Messina, report Caritas sulle famiglie del territorio - QdS

Messina, report Caritas sulle famiglie del territorio

Messina, report Caritas sulle famiglie del territorio

venerdì 25 Settembre 2020

Divario sociale in aumento tra i più poveri e i nuclei agiati, tra le periferie e il centro città. Associazioni e istituzioni cercano di fare rete per supportare le classi più in difficoltà

MESSINA – Aumentano le condizioni di disagio, con un divario sociale che cresce tra famiglie povere e nuclei agiati, tra zona Sud e Nord della città, tra centro e periferie e una disoccupazione (24%) tra le più alte delle città siciliane. La dispersione scolastica è concentrata nei quartieri più degradati, dove si registra anche il più alto numero di reati commessi da minori.

Questo il quadro che emerge dalla ricerca curata dall’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse della Caritas, che si è fatta promotrice di un tavolo tecnico in cui associazioni e istituzioni (Tribunale dei minori, Asp, Inps, Ufficio scolastico regionale) hanno messo insieme risorse e competenze per rendere più completo il lavoro di analisi.

“Credo molto nella potenzialità delle reti – dice padre Nino Basile, direttore della Caritas – ma a volte è difficile mettere insieme le diverse realtà. Noi ci tentiamo, ma dovrebbe esserci una rete anche tra le istituzioni che si dovrebbero avvalere di più delle associazioni”.

Basile parla di notevoli fasce di povertà. “Il periodo della pandemia – spiega – ha fatto emergere molte criticità. Dai dati del report è emerso per esempio che il Reddito di cittadinanza ha favorito la vita di tante famiglie, ma non è sufficiente perché la gente chiede di farcela con le proprie forze. L’incremento della povertà è legato alla mancanza di autonomia e lavoro”.

Con il progetto “Lavoro e dignità” la Caritas, con i fondi dell’8xMille, ha finanziato nell’ultima annualità 24 borse lavoro e buona parte di esse si sono trasformate in un’assunzione. “Il nostro – aggiunge ancora padre Basile – è un ruolo pedagogico. Il progetto ‘Lavoro e dignità’ è la nostra scommessa: non ci sentiamo a posto quando paghiamo la bolletta a una famiglia, ma quando diamo alla persona la capacità di pagare quella bolletta da sola”.

Il Report prende in esame il 2019 e sei mesi del 2020 attraverso il lavoro dei 24 Centri d’ascolto presenti sul territorio diocesano, composto da 66 comuni. Nel 2019 c’è stata una diminuzione delle richieste di beni e servizi materiali, dal 43% del 2018 al 23,8%, ma aumentano le richieste di lavoro dal 4,3% al 18,5%, quelle di sussidi dal 26,3% al 31%, quelle di un alloggio dallo 0,5% al 3,4%.

“Anche negli interventi – precisa Enrico Pistorino, coordinatore del Report – i Centri registrano degli incrementi rispetto al 2018, tranne che nell’erogazione di beni e servizi, ma anche questa voce nei primi sei mesi del 2020 torna a crescere. Da marzo a giugno, in piena pandemia, gli interventi sono aumentati mediamente del 26%”.

Lo studio sul disagio minorile e quello sulla povertà educativa nel Distretto D26 fanno parte integrante del Report. L’analisi ha comparato e messo su mappa i dati della dispersione scolastica, dei percettori del Reddito di cittadinanza, dei procedimenti penali e civili a carico dei minori, dei casi trattati dal Dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’Asp. Una pluralità di indicatori che attraverso la tecnologia Gis ha consentito di elaborare una vera e propria cartina topografica del disagio giovanile. Il bacino di Gazzi, nella zona centro Sud (Villaggio Aldisio, Fondo Fucile, Minissale) è il più critico, con una dispersione scolastica all’8,49%, il 19,4% dei casi in carico alla Neuropsichiatria infantile, il 31,7% delle domande Reddito di inclusione accolte, il 23% dei procedimenti civili minorili e il 34,5% di quelli penali.

Nelle scuole di Camaro la dispersione è al 6,6%, Giostra, centro Nord, non ha una dispersone scolastica molto alta (2,88%) ma il rione concentra il 21% del totale dei casi della Neuropsichiatria infantile, il 15% delle domande Rei accolte e il 20,7% dei procedimenti penali a carico di minori.

Nella zona Sud la dispersione è intorno al 5%, nella zona Nord e nei Villaggi scende al 2% e si ferma allo 0,49 al centro. Ma quest’ultimo dato si accompagna a un 16,1% di casi a carico dalla Neuropsichiatria infantile e un 13,8% di procedimenti penali, segno che c’è un disagio e una fragilità trasversale alle zone e alle classi di appartenenza.

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