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Migranti, nonostante lo smacco, riparte la propaganda salviniana

Migranti, nonostante lo smacco, riparte la propaganda salviniana
A rescuer signals to migrants with bottles of water from the Open Arms aid boat on Sunday June 30, 2019. A Spanish humanitarian group says its rescue ship spotted 40 dehydrated migrants at sea and their boat is now being escorted to the tiny Italian island of Lampedusa. Proactiva Open Arms spokeswoman Laura Lanuza told The Associated Press that three pregnant women and four children are among the passengers on the boat being escorted by Italy’s coast guard Sunday. (ANSA/AP Photo/Olmo Calvo) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]

Come se nulla fosse successo con la Sea Watch il capo della Lega Nord continua a ignorare gli sbarchi fantasma e a perseguitare le Ong che salvano vite umane. Frizioni Lega-M5s su emendamento Ong

Sessantanove persone in poche ore giunte a Lampedusa con il sistema degli sbarchi fantasta. Ieri sera un’imbarcazione con 55 migranti è stata intercettata da una motovedetta della Guardia di Finanza e da una della Guardia Costiera a circa due miglia dall’Isola.

I profughi, tra i quali 22 donne e un minore, sono stati portati in salvo nel porto in serata, ma nella notte c’è stato un altro mini sbarco, l’ennesimo barchino con a bordo 14 migranti, tra i quali due donne e quattro bambini è approdato direttamente in porto.

Dagli sbarchi fantasma e non dalle Ong il pericolo maggiore

Nei giorni scorsi Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento, parlando davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera, aveva sottolineato il paradosso che “Mentre si agitava il caso della Sea Watch 3, negli stessi giorni in silenzio oltre duecento migranti sono sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini”.

E secondo Patronaggio, il “pericolo maggiore” per la sicurezza dell’Italia non sono “i gommoni che arrivano dalla Libia” ma proprio “gli sbarchi fantasma”, vale a dire quelle imbarcazioni che riescono a raggiungere le coste italiane senza essere intercettate in mare: secondo il Sole 24 ore gli sbarchi fantasma sono stati oltre settecento nel solo mese di giugno.

Salvini continua ad attaccare chi salva vite umane

Ma l’attenzione del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini, nonostante lo smacco della Sea Watch – vicenda con la quale è stato dimostrato inequivocabilmente che le leggi “fatte in casa” dal leader leghista non possono confliggere con le normative internazionali – è puntata soltanto sul veliero Alex della Ong Mediterranea, che ha tratto in salvo dei naufraghi in acque Sar libiche.

“Felici di aver strappato 54 vite umane all’inferno della Libia. Adesso serve subito un porto sicuro” ha scritto in un tweet.

E il leader della Lega Nord ha risposto, “Li portino in Tunisia”

“Navighiamo verso nord – ha replicato Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea – in attesa che ci venga assegnato un porto sicuro dove concludere l’operazione di salvataggio. È chiaro che il primo posto che incontri procedendo è Lampedusa, ma è questione di geografia non di opinioni. Inoltre le normative dicono che la Tunisia non è un porto sicuro. Non è questione di opinioni, ma di normative”.

Insomma, la solita, stucchevole, propaganda salviniana sulla pelle della gente che soffre.

Nave bloccata, “Provvedimento illegittimo”

Il veliero Alex è giunto alle quattro di questa mattina a 12 miglia da Lampedusa e le è stato imposto lo stop, come avvenuto per la Sea Watch 3. E tutti ricordano come finì quella vicenda: arresto della Capitano e sua successiva scarcerazione perché il Gip non convalidò l’arresto.

Ma la decisione di impedire l’ingresso in acque italiane sarebbe illegittimo.

“Non può applicarsi – spiega Mediterranea in un tweet – a una nave che ha effettuato una operazione di soccorso a tutela della vita umana in mare. E perché non può essere vietato a una bandiera italiana ingresso nelle acque del proprio Paese”.

Che è poi quel che hanno fatto ieri sera a Lampedusa Guardia Costiera e Finanza. Insomma, due pesi e due misure e un’interpretazione “ad personam” delle leggi.

La “querelle” su Malta, far finta di non capire

Intanto Malta ha dato disponibilità a far sbarcare i naufraghi, ma il veliero non è attrezzato per una traversata così lunga, per cui la Ong ha fatto sapere di essere disponibile a trasferire i naufraghi su motovedette italiane o maltesi.

Ma Salvini, come sempre, ha fatto finta di non capire: “Incredibilmente, la ong si sta rifiutando di andare a Malta: se non dirigeranno verso la Valletta, è chiaro che sarà l’ennesimo atto di disobbedienza, violenza e pirateria”.

Alla fine è stato deciso che, mentre La Valletta accoglierà i 54 naufraghi soccorsi dalla nave Alex dell’ong Mediterranea, andandoli a prendere con una propria nave militare, “d’altra parte, l’Italia prenderà 55 migranti da Malta”.

Lo ha annunciato il governo maltese precisando che “questo accordo non pregiudica la situazione in cui questa operazione ha avuto luogo e in cui Malta non ha alcuna responsabilità legale, ma fa parte di un’iniziativa che promuove uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l’Italia”.

Libia, “qui i migranti tornano in mano ai trafficanti”

Un’altra polemica riguarda il fatto che la Guardia costiera continua a ripetere la favola che a occuparsi del soccorso avrebbe dovuto essere la Libia: “le autorità libiche che avevano assunto il coordinamento dell’evento, inviando anche sul posto una motovedetta”.

Va ricordato però che proprio ieri l’esercito libico ha attaccato Salvini e le sue “politiche razziste”: le forze del generale Haftar hanno puntato il dito contro il leader della Lega Nord e “l’incostituzionale consiglio presidenziale” di Fayez al-Serraj che, hanno sottolineato, fanno tornare i migranti “nelle mani dei trafficanti”.

E intanto il governo libico del premier al Sarraj, “dopo il massacro a Tajoura”, minaccia di rilasciare tutti i migranti nei centri di detenzione (circa settemila persone) “perché la loro sicurezza non può essere garantita”.

Tensione Lega-M5S sull’emendamento al dl sulle navi Ong

Intanto ieri si sono registrate tensioni tra M5S e Lega sul decreto sicurezza bis, in esame nelle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera.

A far irritare la Lega è un emendamento a firma delle deputate pentastellate Yana Ehm e Simona Suriano che, secondo quanto spiegato da fonti parlamentari, consentirebbe l’ingresso in Italia delle navi di Ong impegnate nel salvataggio di migranti in acque Sar.

“L’emendamento pro-ong del Movimento 5 Stelle al dl sicurezza bis è gravissimo. I grillini dicano da che parte stanno: con la legge e la legalità oppure con i trafficanti di esseri umani che umiliano l’Italia e le nostre Forze dell’ordine”, ha risposto con rabbia il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, della Lega.

Come ormai da tempo avviene, i grillini si sono subito appiattiti sulle posizioni leghiste: “Noi siamo per la confisca immediata dell’imbarcazione laddove questa viola le leggi dello stato italiano, per poi darla in dotazione alle nostre forze dell’ordine e abbiamo già pronto l’emendamento, qualsiasi altra iniziativa non in linea con questa posizione è da ritenersi del tutto personale”.