CATANIA – La richiesta di chi si è aggiudicato l’appalto di rivedere i costi e il rifiuto da parte della stazione appaltante di modificare i termini del contratto. Rischia un rallentamento non indifferente la realizzazione della tratta di metropolitana che dal centro di Catania porterà all’aeroporto Vincenzo Bellini, infrastruttura fondamentale non solo per la viabilità cittadina, come ha evidenziato quanto accaduto lo scorso fine settimana, con l’intera zona dello scalo aeroportuale paralizzata dal traffico a causa dell’importante afflusso di persone alla vicinissima Fiera dei morti, in programma nel parcheggio Fontanarossa.
La necessità di potenziare i collegamenti pubblici
Una situazione critica che ha messo in risalto sempre di più la necessità di potenziare i mezzi pubblici, già esistenti ma non così capillari come quello rappresentato dalla metropolitana. Lo sa bene il direttore generale Ferrovia Circumetnea, Salvatore Fiore, che ci spiega i possibili scenari futuri. “A prescindere dal caso specifico di quanto accaduto in occasione della commemorazione dei Defunti – afferma – ovviamente, la necessità di collegare il centro urbano di Catania e tutta la fascia dei paesi serviti, fino a Paternò, della metropolitana in corso di realizzazione con l’aeroporto resta l’anello fondamentale, l’elemento più importante”.
Le criticità con il Consorzio Medil
Fiore conferma le criticità registrate al momento. “Sono legate all’operatore economico che si è aggiudicato la gara, il Consorzio Medil, con cui da tempo abbiamo un confronto su posizioni fortemente contrapposte, in sede di redazione del progetto esecutivo – prosegue il direttore -. La gara è un appalto integrato che prevedeva la redazione del progetto esecutivo e l’esecuzione delle opere: l’appaltatore ha ritenuto opportuno introdurre una serie di varianti con le quali la stazione appaltante non è d’accordo. Abbiamo adito il Collegio consultivo tecnico che prevede di trovare soluzioni in tempi brevi per dirimere questa disputa”.
I tre possibili scenari futuri
Tre i possibili scenari: il primo prevede che l’appaltatore proceda con un progetto esecutivo in variante secondo le condizioni del contratto stipulato; l’altro, invece, potrebbe vedere accolta la richiesta dell’appaltatore “e quindi si dovrà procedere a una rinegoziazione contrattuale”, sottolinea. Il terzo scenario prevede la possibilità di risolvere il contratto per impossibilità della prestazione. “Si andrebbe a pagare all’appaltatore le prestazioni fino a oggi eseguite consistenti nell redazione del progetto esecutivo, per poi fare una nuova gara d’appalto”, spiega.
Il rischio di perdita dei fondi e i tempi previsti
Tre scenari che, inevitabilmente, comporteranno ritardi. “Purtroppo sì – conferma Fiore -. C’è anche da approfondire la copertura finanziaria, questi sono fondi comunitari quindi prima ci sbrighiamo e prima abbiamo la possibilità di non perdere queste somme”. Insomma, difficile, prevedere un nuovo orizzonte temporale per l’avvio dei cantieri. “I tempi previsti dal cronoprogramma parlano di tre anni e mezzo – continua il rappresentante della Fce -. Ci auguriamo che decorrano il prima possibile. Nel momento in cui dovessimo risolvere il contratto e avviare una nuova gara, questa attività richiederebbe dai 6 ai 9 mesi”.
Espropri e prossimi passi
Il direttore generale si sofferma, infine, sugli espropri che sarà necessario fare per realizzare la tratta. “È stata fatta la procedura per l’apposizione del vincolo preordinata all’esproprio – dice: quella che si fa di fronte a una variante urbanistica e bisogna informare tutti gli interessati dalla realizzazione dell’opera. Tutto pubblicato, come prevede la norma. La fase esecutiva per gli espropri – conclude – sarà avviata nel momento in cui sarà aperto il cantiere”.

