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Migranti, l’ordinanza Musumeci, il gran circo della politica, le regionali e il processo a Salvini

Migranti, l’ordinanza Musumeci, il gran circo della politica, le regionali e il processo a Salvini
foto di stamane a.d. le foto delle barche si riferiscono ai barchini che si trovano nel porto dell’isola in attesa di essere portati altrove.

Il provvedimento, annunciato sabato, firmato domenica e del quale si è parlato ieri in una conferenza stampa del Governatore ha scatenato una serie di polemiche e un “teatrino” che ha finito per banalizzare un argomento importantissimo. I campi di concentramento e “l’assessore esperto di nazifascismo”. L’ordinanza e le finalità della rissa mediatica. L’improvviso amore di Salvini per il Sud. La Chiesa, la credulità, i migranti. La Diocesi, “Cinica e sfrontata manipolazione della realtà”. Faraone, aiutare i sindaci di frontiera

Era evidente che sarebbero volati stracci dopo l’ordinanza sui migranti annunciata dal governatore della Sicilia Nello Musumeci sabato sera e firmata l’indomani. E questo ha finito per banalizzare un argomento importantissimo.

Un gran circo con ogni tipo di numero (e di numeri), con la destra a osannare Musumeci e la sinistra ad attaccarlo e a far dell’ironia sul provvedimento “platealmente e consapevolmente farlocco” – come hanno affermato i deputati siciliani del M5s Roberta Alaimo, Valentina D’Orso e Adriano Varrica – perché al di là delle reali competenze di un presidente di regione.

Un colpo al cerchio e uno alla botte

Il terzo giorno di polemiche si è celebrato ieri con la conferenza stampa nella sede catanese della Regione siciliana e le successive dichiarazioni rilasciate da Musumeci hanno dato l’impressione che il Governatore passasse da un colpo al cerchio a uno alla botte.

Ha infatti esordito accusando il Governo Conte di creare “campi di concentramento che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni” e affermato “aspettiamo la mezzanotte e se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla mia ordinanza non dovessero farlo a noi rimane solo una strada: rivolgerci alla magistratura”.

Al di là del tono perentorio non si capisce bene quali dovrebbero essere i “soggetti chiamati a dare attuazione” visto che Prefetture e Forze dell’Ordine non rispondono al presidente della regione. Né cosa si dovrebbe fare dei migranti, visto che nelle trentatré pagine dell’ordinanza non se ne fa cenno.

Poi però Musumeci ha aggiunto: “da parte nostra non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato centrale anche perché lo Stato siamo noi: Regione, Comuni, ex Province. Dal governo centrale ci attendiamo lo stesso rispetto, che abbiamo noi per le istituzioni: ad atteggiamenti improntati ad arroganza, sufficienza, superficialità o peggio ancora ai silenzi che servono a far perdere tempo per neutralizzare gli effetti del problema, noi rispondiamo con assoluta fermezza”.

I campi di concentramento e “l’assessore esperto di nazifascismo”

Durissima la risposta del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano che su Fb ha scritto “La precondizione è la serietà e il decoro istituzionale. Musumeci ha parlato di un Governo che vorrebbe aprire campi di concentramento: si informi con il suo assessore esperto di nazifascismo di cosa si tratta, e misuri le parole”.

“Musumeci – ha aggiunto – ha il dovere di governare la Regione non di aprire scontri istituzionali con lo Stato. Di servire la Sicilia e i siciliani (assicurando un numero di tamponi adeguato e facendo rispettare i protocolli di sicurezza), non di servirsene per fornire argomenti alla bieca campagna elettorale di Salvini nelle altre Regioni”.

“Se – ha concluso Provenzano – vorrà affrontare i problemi, invece di strumentalizzarli utilizzando gli ultimi per alimentare la sua polemica politica, troverà il Viminale in prima linea impegnato a gestire in sicurezza la difficile situazione di Lampedusa”.

