Messina, tram sotto i riflettori, nuovo progetto già contestato - QdS

Messina, tram sotto i riflettori, nuovo progetto già contestato

Messina, tram sotto i riflettori, nuovo progetto già contestato

sabato 25 Settembre 2021

I sindacati puntano il dito contro quello che, a loro dire, per il trasporto pubblico locale rappresenterebbe un passo indietro. Ma Comune e Amt non arretrano: “Svolta dopo anni di inerzia”

MESSINA – A dicembre del 2025 il servizio tramviario si dovrebbe presentare rinnovato nel percorso e nei mezzi e più funzionale alle esigenze dei cittadini. Ma i rappresentanti della Uiltrasporti non sembrano condividere l’entusiasmo con cui a Palazzo Zanca è stato presentato il progetto.

Con i 29 milioni 450 mila euro messi a disposizione dai fondi del Patto per lo sviluppo e da quelli della Cura del ferro si vuole dare un nuovo impulso a una mobilità sostenibile, correggere alcuni errori nel percorso, invaso dall’acqua quando piove, e restituire spazi a cittadini e commercianti. Secondo il cronoprogramma il Bando per l’appalto integrato sarà pubblicato entro ottobre, la progettazione esecutiva sarà completata entro aprile 2022, mentre l’inizio dei lavori è previsto per giugno 2022.

Per Amministrazione comunale e Atm Spa questi interventi rappresentano una scommessa importante fatta sul servizio di trasporto pubblico. Le attività di revamping del tram sono già in atto e diverse vetture sono in manutenzione presso le officine specializzate in Campania dove verranno realizzate nuove livree e nuovi interni. “La rivisitazione del sistema tranviario – ha dichiarato l’assessore Salvatore Mondello – interesserà l’intera città. L’isola pedonale è una delle componenti della riqualificazione che intende dare una visione della città di matrice europea, non l’automobile al centro del sistema ma il cittadino. Il Pums, già adottato dalla Giunta municipale, è ora al vaglio della Commissione di valutazione ambientale e successivamente transiterà in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Cambierà il volto di Messina sia sotto il profilo urbanistico che architettonico, perché nel progetto sono contemplati interventi di riqualificazione di spazi pubblici importanti come piazza della Repubblica, piazza Cairoli con il nuovo restyling, la zona di Provinciale e la Cortina del Porto, dove annualmente approdano circa quattrocentomila turisti”.

Ma per Michele Barresi, segretario della Uil trasporti “la modifica del percorso del tram, che in alcuni punti come Provinciale e cortina del porto verrebbe ridotto a binario unico, va in direzione opposta a quel potenziamento del trasporto pubblico che si annuncia. Di fatto si fa fare un passo indietro al trasporto pubblico riducendo capacità di trasporto della linea a un solo binario, forse per favorire il commercio ma col risultato di incentivare il trasporto su mezzo privato”.

“Passare anche per brevi tratte da doppio binario a binario unico – ha evidenziato il sindacalista – vuol dire far fare al tram un passo indietro in termini di velocità di percorrenza, ma soprattutto penalizzarlo nella gestione del servizio”.

Pippo Campagna, presidente di Atm, ha precisato che “i tratti a binario singolo che portano beneficio per l’economia e la vivibilità di zone importanti della città, oltre che di sicurezza, sono di soli 745 metri, ovvero poco meno del 10%”. Secondo Barresi, però, bastano meno di quei 745 metri di binario unico per creare un effetto imbuto che comporterebbe un passo indietro in termini di capacità della linea e gestione della circolazione.

“Se davvero l’intento è quello di cambiare il volto della città – ha affermato il sindacalista – si dovrebbe avere il coraggio di spostare il percorso del tram da quelle zone che si vogliono restituire alla fruizione dei cittadini”.

Ma questa strada, almeno al momento, non sembra percorribile. “Spostare una linea tranviaria – ha spiegato Campagna – richiede studi, tavoli di confronto, pianificazione e una struttura urbana e socio-economica in grado di affrontare sconvolgimenti paragonabili a quanto si è dovuto affrontare alla fine degli anni Novanta per la realizzazione dell’attuale infrastruttura”.

All’epoca era sindaco Franco Providenti, che ha poi ammesso che il risultato non era quello voluto e che il progetto originario fu stravolto nella fase esecutiva dopo “pressioni” ricevute per escludere dal percorso via Garibaldi. “Dopo anni di inerzia – ha concluso Campagna – sono stati sbloccati i finanziamenti della Cura del ferro, appaltato la progettazione e in ultimo richiesto anche un finanziamento regionale di 900 mila euro da investire sull’infomobilità”.

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