“Il tema dell’immigrazione è sparito un po’ dai radar… Stiamo conseguendo degli ottimi risultati, per certi versi anche migliori rispetto al precedente esecutivo, senza clamori. L’Italia chiuderà il 2019 con meno di 12mila sbarchi. Il 2018 è stato chiuso con circa il doppio degli sbarchi”.
Lo ha detto il premier Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno, ponendo l’accento anche sul tema dei ricollocamenti.
Come dire, la strada da percorrere, come dimostrato dai fatti, era quella dei ricollocamenti e non certo l’antieuropeismo e il sovranismo salviniani.
E sul suo presunto coinvolgimento nella vicenda della nave Gregoretti che rischia di portare a giudizio l’ex ministro dell’Interno e capo della Lega Nord – a meno a giudicare dalle “dichiarazioni di voto” dei gruppi del Senato – ha aggiunto “sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto”.
“Ho fatto già una verifica – ha aggiunto – per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c’è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione”.
“In questo momento – ha sottolineato – non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva, voglio completare tutte le verifiche”.
“Se troverò un frammento di coinvolgimento – ha concluso Conte – sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l’istruttoria. Non sono solito sottrarmi alle responsabilità. Anche io commetto degli errori, il tema non è tutti contro Salvini. Però quando dico che in materia di immigrazione non sono mai stato favorevole allo schema ‘porto aperto porto chiuso’, questo l’ho detto in tutte le occasioni”.

