Ecco le migliori aziende in cui lavorare secondo i Millennials - QdS

Ecco le migliori aziende in cui lavorare secondo i Millennials

Ecco le migliori aziende in cui lavorare secondo i Millennials

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lunedì 29 Novembre 2021

Coinvolte ben 128 aziende e intervistati 40.854 collaboratori, di cui 8.960 Millennial. La migliore azienda per cui lavorare è Bending Spoons, specializzata nel settore dell’Information Technology

All’interno di uno scenario globale influenzato negativamente dalla “Great Resignation”, fenomeno che fa riferimento al significativo aumento delle dimissioni da parte dei singoli collaboratori, l’attenzione delle imprese si focalizza sul processo di trasformazione aziendale che le vede sempre più focalizzate sull’attrazione e sul mantenimento dei talenti all’interno del proprio workplace.

Si tratta di una tendenza sempre più attuale, visto che i Millennial al giorno d’oggi sono la popolazione più rappresentata sul posto di lavoro.

Questo è solo uno dei tanti concetti che emergono dalla classifica dei Best Workplaces for Millennials 2021 di Great Place to Work, azienda leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale e dell’employer branding, consultabile al seguente link: classifica-best-workplaces-fo-millennials.

Per l’occasione sono state coinvolte ben 128 aziende e sono stati intervistati 40.854 collaboratori, di cui 8.960 Millennial. Dal punto di vista della stesura della classifica è stata seguita la seguente metodologia: il giudizio della popolazione aziendale Millennial, raccolto tramite il questionario Trust Index©, ha costituito i 2/3 del punteggio totale, il restante 1/3 è invece ottenuto dalla differenza fra la percezione dei giovani e quella del resto della popolazione aziendale e dalla percentuale degli stessi Millennial sul totale dei rispondenti al sondaggio.

Per quanto riguarda le aziende classificate, la quota di collaboratori con età compresa tra i 24 e i 34 anni è pari al 44%, un dato di molto superiore rispetto al 21% della media ISTAT. Ma non è tutto, infatti, le imprese in classifica staccano di 15 punti percentuali le organizzazioni non premiate sia dal punto di vista dell’equità sia per quanto riguarda la dimensione del rispetto, ovvero l’insieme dei comportamenti che il collaboratore vive nella relazione con il proprio responsabile.

E ancora, tra i temi sui quali i Millennial dei “best workplaces” si differenziano rispetto ai collaboratori assunti altrove non mancano le promozioni e i riconoscimenti (81% vs 55%), la cultura dell’innovazione (87% vs 67%), la collaborazione del team (92% vs 72%) e, per concludere, l’equilibrio vita-lavoro (85% vs 76%). Un altro dato da tenere in considerazione è la percentuale relativa ai giovani che vogliono lavorare per una data azienda nel lungo periodo: nelle organizzazioni classificate si registra un 80% contro il 70% rilevato nelle realtà non presenti in classifica.

Il podio dell’edizione 2021 vede al primo posto Bending Spoons, azienda specializzata nel settore dell’Information Technology, seguita da Mia-Platform (), protagonista del mercato delle soluzioni tecnologiche per la realizzazione end-to-end di piattaforme digitali cloud native, e da Casavo Management (), realtà di spicco nell’ambito del Real Estate.

“Basta osservare i comportamenti dei Millennial per capire meglio il fenomeno della «Great Resignation» – dichiara Beniamino Bedusa, Presidente e Partner di Great Place to Work Italia – Solo ascoltando le loro esperienze potremo comprendere cosa sta succedendo e soprattutto come le aziende dovranno correre ai ripari.

Per la realizzazione della classifica finale i giudizi dei Millennial non potevano che essere decisivi: sono infatti quasi 9mila i ragazzi dai 24 ai 34 anni di cui abbiamo raccolto i pareri tramite il nostro questionario Trust Index©.

L’employee experience di questa categoria di collaboratori è e sarà sempre più importante in vista del 2022 per la costruzione di un ambiente di lavoro ottimale in cui il benessere organizzativo risulta fondamentale. I processi di trasformazione aziendale sono ormai diventati la normalità all’interno di uno scenario globale in continuo mutamento e sempre più improntato al digitale”.

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