L’intervento dell’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano
QdS ha chiesto all’assessore regionale delle Attività Produttive, Mimmo Turano, in carica dal 29 novembre 2017, se ha ancora qualche carta da giocare per convincere la Intel ad investire in Sicilia e in un’area a fiscalità di vantaggio (Zone Economica Speciale).

Altra domanda che abbiamo posto è quale sia la strategia del Governo regionale per attrarre una parte delle ingenti risorse previste dall’European Chips Act, anche alla luce della visione di Mazzeo di vedere collocata Catania sul podio della produzione europea.
“Non posso certamente sostituirmi alle valutazioni che fa Intel per i propri investimenti – ci ha detto l’assessore Turano – indipendentemente da questo posso dire con certezza non solo che la Regione ha fatto il massimo per sostenere la candidatura siciliana ma che probabilmente per la prima volta grazie all’istituzione delle Zes siciliane e alla riforma dell’Irsap la Sicilia è stata veramente in corsa insieme ad altre regioni italiane”.
“La strategia è europea e nazionale, – continua l’assessore – e anche in questo caso il Governo regionale farà la sua parte. La base della strategia è rendersi conto che dipendiamo in tutto e per tutto dai microchip, che ce ne rendiamo conto o meno, per la gran parte delle mansioni produttive, gestionali e perfino di relazione ormai. Purtroppo però, in Europa, siamo di fronte a un corto circuito tra la nostra grande capacità tecnologica e di ricerca e la nostra limitata, per una serie di ragioni, capacità produttiva e dunque di gestione dell’intera filiera.
Oggi l’Europa è totalmente dipendente dalle forniture che arrivano, soprattutto, dal Sudest asiatico. L’European Chips Act è un pacchetto di misure specifiche che hanno come obiettivo quanto dichiarato dalla presidente qualche mese fa, portare l’Europa in una condizione di sovranità tecnologica.
La Sicilia sarà certamente della partita e mi permetto di sottolineare che a Catania opera già un colosso internazionale come St Microelectronics, che proprio l’anno scorso ha superato i 10 miliardi di euro di fatturato ed è leader mondiale in alcuni chip per beni di consumo come gli smartphone o le auto. Una realtà naturalmente candidata ad attrarre questo tipo di investimenti”.
Il Pnrr in soccorso della Sicilia
Il Governo Draghi, per il comparto industriale, ha fatto la propria parte, “Il PNRR in Sicilia finanzierebbe 40 progetti di sviluppo, – afferma Mazzeo – sul tavolo 2.2 mld di euro, di cui 750 mln per l’innovazione”.
Oltre alle risorse ordinarie in capo al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e al Bilancio dello Stato.
Insomma, la Sicilia ha tutte le carte in regola per dire la sua nel settore. Ora occorre giocare bene queste carte.

