Michael Douglas (1944) è un notissimo attore internazionale di origine russa, conosciuto in tutto il mondo, che ha sempre spiegato a chi lo intervistava che la sua fortunata carriera si è basata su: “Lavoro, lavoro e lavoro”.
Uomo meticoloso, puntuale, osservatore delle regole, ha avuto un successo clamoroso, cosa che non capita spesso a chi è figlio d’arte o figlio di chi è riuscito a realizzare un bel progetto di vita.
Suo padre, Kirk (1916-2020), è stato infatti un attore ancora più famoso, ricordato per film che hanno incassato cifre incredibili. Ne citiamo uno: Spartaco.
Anche il padre era persona ordinata e meticolosa, che ha insegnato al figlio le regole etiche della vita e il rigore necessario per potere riuscire a diventare persona di successo.
L’esempio che riportiamo ci serve per ricordare a quanti pensano che lo scopo più importante della vita sia quello di “rilassarsi, divertirsi e svagarsi” che sbagliano, mentre dovrebbero ricordarsi che per diventare leader in qualunque settore bisogna appunto: “Lavorare, lavorare e lavorare”.
Peraltro, i veri leader lavorano sette giorni su sette, perché anche quando si prendono pause o ferie sono sempre collegati con la struttura di cui hanno responsabilità, perché quest’ultima non si ferma mai, né di giorno né di notte, e fa i conti con il Mercato che è in continua evoluzione.
Poi, va sottolineato che chi è impegnato nel proprio lavoro, trascura i vizi, perché non gli danno soddisfazione. Soltanto chi passa tempo o attende che il tempo passi – non scacciandosi neanche la mosca dal naso – pensa di acquisire una felicità che non arriverà mai o di anticipare la tranquillità eterna.
Va da sé che ognuno debba essere compensato, direttamente o indirettamente, in ragione dei propri meriti e, come abbiamo scritto più volte, questi ultimi si misurano esclusivamente con i risultati.
Quanta gente ascoltiamo mentre blatera, mentre racconta fatti inesistenti, mentre suppone scenari irrealizzabili e quant’altro di questa serie.
Solo i risultati, ribadiamo, misurano il merito e quindi ciascun essere vivente dovrebbe lavorare, faticare e muoversi per raggiungerli, di qualunque genere e tipo, purché siano concreti.
Ovviamente i capi devono dare l’esempio, perché com’è noto esso “viene dall’alto” e, per contro, ricordiamo quel detto popolare secondo cui “il pesce puzza dalla testa”.
Dunque, chi sta al vertice ha grande responsabilità, non solo come esempio di comportamento, ma anche come modo di gestire risorse umane e finanziarie secondo le regole etiche di equità, buonsenso e massimo rendimento.
Intendiamoci, quanto scriviamo non riguarda soltanto il settore privato, ma anche quello pubblico composto da aziende produttrici ed erogatrici di servizi a favore di cittadini e imprese che ne hanno bisogno.
Hanno più bisogno cittadini e cittadine della fascia più bassa della popolazione, che non può attendere otto-nove mesi per un esame clinico o per una registrazione anagrafica.
Sono proprio questi cittadini e cittadine delle fasce basse che hanno più bisogno di formazione vera per poter accedere al mondo del lavoro. Proprio quest’ultimo rende liberi. Guai a chi vive di sussidi, sotto qualunque forma, o con la mano tesa, perché sarà sempre costretto a sottomettersi alle angherie di chi gli mette in mano l’obolo o gli fa un favore, spingendolo a comportamenti iniqui.
Non vi sembri strano che queste considerazioni vengano fatte sotto la calura di Ferragosto, perché il cervello non si ferma mai né da un punto di vista fisico, né sotto la sua funzionalità. Se poi il cervello si fermasse, tutto il corpo si fermerebbe e la persona non andrebbe mai avanti, fermo restando che esso funziona anche la notte durante il sonno.
Miliardi o centinaia di miliardi di neuroni si combinano fra loro facendo funzionare questa straordinaria macchina, probabilmente creata dall’Ente supremo, di cui non conosciamo tutta la potenzialità.
Dunque, papà Douglas e il figlio Michael hanno dato un messaggio che vale per tutti: quello citato all’inizio. Teniamolo presente, perché il futuro di tutta la collettività dipende dal buon funzionamento del singolo, che conta come la goccia del mare; ma le gocce fanno il mare.

