Messina

Messina, scontro sul deposito di Gnl e sul futuro della zona Sud

MESSINA – Non c’è ancora un progetto, soltanto uno studio di fattibilità, ma il deposito di Gnl prospettato dall’Autorità di Sistema portuale dello Stretto a Pistunina, zona Sud della città, sta già diventando un caso politico.

Il progetto vero è proprio sarà quello vincitore della procedura di project financing che è stata avviata dall’Ente per individuare il soggetto che, investendo 60 milioni di risorse proprie e 30 milioni di finanziamento pubblico, lo dovrà realizzare e poi gestire. La levata di scudi di cittadini e candidati a sindaco ha spinto Mario Mega, presidente dell’Authority a intervenire con una serie di precisazioni che non hanno però spento le polemiche, tanto che è partita una raccolta firme per fermare la realizzazione.

Il deposito di Gnl sorgerebbe in una zona abitata

L’iniziativa è contrastata, tra le altre cose, dalla petizione di un gruppo di professionisti che sui social stanno raccogliendo già consensi e che nei prossimi giorni organizzeranno anche dei banchetti nella zona Sud di Messina. “Il deposito – si legge nel documento promosso da Alessandro Brigandì, Francesco D’Andrea, Giuseppe Gemelli, Pietro Pugliatti e Carolina Riso – sorgerebbe in una zona abitata, vicino a palazzi, scuole e case, con un conseguente impatto ambientale devastante. In altre città impianti simili sorgono in zone industriali, per sicurezza lontani da centri abitati”.

Lo studio di fattibilità – è scritto ancora nella documentazione inviata alla Regione, al commissario del Comune di Messina all’Adsp dello Stretto e all’Arpa – è avulso dallo stato dei luoghi e dai villaggi interessati dalla realizzazione dell’opera, zone molto ampie ricomprese nella seconda circoscrizione, dove sono presenti numerose attività commerciali che subirebbero solo le ripercussioni negative. Non esiste, infatti, una viabilità idonea, né si potrebbe realizzare, per consentire un transito di così numerosi mezzi pesanti. Non ci sono vie di fuga in caso di incidenti. Autocisterne ed eventuali mezzi di soccorso sarebbero costretti a passare attraverso vie strettissime e fortemente trafficate”.

I candidati a sindaco Federico Basile e Luigi Sturniolo nei giorni scorsi si erano espressi nettamente contro l’ipotesi dell’impianto a Pistunina, mettendone in evidenza la pericolosità, e anche dalle fila del centrodestra e centrosinistra si sono levate critiche. Il tema è entrato quindi a gamba tesa nella campagna elettorale per le amministrative e nessuno vuole rischiare di perdere consensi ignorando le istanze di un territorio che si porta già dietro tante criticità.

“La realizzazione di un rigassificatore a Pistunina – ha detto Basile – dimostra che certi signori, sponsorizzati dai 5 stelle, presumono che ci si trovi in presenza di una politica locale molto debole e non in grado di difendere gli interessi del territorio e delle sue naturali coordinate di sviluppo”.

Il riferimento è a una vicinanza politica di Mega al M5s, ma nessun pentastellato è intervenuto per difendere la realizzazione, come successo invece in altre circostanze per elogiare l’operato dell’Adsp.

Il presidente Mario Mega: “Non si tratta di un rigassificatore ma di un deposito”

Dal canto suo, il presidente Mega ha precisato che non si tratta di un rigassificatore ma di un deposito e la differenza è sostanziale: “Un rigassificatore – ha spiegato – serve per trasformare il Gnl che arriva allo stato liquido in gas da immettere nei metanodotti urbani che poi servono le abitazioni e le industrie. Il deposito di Gnl, invece, non è niente più che un grande distributore di carburanti con dei serbatoi dove il gas arriva allo stato liquido e viene conservato per essere distribuito con piccole navi o con autocisterne. Ci sono comunque delle norme tecniche di sicurezza da rispettare e certamente tutti gli Enti coinvolti saranno più che attenti che questo accada. È prevista anche l’opzione ‘zero’ e cioè che il deposito non si realizzi se il progetto finale non otterrà tutte le autorizzazioni previste per legge”.

“Il rispetto del territorio – ha affermato ancora il presidente dell’Authority – si concretizza anche nell’impegno quotidiano a cercare di promuovere sviluppo economico sostenibile e non a lasciarlo in abbandono o nel degrado”.

Mega ha poi concluso parlando del problema sollevato in merito all’accesso all’area con viabilità non adeguate: “Nel quadro economico preliminare – ha concluso – è previsto che un terzo del finanziamento pubblico, dieci milioni di euro, sia destinato al miglioramento infrastrutturale di tutta l’area interessata dall’intervento, con ciò comprendendo non soltanto i nuovi collegamenti stradali ma anche la riqualificazione del fronte mare, che così potrà essere restituito alla libera fruizione degli abitanti”.