Per la presidente dell'associazione Mediterranea, Alessandra Sciurba, si tratta d "un altro fondamentale passo verso la cancellazione dal basso dei decreti Salvini". Fratoianni (Sinistra italiana-Leu), "una bellissima notizia"
Il Tribunale di Palermo ha ordinato il dissequestro della nave Mare Jonio.
Lo fa sapere Mediterranea Saving Human sottolineando che la nave è “finalmente libera”.
La Mare Jonio era sotto sequestro nel porto di Licata dallo scorso tre settembre.
“La decisione del giudice civile di Palermo – afferma la presidente dell’associazione Alessandra Sciurba – ripristina finalmente la legalità dopo un sequestro illegittimo durato mesi”.
La decisione dei giudici, dopo la richiesta di archiviazione dell’indagine nei confronti del capomissione e del comandante della nave “è un altro fondamentale passo verso la cancellazione dal basso dei decreti Salvini” prosegue Sciurba sottolineando che “viene sancito ancora una volta quel che abbiamo sempre affermato: il diritto e i diritti delle persone sono sempre state la nostra bussola mentre i governi europei, quello italiano in testa, li hanno traditi e oltraggiati nel Mediterraneo per propaganda e calcoli politici sulla pelle di migliaia di uomini, donne e bambini”.
La nave “è libera e adesso vogliamo tornare in mare al più presto a salvare i profughi” ha concluso Sciurba lanciando una campagna di raccolta fondi per consentire alla nave di riprendere le operazioni di ricerca e soccorso.
Fratoianni, dissequestro mare Jonio una bellissima notizia
“Il dissequestro di nave Mare Jonio è una bellissima notizia. Finalmente si pone fine ad una pagina assurda e ingiusta che ha impedito a Mediterranea di svolgere il compito per cui è nata: salvare vite umane in pericolo”.
Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu.
“Dopo la richiesta di archiviazione nei confronti di Luca Casarini e del comandante Marrone da parte della procura di Agrigento, – prosegue il parlamentare di Leu- questa sentenza del tribunale civile di Palermo assesta un altro colpo ai decreti sicurezza e alla guerra contro le Ong.”
“Resta l’amarezza per una soluzione che ancora una volta viene affidata alla magistratura e non, come sarebbe normale, alla politica. Il governo avrebbe dovuto intervenire per tempo su questo caso – conclude Fratoianni- come, più in generale, sui decreti sicurezza e sul memorandum con la Libia. È l’ora di farlo e di mettere fine a questo ritardo inaccettabile”.