
La Falce è stata per lungo tempo terreno di confronto tra istituzioni e cittadinanza. Già nel 2016, con il “Patto per la Falce”, Regione, Comune, Università e Autorità portuale avevano formalizzato un impegno integrato per il recupero dell’area. In parallelo, movimenti civici e associazioni culturali hanno mantenuto alta l’attenzione con iniziative pubbliche e campagne di sensibilizzazione.
Il ruolo delle associazioni
Alcune di queste, sono state condotte in particolare proprio dalle associazioni politiche vicine a Ciccio Rizzo, nominato di recente a capo proprio dell’Authority dello Stretto. La supervisione dell’AdPs sull’avvio delle operazioni di bonifica dovrà essere garanzia per il buon esito dei lavori.
Lunedì scorso la fase attuativa si è tradotta in sopralluoghi e procedure di gara, primo passo concreto verso la riqualificazione. Resta da definire un cronoprogramma preciso, ma la direzione appare chiara: restituire alla città un’area strategica, coniugando sicurezza ambientale e rilancio del waterfront messinese, con i lavori della via Don Blasco che consentiranno anche di liberare in maniera pressoché definitiva la città dal passaggio dei mezzi pesanti che approdano ancora nella zona della Falce.

