Migranti, a lieto fine la favola del bimbo tunisino tetraplegico - QdS

Migranti, a lieto fine la favola del bimbo tunisino tetraplegico

Migranti, a lieto fine la favola del bimbo tunisino tetraplegico

martedì 08 Dicembre 2020

Paralitico per una meningite, non poteva essere curato nel suo Paese. Così il padre lo ha portato a braccia su un barcone e ha raggiunto Lampedusa. Adesso il bambino, che ha sette anni, sarà curato nell'ospedale Bambin Gesù di Roma

“Avrà cure eccellenti” nell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma il bimbo tunisino tetraplegico giunto un mese fa in Italia con un barcone di migranti.

Lo ha detto la sottosegretario alla Salute Sandra Zampa, rngraziando l’Ospedale “e in particolare di Mariella Enoc”, e il prefetto Michele di Bari, capo dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, “con il quale ho lavorato in piena sintonia per il trasferimento del bambino, che ha potuto avere luogo immediatamente dopo l’esito negativo del tampone”.

Sembra dunque a lieto fine la favola del bambino paralitico di sette anni portato a braccia dal padre durante un viaggio lunghissimo per mare.

Una traversata dalla Tunisia a Lampedusa che il bimbo ha affrontato per la caparbietà del padre di pretendere per il figlio una vita migliore.

Giunti nell’isoletta siciliana il cinque novembre e trasferiti nell’hotpsot di Pozzallo il 25 novembre il piccolo e il padre da oggi si trovano nel posto in cui gli saranno garantite tutte le cure e l’assistenza di cui ha diritto, ovvero l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Del suo caso si era subito interessato il deputato di Leu Erasmo Palazzotto che ha chiesto subito che il bimbo fosse trasferito in una struttura di cura.

Ma i protocolli anti-covid hanno imposto quarantena e una serie di tamponi, tutti negativi per il bimbo, affetto da tetraparesi spastica a causa di una meningite.

Per lui si era speso anche il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, medico che aveva lanciato un monito e un auspicio: “Le autorità sanitarie – aveva detto Ammatuna – che non finirò mai di ringraziare per il grande lavoro che svolgono in questo difficile momento, la prossima volta devono affrontare situazioni simili in modo diverso: soggetti così fragili, devono essere trasferiti subito in strutture adeguate”.

“Il padre ha accudito il figlio in ogni momento – aveva aggiunto Ammatuna – La sua patologia purtroppo non consente altro che forme parziali di riabilitazione”.

Il trasferimento del piccolo al Bambino Gesù è stato disposto dal ministero della Salute e così ieri da Pozzallo il bimbo è stato trasferito con un’ambulanza della Croce Rossa all’aeroporto di Fontanarossa (Catania) per raggiungere Roma.

La caparbietà del padre per garantire al figlio un diritto ha avuto la meglio: l’uomo ha fatto, nella sua condizione, l’unica cosa possibile per garantirgli cure adeguate, un letto in un ospedale, medici e farmaci. Attraversare il mare.

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