Intervista a Gennaro Capoluongo, dal primo giugno scorso impegnato per fare della Città dello Stretto un laboratorio di sicurezza
MESSINA – Tanta esperienza, anche in campo internazionale, che vuole utilizzare per fare di Messina un “laboratorio di sicurezza”. Ma nella Città dello Stretto, dove si è insediato il primo giugno, Gennaro Capoluongo vuole essere soprattutto il Questore tra la gente. Di origine campana, esperto di crimine transnazionale e membro del Comitato europeo Interpol, l’alto dirigente di polizia di Stato viene dalla Questura dell’Aquila. Vede Messina una città “in fermento”. Vuole capire le esigenze dei cittadini in materia di sicurezza, con un’idea ben chiara: “La lotta alla criminalità si fa togliendo i soldi alle organizzazioni, lo Stato deve rappresentare una piattaforma di contrasto all’illegalità”.
A pochi mesi dal suo insediamento che idea si è fatto di questa città?
“Messina è il Gate per la Sicilia, in questa città passano milioni di persone, e alla criminalità endogena si aggiungono le criticità legate al transito. Non è solo un discorso di contrasto alla criminalità organizzata, ma di sicurezza del territorio. Ho avuto la fortuna di incontrare un procuratore illuminato che è il dottore Maurizio De Lucia che ha una grande esperienza e con cui abbiamo una comune visione. La sicurezza pubblica è un bene primario, se c’è sicurezza, c’è un’economia che viaggia bene, una tranquillità sociale che viene percepita dai cittadini, ma tutto questo non può essere assegnato solo alle forze di polizia come sentinelle, c’è bisogno di tutte le istituzioni, della famiglia, della società civile in generale. Ognuno deve fare la sua parte in questo modello di sicurezza fatto di complementarietà e per il quale le forze di polizia danno il massimo impulso”.
Ha già messo in campo un progetto di sicurezza?
“Con ‘Estate in sicurezza’ abbiamo voluto dare dei servizi specifici per restituire il territorio ai cittadini. Con tutte le forze di polizia coordinate e un approccio condiviso con il Prefetto, il risultato è stato vincente. Al di là di qualche piccola rissa non abbiamo avuto episodi di particolare allarme sociale. Questo è dipeso anche dal modello della ‘vicinanza alle persone’. Abbiamo agito su vari fronti: intanto l’informazione, l’apertura agli organi di stampa, per spiegare ai cittadini, a volte disorientati, le ragioni dei controlli. Quando non ha funzionato il dialogo abbiamo dovuto sanzionare, ma come estrema ratio. Abbiamo anche individuato le situazioni e i luoghi più a rischio, come le isole Eolie, istituendo apposite task force. In tutta la provincia sono stati fatti centinaia di controlli, emessi una trentina di Dacur (Divieto di accesso alle aree urbane), chiuso per qualche giorno una decina di locali. Fatti anche molti ammonimenti a tutela delle donne per prevenire situazioni più critiche con mariti e compagni. Quest’anno abbiamo avuto un grande flusso sullo Stretto che tutto sommato è rientrato nella normalità, grazie a un piano dettagliato”.
Quali gli strumenti per la lotta alle organizzazioni criminali?
“Voglio incidere nelle misure di prevenzione, implementando le indagini patrimoniali. Il contrasto si fa togliendo i soldi alle organizzazioni criminali, il Questore è un attore importante in questo meccanismo unitamente alla Procura e può fare proposte. Stiamo riorganizzando gli uffici dando attenzione anche alla provincia. Bisogna individuare dove la criminalità organizzata può avere degli appetiti e prevenire attività inquinanti. Lo Stato unito deve rappresentare una piattaforma di contrasto all’illegalità”.
Quali obiettivi si propone di raggiungere?
“Un’ottima organizzazione delle forze di polizia sul territorio con il supporto di nuove tecnologie. Sto mettendo in campo la mia esperienza di indagini internazionali, ho vissuto altri modelli di sicurezza e vorrei trasmettere questa mia esperienza anche a Messina e farne un laboratorio di sicurezza. Stiamo cominciando dall’interno, miglioreremo i nostri commissariati di città, li renderemo più attivi, voglio aggiungere altre macchine sul territorio, fondamentale la videosorveglianza, ormai parte dei sistemi di sicurezza delle grandi città. Operativamente so quello che c’è da fare ma la fetta importante della mia attività sarà la collaborazione con i cittadini. In questi giorni faremo delle visite nelle scuole nell’orario di ingresso dei ragazzi, voglio rendermi conto di persona di quello che succede, parlare con i genitori, capire quali sono le criticità, sentire cosa si aspettano da noi”.