Messina

Messina, una rivoluzione ferroviaria per il turismo del territorio

MESSINA – Il mega cantiere di Rfi per il completamento del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, con Taormina al centro del progetto grazie alla realizzazione di due nuove stazioni, avrebbe dovuto iniziare nella prima parte di marzo, ma nulla si è ancora mosso nonostante sia passato un anno dall’assegnazione dei lavori.

A riaccendere i riflettori su quella che l’Amministrazione comunale ha definito “l’opera del secolo”, è stata nei giorni scorsi la notizia che la storica linea ferroviaria dell’Alcantara – che parte proprio dal territorio taorminese per costeggiare il fiume fino a Randazzo – sarà ripristinata grazie ai fondi del Pnrr. Quella che veniva discussa tra le cosiddette opere di compensazione, che Rfi avrebbe dovuto garantire nell’ambito del più grande cantiere del raddoppio ferroviario sulla Messina-Catania, adesso rischia quindi di giungere a compimento in anticipo e grazie ad altre risorse.

Il via libera è arrivato dalla Fondazione FS italiane, grazie appunto agli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che saranno gestiti dal ministero della Cultura in collaborazione con Rete ferroviaria italiana. Un progetto del valore di 435 milioni di euro, definito “Percorsi nella storia – Treni storici e Itinerari culturali”, che oltre alla linea tra Taormina e il versante Nord etneo, punta a ripristinare anche un’altra storica linea siciliana, la Noto-Pachino, e la pugliese Gioia del Colle-Altamura-Rocchetta Sal.

Si tratta di uno sviluppo importante per l’offerta turistico-paesaggistica del comprensorio taorminese, grazie alla realizzazione di una nuova rete di mobilità lenta tra ferrovie, cammini e ciclovie, permettendo l’interessante interscambio tra treno turistico, amanti del cammino e biciclette. Senza dimenticare che l’Alcantara-Randazzo, che si estende su 37 km lungo la valle dell’omonimo fiume e che è stata dismessa nel 1996, contiene un indubbio valore turistico, perché si incrocia con le famosissime gole dell’Alcantara, meta privilegiata dei visitatori che fanno tappa a Taormina.

Per un’opera compensativa che molto probabilmente vedrà la luce, forti dubbi rimangono invece sulla richiesta da parte del Comune a Rfi di realizzare, nel territorio di Trappitello, la variante alla Strada statale 185. Una volta aperti i cantieri del raddoppio ferroviario, nella popolosa frazione taorminese è previsto infatti un continuo afflusso di mezzi pesanti, perché proprio in zona saranno create le aree di stoccaggio del materiale di risulta, oltre ad ospitare la realizzazione di una nuova stazione, proprio la nuova Alcantara, che costituirà lo snodo del tracciato tra Letojanni e Taormina, con la principale stazione prevista sotto il parcheggio Lumbi, per poi sbucare appunto a Trappitello, intrecciarsi con la vecchia linea costiera che verrà usata in funzione turistica, e proseguire infine sul principale binario verso Fiumefreddo.

Sulla cosiddetta circonvallazione di Trappitello, pare che Rfi non abbia più dato indicazioni, nonostante il progetto sia già pronto e di facile realizzazione, visto che si tratterebbe di realizzare la strada su un tracciato sterrato già esistente lungo il torrente Santa Venera. Sarebbe di vitale importanza per decongestionare il traffico sul tratto urbano della Ss 185, che già adesso è parecchio complesso.

In ogni caso, agli annunci di questi anni e a quelli degli ultimi giorni, è tempo che venga dato seguito ai lavori del cantiere principale, il cui lotto che interessa Taormina per un valore di circa 1 miliardo di euro, è già stato assegnato a Webuild (l’ex Impregilo), in un consorzio che vede anche la partecipazione anche del gruppo Pizzarotti. Un’opera fondamentale per la capitale del turismo siciliano, perché quando sarà ultimata (non prima di dieci anni), la collegherà direttamente all’aeroporto catanese di Fontanarossa in poco più di mezz’ora, oltre alla comodità di avere una stazione direttamente sotto il centro storico del paese, nel piazzale Madonnina.

Twitter: @MassimoMobilia