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Migranti, Lampedusa, il Sindaco, via subito le barche dal porto

Migranti, Lampedusa, il Sindaco, via subito le barche dal porto
Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Salvatore Totò Martello, a piazza Colonna nei pressi di Palazzo Chigi, Roma, 26 giugno 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Totò Martello, torna sull’argomento dopo il Libeccio di questi giorni, “dichiarare lo stato di calamità è l’unico modo per evitare che questo disastro ambientale comprometta il nostro mare e le nostre bellezze naturali”



“Chiedo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione Nello Musumeci la dichiarazione dello stato di calamità per quanto sta avvenendo a Lampedusa dove le imbarcazioni utilizzate dai migranti, mai rimosse dal porto dell’isola dalle Autorità preposte, a causa di una nuova mareggiata continuano a provocare gravi danni all’ambiente ed alle infrastrutture portuali, e mettono a rischio gli stessi operatori dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera intervenuti per limitare le conseguenze”.

Lo ha detto Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa, che in passato ha più volte denunciato questa situazione, anche con dichiarazioni al Qds.it, e che nei giorni scorsi ha predisposto una Ordinanza Sindacale per permettere all’Amministrazione Comunale un intervento diretto per la rimozione e lo smaltimento delle imbarcazioni.

“Con il forte vento di Libeccio di questi giorni – ha spiegato Martello -le imbarcazioni abbandonate nel Molo Favaloro diventano ingestibili: affondano in tutto o in parte, alcune vanno alla deriva disperdendo in mare rottami inquinanti e carburante”.

“Sono stato costretto a firmare l’ordinanza Sindacale – ha aggiunto – alla luce dei ritardi e dei mancati interventi da parte della Autorità preposte, Agenzia delle Dogane e Ministero dell’Ambiente. Ma il Comune ha comunque mezzi limitati, non è semplice tirare in secco imbarcazioni o barconi di grandi dimensioni e poi demolirli nel rispetto delle normative vigenti, e nel frattempo servono interventi particolari e immediati per ripulire le acque, le coste e i fondali: da soli non ce la facciamo”.

“Chiedo dunque – ha concluso – al premier Conte e al presidente Musumeci di dichiarare lo stato di calamità: è l’unico modo per evitare che questo disastro ambientale comprometta il nostro mare e le nostre bellezze naturali”.