ROMA – Trentacinque mila migranti morti dal 2014 al 2024. Questo è il dato da cui partire. Giusto per farsi un’idea della portata del numero in questione, basti pensare che le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki durante la Seconda guerra mondiale hanno fatto meno vittime (complessivamente circa 214 mila). C’è voluto questo dato mostruoso per spingere l’Europa a decidere che sul tema delle migrazioni è ormai indispensabile un cambio di passo, una vera e propria rivoluzione nella gestione dei flussi che, sulle varie tratte, hanno interessato i Paesi dell’Ue.
L’annuncio di questa nuova direzione è stato dato la scorsa settimana, quando la Commissione europea ha proposto la creazione di un sistema europeo per rimpatriare gli irregolari che non hanno diritto di restare nel territorio dell’Ue, destinato a rimpiazzare i 27 sistemi nazionali attualmente in vigore, che hanno dimostrato tutta la loro inefficacia. L’Esecutivo ha suggerito di dar vita a un nuovo regolamento, con procedure comuni per l’emissione di decisioni di rimpatrio e un ordine di rimpatrio europeo, che deve essere emesso dagli Stati membri. Il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio dovrebbe consentire allo Stato membro di riconoscere e di far rispettare direttamente una decisione di rimpatrio emessa da un altro Stato membro senza dover avviare una nuova procedura….

