Messina, tanta voglia di mare, i lidi sono pronti al rilancio - QdS

Messina, tanta voglia di mare, i lidi sono pronti al rilancio

Lina Bruno

Messina, tanta voglia di mare, i lidi sono pronti al rilancio

venerdì 25 Giugno 2021

Con l’allentamento delle restrizioni contro la pandemia da Covid-19 cresce l’ottimismo fra i titolari degli stabilimenti balneari della città. Tariffe contenute e servizi diversificati

MESSINA – Stagione balneare partita e lidi in piena attività. Tra i gestori prevale un cauto ottimismo, con la proposta di servizi diversificati e tariffe in linea con quelle praticate l’anno scorso. Alcuni vogliono dare grande spazio a eventi serali e contano adesso sul via libera per le discoteche; altri hanno scelto di puntare tutto sulla balneazione e l’indotto che essa crea su ristorazione e bar; altri ancora valorizzano la bellezza delle location e la qualità dei prodotti offerti.

A Messina ci sono una trentina di lidi, un centinaio se consideriamo l’intera provincia. È un settore che muove un fatturato di circa sette milioni soltanto nella Città dello Stretto. Gli stagionali impiegati sono circa ottocento, con un indotto che supera i 2.200 operatori. Si spera quest’anno in una ripresa rispetto ai numeri dello scorso anno, che ha registrato un calo di fatturato del 18% con quattro stabilimenti in città che non hanno più riaperto. Si spera di recuperare, grazie al green pass, quel flusso turistico spontaneo di messinesi che tornano in estate per le ferie e che l’anno scorso non c’è stato a causa del blocco degli spostamenti.

Su questo conta Antonio Barbaro, titolare dello stabilimento balneare di Mortelle, il più grande tra quelli della città con i suoi 15 mila metri quadrati, dove si possono trovare campi da beach volley, tennis e mini golf, oltre i circa quattrocento punti ombra. “Abbiamo già molte richieste – racconta – e prenotazioni. Non abbiamo alzato i prezzi, anzi proponiamo tariffe contenute e abbonamenti molto convenienti per attrarre più persone possibili e occupare tutti gli ombrelloni. Il nostro è un lido per famiglie, vogliamo allargare la fascia di clienti fidelizzati”.

La politica scelta per sostenere le spese è quella di puntare su una presenza massiccia di persone che con cinquecento euro circa possano avere accesso al lido per l’intera stagione con due lettini e un ombrellone e che possano poi spendere extra per ristorante, bar e utilizzo dei campi. “Sulla costa romagnola – sottolinea il titolare del lido – si pagano 7.500 euro e il mare non è paragonabile al nostro”. L’obiettivo di Barbaro, dunque, è attrarre anche flussi provenienti da fuori Sicilia.

Gli altri lidi, che sono decisamente più piccoli, si sono sentiti penalizzati da questa tariffa stagionale, che loro, con una media di cinquanta ombrelloni e spazi limitati, non possono praticare. Puntano allora sulla diversificazione come fa Fiorenzo Domi, titolare di una struttura in contrada Sant’Agata, sulla riviera Nord, 1.400 metri quadrati e 36 ombrelloni. Un luogo “a misura di cane e per questo, attraverso la pubblicità sul web, ricevo prenotazioni da turisti anche da fuori città”. Il cliente paga una tariffa per il proprio animale di compagnia e il punto ombra è attrezzato anche con ciotole e vari servizi messi a disposizione come cura e tolettatura.

Gioca sulla bellezza del luogo il lido di Capo Peloro, messo lì dove il mare Ionio si incontra con il Tirreno, all’interno della riserva naturale. “Non temo la concorrenza – afferma il titolare Francesco Piraino – penso che più strutture ricettive ci siano sul nostro territorio e più il turismo possa crescere. Poi ognuno ha la sua peculiarità”.

Giudica vantaggiosa anche l’isola pedonale istituita a Torre Faro: “Credo sia stata una scelta positiva a parte qualche criticità iniziale successivamente corretta. Stiamo cercando di informare correttamente le persone che ancora la considerano un ostacolo agli spostamenti, facendo capire che anzi così è più facile raggiungerci, utilizzando parcheggi e navette”.

È il problema dell’erosione, invece, quello che, come altri, deve affrontare Pamela Feminò, titolare del lido di contrada Marmora che ogni anno perde metri di spiaggia e quindi anche file di ombrelloni. “È una parte di città poco curata – sottolinea – con una strada comunale che scende verso il mare ancora sterrata e le mareggiate che erodono la spiaggia. Avevamo chiesto di poter recuperare l’area persa allungando la perimetrazione, ma ci hanno posto una serie di ostacoli”. Il suo lido ha comunque dei punti di forza su cui vuole scommettere: lo scenario delle Eolie davanti, un mare cristallino e prodotti artigianali che offre il suo bar.

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