Musumeci mette la Sicilia al servizio della Lega

“Musumeci – ha aggiunto – sta mettendo la Sicilia al servizio della Lega. Questo mi sembra evidente perché se un presidente come lui, che conosce le leggi, il riparto di competenze con lo Stato, ed è anche un uomo di esperienza, firma un’ordinanza che è una provocazione, l’unica ragione mi sembra quella di volersi piegare ad una polemica politica. Non può servirsi dei problemi della Sicilia per fare campagna elettorale nelle altre regioni”

L’ordinanza e le finalità della rissa mediatica

Secondo molti osservatori la rissa mediatica è stata voluta, cercata, forse studiata a tavolino. E dietro si ipotizzano varie finalità.

La prima, come ha sottolineato lo stesso Musumeci, sarebbe quella di richiamare – finalmente – l’attenzione del premier Giuseppe Conte sulla pesante situazione in Sicilia che certamente richiede un maggiore impegno.

E questo nonostante il buon lavoro obiettivamente fin qui svolto dalla ministro Luciana Lamorgese che infatti ieri ha potuto ricordare come da “luglio scorso sono stati trasferiti in altre regioni circa 3.500 migranti sbarcati sulle coste siciliane e ospitati nei centri di accoglienza dell’Isola”.

Distogliere l’attenzione dalle manchevolezze della Giunta

La seconda finalità, secondo l’opposizione alla Giunta guidata da Musumeci, sarebbe quella di distogliere l’attenzione dalle manchevolezze del governo regionale, a cominciare dal numero di tamponi effettuati in Sicilia, meno della metà della media nazionale.

Piccata la risposta dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, il quale ha spiegato “che il numero dei tamponi è proporzionale al numero dei casi: minori sono i contagi, è minore è il contact tracing necessario per le indagini epidemiologiche. In più la Sicilia ha adottato il criterio della quarantena obbligatoria, quindi il grosso degli screening avverrà a periodo concluso”.

Ma per il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo “Quell’ordinanza, inapplicabile, ha una sola finalità: proteggere colui che l’ha realizzata. Garantire, cioè, la sua di sicurezza: politica, elettorale” distraendo “i siciliani da tutte le mancanze del governo regionale”.

Orlando, l’ordinanza una scelta infelice

“Una scelta infelice – ha sottolineato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – che non fa che alimentare paura, isteria e intolleranza. A tutela della salute e dei diritti di tutti è evidente come sia indispensabile organizzare per le persone migranti che ne necessitano la quarantena in mare, organizzando subito dopo la ripartizione in tutto il territorio nazionale ed europeo”.

“A tutela della salute e dei diritti di tutti – ha concluso – è evidente che in Sicilia occorre dar vita a un sistema di prevenzione più efficace, con controlli più numerosi e più capillari. Senza facili scorciatoie che non solo offendono la storia e i valori della Sicilia, ma soprattutto non risolvono in alcun modo i problemi”.

Il processo di Catania e la propaganda per le regionali

Tornando alle finalità ipotizzate, la terza sarebbe politica: elettoralistica in vista delle regionali di settembre.

La quarta sarebbe di comunicazione, tesa a dare una sponda al capo della Lega Nord Matteo Salvini, in attesa di processo a Catania per abuso d’ufficio e “sequestro plurimo di persona aggravato” per aver impedito, nell’agosto dello scorso anno, quand’era ministro dell’Interno, lo sbarco di 107 migranti bloccati al largo di Lampedusa a bordo della Open Arms”.

L’ipotesi sarebbe confermata dal continuo ping pong di dichiarazioni tra Musumeci e Salvini, talmente in sincrono da apparire orchestrate. Così come il coro di consensi a destra (da una serie infinita di sconosciuti deputati e senatori della Lega Nord al candidato della destra alle Regionali in Puglia Raffaele Fitto, che su Fb ha scritto “Bravo Musumeci, avrei fatto esattamente come te”) e di dissensi a sinistra.

“Io andrò a processo – ha ripetuto ieri, non a caso, Salvini parlando a Crotone -, ma a processo ci dovrebbero andare i governanti che stanno trasformando l’Italia in un casino”.

“Io vado a processo a testa alta – ha aggiunto, parlando del procedimento – perché ho difeso l’Italia e gli italiani. Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Appena gli italiani mi rimandano al governo tornerò a combattere i mafiosi, scafisti e trafficanti e a chiudere i porti. Io spero che il governo vada via il prima possibile al di là del voto delle regionali perché non ne stanno facendo una giusta”.

