Messina, risanamento e le casette dell’area di Bisconte - QdS

Messina, risanamento e le casette dell’area di Bisconte

Lina Bruno

Messina, risanamento e le casette dell’area di Bisconte

venerdì 03 Settembre 2021

Il villaggio, nel corso degli anni, è stato praticamente tagliato a metà. Adesso le famiglie chiedono opere di urbanizzazione necessarie a rendere più confortevole la loro permanenza

MESSINA – Non vogliono che le loro case siano chiamate baracche. Sono casette, in alcuni casi vere e proprie villette abbellite nei decenni, e ne sono passati parecchi da quando negli anni Trenta del secolo scorso, i loro nonni e bisnonni, li hanno avuti assegnati dall’allora capo del Governo Benito Mussolini.

Sono le famiglie che abitano a Bisconte, uno degli ambiti di Risanamento, oggetto adesso della legge speciale 76/2021, dove già con i fondi della legge 10/1990, sono stati fatti degli interventi di sbaraccamento e ricostruzione. Queste famiglie non chiedono un’altra casa ma opere di urbanizzazione come per esempio un efficiente impianto fognario. Il villaggio è stato praticamente tagliato a metà: le case della parte sovrastante sono state nel 2006 sgomberate e demolite e alle famiglie assegnato un alloggio nel complesso che intanto era stato costruito nella parte alta.

Rimane un terreno di circa diecimila mq dove si realizzerà parte del progetto “Qualità dell’abitare”, elaborato dal Comune e finanziato dal Mims. Il resto delle casette, insieme alla chiesa, la piazza, il bar costituiscono il cuore di una comunità di circa cinquecento persone che teme adesso di dovere lasciare quella dimensione, le loro abitazioni, su cui vorrebbero investire altri soldi, per andare magari in palazzine simili a quelle costruite dallo Iacp, che a 15 anni di distanza si trovano nel degrado.

Sembra una Scampia – ha affermato Alessandro Geraci consigliere M5s della III Circoscrizione – con ascensori non funzionanti, luci nelle scale e pulizie inesistenti, garage ricettacolo di oggetti abbandonati e centro di spaccio, roghi di rifiuti in continuazione. La gente che abita lì rimpiange le casette che aveva prima. L’impianto di Bisconte era quello di un paesino con la chiesa, il convento con le suore, la piazza, il bar. Il Risanamento prima che urbanistico deve essere sociale e lì c’è stato un abbassamento della qualità della vita e della sicurezza”.

“Sto chiedendo un incontro al prefetto – ha aggiunto – al sindaco, al presidente dell’Amam per capire quali siano i progetti per questo villaggio: i soldi del risanamento li utilizzeranno per fare le opere di prima e seconda urbanizzazione, compresi i sottoservizi (per un nuovo sistema fognario secondo l’Amam sono necessari quasi un milione di euro) lasciando l’impianto urbanistico delle casette magari ricorrendo a una sanatoria oppure quel villaggio verrà raso al suolo come Fondo Fucile? Un interrogativo che mi pongono i residenti: la mia casetta me la devo sistemare e spenderci altri dieci/ventimila euro oppure me la buttano giù? Ma finora nessuna risposta. Nel terreno adiacente sono localizzate alcune costruzioni di ‘Qualità dell’abitare’ non credo che avere dei palazzoni sia la scelta giusta”.

“Dal 2006 – ha sottolineato – è cambiato l’approccio, è cambiato il modo di costruire e di vivere le periferie, l’impostazione prima era solo quella di demolire e ricostruire, adesso si parla di rigenerazione urbana e in altre città si prevedono ormai palazzi di pochi piani con cortili e parchi urbani”.

Ma il progetto è stato finanziato e sembra sia coerente con le nuove politiche nazionali dell’abitare. Difficile metterlo adesso in discussione. E torna d’attualità il dibattito sul coinvolgimento delle Circoscrizioni nelle scelte per il territorio. “Non siamo coinvolti – ha affermato Geraci – eppure la III Circoscrizione è quella con più ambiti di Risanamento. Non è chiaro ancora se in queste case ci andranno i residenti di Bisconte o quelli di altre aree. Chiedo quale sia il futuro, perché se lo domandano gli abitanti del villaggio. So che ancora non c’è nulla di definitivo, non c’è neppure un reale monitoraggio, tanto che alcune famiglie non sono censite malgrado ci siano persone che abitano lì dagli anni Cinquanta. È chiaro che con il Risanamento si sta procedendo con le aree dove la situazione è più insostenibile”.

La priorità per Bisconte in questo momento è dunque un nuovo impianto fognario. “Qui in 24 mesi – ha concluso il consigliere del M5s – l’Amam è intervenuta almeno venti volte facendo degli interventi tampone. Non so quanto abbia speso il Comune, ma so che ci sono dei ritorni dentro le case di acque reflue e liquami per le strade impressionanti”.

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