Migranti con bimbi, la Cassazione, bisogna proteggerli - QdS

Migranti con bimbi, la Cassazione, bisogna proteggerli

redazione web

Migranti con bimbi, la Cassazione, bisogna proteggerli

sabato 27 Febbraio 2021

Aumentano la vulnerabilità dei profughi e quindi le Autorità italiane devono accordare protezione umanitaria. Accolto il ricorso di una mamma libica con due gemelli contro il no dell'allora Ministro dell'Interno

Accordare il diritto alla protezione umanitaria, chiave che apre alla permanenza regolare in Italia, ai migranti con figli minori.

I bambini infatti sono un fattore che accresce la “vulnerabilità” dei profughi e che Viminale e giudici di merito non possono ignorare.

Lo ha sottolineato la Cassazione – verdetto 5506 – che ha accolto il ricorso di una mamma libica con due gemellini, nati a Brescia nel 2017 dopo l’arrivo della donna nel nostro Paese.

Il Ministero dell’Interno, tramite la Commissione territoriale, aveva detto no alla protezione, e anche per il Tribunale bresciano la donna era “senza particolari problematiche personali e familiari”.

Invece, per la Cassazione i due bimbi “sono proprio una delle problematiche personali e familiari che il giudice doveva considerare”.

In base al principio di diritto fissato dalla Suprema Corte – e al quale dovranno uniformarsi i giudici di merito e le articolazioni del Viminale -, “la presenza della prole minore in Italia si risolve in una condizione familiare idonea a dimostrare da un lato una peculiare fragilità, tanto dei singoli componenti della famiglia che di quest’ultima nel suo complesso, e dall’altro lato uno specifico profilo di radicamento del nucleo sul territorio nazionale, in dipendenza dell’inserimento dei figli nei percorsi sociali e scolastici esistenti in Italia, e quindi della loro naturale tendenza ad assimilare i valori ed i concetti fondativi della società italiana”.

Ora il Tribunale di Brescia dovrà “rivalutare” il caso tenendo presente che “ai fini del riconoscimento della protezione umanitaria, la presenza di figli minori – la cui vulnerabilità va presunta fino a prova contraria dovendosi dare primario rilievo al danno che deriverebbe loro per effetto del rimpatrio in un contesto socio-territoriale con cui il minore non abbia alcune legame – rappresenta uno degli elementi che devono essere considerati nell’apprezzamento circa la sussistenza della vulnerabilità del genitore”.

Il Ministero dell’Interno si era opposto all’accoglimento del ricorso della mamma libica e, tramite l’Avvocatura dello Stato, aveva chiesto ai supremi giudici della Seconda sezione civile – presidente Felice Manna, relatore Stefano Oliva – la conferma del decreto emesso dal Tribunale lombardo nel giugno 2019 che di fatto aveva dato il via libera al rimpatrio di mamma e gemellini.

Difensore di V.L., la donna libica che poco dopo il suo arrivo in Italia ha partorito nel gennaio 2017 due gemellini, è stato l’avvocato Massimo Gilardoni, che con l’associazione “Diritti per tutti” tutela i migranti.

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