Altro salvataggio nella notte per la Sea Watch 3, che ora ha a bordo 165 migranti.
Continua ancora la ricerca di una terza imbarcazione, insieme all’aereo Moonbird.
Nel frattempo, informa la ong tedesca, nell’area sar maltese ci sono ancora due imbarcazioni in difficoltà da ieri pomeriggio.
“Malta e Italia sono state informate, ma si rifiutano di intervenire”, accusa Sea Watch.
Ieri i responsabili di Mediterranea Saving Humans, in attività di monitoraggio nella zona Sar attribuita alle autorità libiche, avevano denunciato che “miliziani libici, su motovedette donate dal nostro Paese, e forse telecomandati dall’aereo di Frontex call-sign Osprey3 decollato alle dall’aeroporto Luqa di Malta, violavano ogni convenzione internazionale operando un respingimento di decine di profughi verso le bombe e la tortura da cui tentavano di fuggire. Raggiunto il punto in cui il loro povero mezzo era stato intercettato, abbiamo rinvenuto solo il relitto, un canotto grigio, coi tubolari danneggiati e sgonfiati, e, come sempre, il motore già portato via: cose e persone da rivendere allo stesso modo”.
Due nuovi sbarco oggi a Lampedusa dopo i quattro di ieri
Intanto oggi, quando era ancora buio, sono giunti nel molo Favarolo altri tredici magrebini e quarantanove subsahariani sono riusciti ad arrivare stamattina a Lampedusa, sbarcando in modo autonomo a Cala Croce.
Tutti gli arrivati sono in buone condizioni. Sono stati bloccati e concentrati lungo la strada, a pochi passi da alcuni residence turistici. In via precauzionale, come il protocollo impone, è arrivata un’ambulanza del 118 e sono intervenuti anche carabinieri, guardia di finanza e polizia.
Il gruppo è stato trasferito nell’hotspot di contrada Imbriacola dove, ieri, nel giro di poche ore, erano stati accolti 53 tunisini.
Nel pomeriggio di oggi
Sul traghetto di linea sono stati imbarcati complessivamente 129 migranti. Oltre ai nuovi arrivati – quelli dei sei sbarchi consecutivi – sono stati trasferiti anche dei migranti che erano arrivati martedì.
Quattro microsbarchi a Lampedusa, cinquantatré arrivi
I tunisini sono giunti con quattro microsbarchi.
Il primo è stato di dodici persone, fra cui tre donne, giunte a Cala Pisana a Lampedusa e portate all’hotspot di contrada Imbriacola, vuoto da giorni.
Dopo qualche ora una motovedetta della Guardia di finanza ha agganciato, a poche centinaia di metri dalla costa, un barchino con a bordo tredici tunisini, trainandolo fino al molo Favarolo.
Un altro gruppo di undici tunisini, è giunto poco dopo sempre al molo Favarolo a bordo di una motovedetta della Guardia costiera che li aveva raccolti vicino alla costa.
Il quarto gruppo di tunisini, composto da diciassette persone, fra cui un bambino di due anni e la mamma, è sbarcato su molo Favarolo da un pattugliatore della Finanza.
Grande commozione, anche fra gli stessi soccorritori e le forze dell’ordine. per il piccino, sceso in braccio a un finanziere.
Il sindaco di Lampedusa, da relitti danni a pescherecci
Intanto il sindaco di Lampedusa Totò Martello ha messo in guardia dall’uso di abbandonare i relitti in mare dopo aver salvato i migranti.
“Quando vengono soccorsi in mare – si è chiesto -, che fine fa la maggior parte delle loro imbarcazioni? Affonda e resta nei nostri fondali, provocando danni anche gravi ai pescherecci e mettendo a rischio i pescatori”.
Martello ha lanciato un appello al governo e alla Comunità europea.
“E’ necessario individuare forme di sostegno e risarcimento per le imbarcazioni della nostra marineria che subiscono danni e prevedere interventi per restituire pulizia e sicurezza ai nostri fondali, anche attraverso incentivi – ha spiegato – per far sì che i pescatori agiscano come ‘spazzini del mare’”.
L’appello è stato lanciato dopo un pescatore dell’isola che ha riportato gravi danni alla propria imbarcazione a causa di un relitto incagliatosi nelle sue reti.
“Le barche affondate sono migliaia e rendono ancora più pericoloso il mestiere di pescatore. Bisogna sostenere la marineria di Lampedusa e Linosa – ha concluso Martello – che rappresenta una fonte di lavoro e di economia indispensabile”.

