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Migranti, Piantedosi: “Con le regole Ue miglior controllo frontiere, gli arrivi equivalenti a 2024”

Migranti, Piantedosi: “Con le regole Ue miglior controllo frontiere, gli arrivi equivalenti a 2024”
Piantedosi, imagoeconomica

Su quanto realizzato in Albania, Piantedosi sottolinea che “la struttura è tuttora in funzione ma, per alcuni pronunciamenti giudiziari, è attualmente solo parzialmente utilizzata”

Con le nuove norme europee sui migranti, per l’Italia c’è “un migliore controllo delle frontiere, una più concreta solidarietà tra i paesi nel sostenere il peso migratorio, la deterrenza degli hub per il rimpatri in aree extra Ue, criteri per il riconoscimento dell’asilo più aderenti alla nobiltà originaria dell’istituto, rimpatri più veloci in paesi ritenuti sicuri: sono i capisaldi della linea italiana a che ora è stata sposata in piena a livello europeo”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’intervista al Messaggero. Una svolta europea, spiega il ministro, in cui “credevamo fortemente e ci abbiamo lavorato molto in sede diplomatica anche con continui contatti bilaterali”.

Piantedosi: “Struttura in Albania funziona, serve per decidere chi può entrare in Europa e chi no0”

“Per noi è un completo cambio di prospettiva sul fronte del contrasto rigoroso all’immigrazione regolare. Si pensi agli anni delle dispendiose emissioni navali che, di fatto, incoraggiavano le partenze illegali, determinando più morti in mare, e a quando in Europa ci eravamo condannati alla passiva, rassegnata e silente gestione del fenomeno migratorio. Eravamo inermi e inerti rispetto ai flussi irregolari mentre ora con le nuove regole, che stiamo contribuendo in maniera determinante a riscrivere, possiamo affrontare un tema così complesso, tenendo insieme gli obblighi umanitari di accoglienza con le altre altrettanto importanti esigenze di sicurezza”.

Su quanto realizzato in Albania, Piantedosi sottolinea che “la struttura è tuttora in funzione ma, per alcuni pronunciamenti giudiziari, è attualmente solo parzialmente utilizzata soltanto come centro per i migranti da rimpatriare. Adesso confidiamo al più presto di poter utilizzare la restante parte dei centri anche e soprattutto per le innovative ‘procedure accelerate di frontiera, il punto di forza e la vera novità, tra le misure di contrasto all’immigrazione irregolare. Con queste procedure, infatti, avremo decisioni più rapide su chi può entrare in Europa e chi va rimpatriato subito, evitando che il soggetto entri da noi e magari se ne perdano le tracce. È stato questo il punto nodale della difficoltà di gestione del fenomeno migratorio e non solo in Italia e in Europa”.

“I centri in Albania servono a verificare in tempi brevi chi può entrare in Europa e chi no. Contrastarne l’utilizzo è difficilmente comprensibile se non con un pregiudizio puramente ideologico. Il rimpatrio dei migranti irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia dovrebbe essere un obiettivo condiviso da tutti, perché ha un riflesso positivo sulla legalità e sulla sicurezza delle nostre città. Così peraltro avviene in molti altri Paesi occidentali, senza distinzioni di orientamento politico fra governi in carica. Non serve a nulla spostare orientamenti movimentisti e ideologici che propugnano l’accoglienza generalizzata di chiunque voglia trasferirsi da noi, contrastando il rimpatrio perfino di chi commette gravi delitti”.

Gli sbarchi e il paragone con il 2024

“Gli arrivi di migranti irregolari sono complessivamente equivalenti a quelli del 2024. Tuttavia – prosegue il ministro dell’Interno – a fronte di un calo da tutti i punti di imbarco, invece dalla Libia si riscontra un aumento delle partenze. Questo avviene nonostante le autorità locali stiano garantendo uno sforzo straordinario nel contrasto ai trafficanti di uomini e sul fronte dei rimpatri volontari assistiti. Ci stiamo lavorando per sostenerle e siamo sicuri che presto faremo meglio”.

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