L’improvviso amore di Salvini per il Sud

Il capo della Lega Nord da qualche tempo – dopo la condanna del 2009 per aver intonato a Pontida cori razzistici antimeridionali – è stato colto da un improvviso amore per il Sud. Certo, non ha mai parlato della “rapina” da 840 miliardi di euro del Nord al Sud certificata nel gennaio scorso da Eurispes, ma ultimamente – forse per la campagna elettorale – ha palato persino, in Calabria, “del ponte tra Reggio Calabria e Messina” affermando che sarebbe per lui motivo d’orgoglio collegare le due città con un’infrastruttura che darebbe lavoro, sviluppo, bellezza, futuro”.

“Il Ponte sullo Stretto – ha aggiunto – sarebbe un bellissimo segnale di ripartenza dopo il virus e un’opportunità di lavoro, sviluppo, crescita, turismo e commercio per Calabria e la Sicilia”.

La Chiesa, la credulità, i migranti

Qualcuno ha voluto ricordare la singolare coincidenza tra quanto sta avvenendo e quanto affermato nei giorni scorsi dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, a conclusione del Meeting di Rimini, parlando dell’uomo “continuamente ‘connesso’ e recettore di informazioni vere e false”.

Un individuo che, “purtroppo, non ha sempre gli strumenti per distinguerle e cade spesso vittima di una creduloneria che è effetto perverso del suo stesso disincanto. E questo, nella comunicazione globale, può avere effetti sociali devastanti”.

Duro il commento all’ordinanza della Diocesi di Trapani: “La politica del capro espiatorio sulla pelle dei migranti non serve a risolvere i problemi, sposta l’attenzione su aspetti marginali per nascondere il vuoto delle politiche su quelli decisivi per il nostro futuro”.

Cinica e sfrontata manipolazione della realtà

“Come cittadini e come cristiani – si legge ancora nella nota della Diocesi – non possiamo accettare passivamente la cinica e sfrontata manipolazione della realtà che diffonde odio sociale, logorando il vincolo di solidarietà su cui si basa la nostra convivenza civile. Di fronte alle migrazioni osiamo il bene, opponiamoci alla paura”.

Sulla vicenda, inoltre, la Caritas Diocesana di Palermo con l’ufficio Migrantes ha espresso “forte preoccupazione e fermo dissenso nei confronti dell’ordinanza” che parte “da una costatazione del tutto condivisibile, mettendo in luce l’enorme disagio in cui versano oggi sia la popolazione siciliana sia i migranti affluiti sulle nostre coste in questi mesi estivi”. Ma poi “la lettura del fenomeno si rivela fuorviante”.

“Come ha fatto notare a più riprese Papa Francesco – ha concluso la nota -, se dividiamo l’umanità in persone di serie A e di serie B, se non ci facciamo carico del dolore di tutti, siamo destinati al fallimento umano e politico”.

Faraone, aiutare i sindaci di frontiera

Un segnale di ragionevolezza, tra le urla della giornata, è giunto dal presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, che sul suo blog ha scritto: “A me di Musumeci, che vuole solo accattivarsi le simpatie di Salvini, fregandosene dei siciliani, non m’importa un tubo. Ciò che mi interessa è dare una mano ai sindaci di frontiera. Perché sono loro quelli che si trovano a gestire una emergenza enorme e non possono permettersi giochini politici e ordinanze farlocche”.

“Parlo – ha affermato – di Totò Martello, sindaco di Lampedusa, di Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, di Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, di Cettina Di Pietro, sindaca di Augusta e di tanti altri primi cittadini della mia Sicilia, che hanno di fronte una realtà ben più grave delle dispute ideologiche e della propaganda”.

Faraone ricorda che gli hotspot sono l’unico luogo adibito ad accogliere i migranti dopo la chiusura degli Sprar con i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini.

“È questo governo nazionale – ha concluso – che può e deve dare una risposta ai sindaci e ai siciliani. Perché Musumeci ormai è diventato esperto in conferenze stampa e comparsate tv, mentre farebbe bene ad occuparsi dei tamponi, di far misurare la temperatura a chi sale e scende dai traghetti e dagli aliscafi. Dai treni e dagli aerei”.