La richiesta di autorizzazione a procedere per Matteo Salvini richiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania è stata incardinata oggi dalla giunta delle Immunità del Senato, presieduta da Maurizio Gasparri, secondo il quale l’assemblea di Palazzo Madama voterà entro il venti gennaio.
Un copione che sembrerebbe identico a quello di qualche mese fa per la Diciotti, ma che potrebbe, a sorpresa, avere un finale diverso.
I contenuti della richiesta del Tribunale dei ministri
Intanto per quanto scritto sulla richiesta di autorizzazione a procedere giunta al Senato dal Tribunale dei ministri di Catania: “Nel caso in esame, poiché i fatti hanno coinvolto una nave della Guardia Costiera Italiana, e quindi, una nave militare, non trovano applicazione le norme contenute nel cosiddetto Decreto sicurezza bis. Il ministro dell’Interno non può infatti vietare l’ingresso, il transito o la sosta a ‘naviglio militare’ o a ‘navi in servizio governativo non commerciale’”.
“A differenza – scrive ancora il Tribunale dei Ministri – di quanto accaduto per la nave ‘Diciotti’, allorquando si innescò una controversia con Malta in ordine allo Stato obbligato a rilasciare il porto sicuro, nel caso Gregoretti è assolutamente pacifico che il coordinamento e la responsabilità primaria dell’intera operazione, seppure avviata in acque Sar maltesi, siano stati assunti dallo Stato italiano su esplicita richiesta di quello maltese”.
Lo Stato italiano, secondo i giudici, aveva quindi “l’obbligo di concludere la procedura con il trasferimento dei migranti in un ‘luogo sicuro’”; invece “l’omessa indicazione del place of safety da parte del Dipartimento Immigrazione, dietro precise direttive del ministro degli Interni”, “ha determinato una situazione di costrizione a bordo”, con “limitazione della libertà di movimento dei migranti, integrante l’elemento oggettivo del reato ipotizzato”, il sequestro di persona contestato a Salvini.
Sul piano politico di Maio parla di propaganda da parte di Salvini
Questo sul piano giudiziario. Sul piano politico, da ieri il capo della Lega Nord ha provato a “chiamare in correità” gli ex alleati pentastellati, ma il capo del M5s gli ha subito risposto picche.
Dopo il consueto attacco alla magistratura italiana che “butta soldi e tempo a perseguire me che ho agito nel pieno interesse del Paese e non persegue chi davvero delinque” l’ex ministro dell’Interno ha affermato: “Sono curioso di vedere che posizione terrà il Movimento Cinque Stelle che sulla vicenda analoga della Nave Diciotti votò contro la richiesta del Tribunale dei Ministri”.
Salvini si riferiva al fatto che il venti marzo scorso, con i voti determinanti dei pentastellati, il Senato negò l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso Diciotti.
Per la cronaca furono 237 i voti contrari alla richiesta e 61 quelli favorevoli.
Ma secondo Luigi Di Maio le due vicende, sotto il profilo politico, non sono assimilabili.
“Il blocco della Gregoretti non fu una decisione del governo”
“Il blocco della Gregoretti non fu una decisione del governo ma solo del ministro dell’Interno Matteo Salvini… fu un’ azione personale”, ha detto annunciando un voto favorevole all’autorizzazione a procedere.
“Quando circa un anno prima, nell’agosto 2018 – ha spiegato -, bloccammo la Diciotti, era perché l’Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo a ottenere la redistribuzione. Il 31 luglio dell’anno dopo la redistribuzione funzionava”.
“Il caso Diciotti dunque – ha aggiunto Di Maio – fu un atto di governo perché l’Ue non rispondeva e servì ad avere una reazione, che poi arrivò. Quello della Gregoretti, dopo un anno, fu invece un atto di propaganda, perché il meccanismo di redistribuzione era già rodato e i migranti vanivano redistribuiti in altri Paesi Ue”.
Di Maio, “questa la differenza enorme tra la realtà e la bugia”
“E’ questa – ha concluso Di Maio – la differenza enorme tra i due casi, la differenza enorme tra la realtà e la bugia. Nelle ultime settimane di governo con la Lega si alzavano i toni anche per questo, perché qualcuno pensava più alla propaganda e a fare campagna elettorale che a governare”.
Salvini prima scherza, poi la butta sul patetico
“Conto di trascorrere il 2020 a piede libero – ha prima dichiarato Salvini – e domattina voglio guardare in faccia quelli con cui abbiamo condiviso scelte di governo e oggi hanno cambiato idea”.
Poi l’ha buttata sul patetico: “Tutto quello che ho fatto l’ho fatto da ministro, con il consenso di tutto il governo, e lo dimostreremo con le carte. Se poi qualcuno per convenienza, per non litigare con il Pd dice che Salvini é un sequestratore e dev’essere processato, ne risponderà alla sua coscienza”

