Migranti: schizofrenia Ue per Turchia e Tunisia - QdS

Migranti: schizofrenia Ue per Turchia e Tunisia

Migranti: schizofrenia Ue per Turchia e Tunisia

giovedì 21 Settembre 2023

L’Italia spende 5 miliardi l’anno

Sembra di vivere nel mondo irreale di “The Truman Show” quando sentiamo i responsabili delle istituzioni europee occuparsi dell’enorme questione dell’immigrazione clandestina, che ha colpito in maniera impressionante il nostro Paese.
Tutti i Paesi del Nord Europa recalcitrano quando si affronta la redistribuzione di quei poveretti che approdano a Lampedusa e dintorni. Non solo, ma fanno pressione sulla presidente della Commissione europea per tenere stretti i cordoni della borsa.

Però, vogliamo ricordare – se le notizie non sono contraddette – che l’Unione europea qualche tempo fa ha fatto un accordo con la Turchia, affinché blindasse le frontiere, dalle quali ora non esce un solo clandestino. In tal modo l’Europa orientale, soprattutto la Germania, è salvaguardata.
Tale accordo non è stato indolore da un punto di vista finanziario. Infatti, da notizie non confermate, sembra che esso sia stato blindato da un pagamento di tre miliardi di euro.
In un modo o nell’altro registriamo che dalla Turchia non entra nessun clandestino.

Dalla parte dell’Africa del Nord, le coste libiche ed egiziane sono abbastanza chiuse, per cui non partono barchini e barconi. A Ovest della Tunisia vi è l’Algeria e, sotto il ferreo regime di Abdelmadjid Tebboune, non è possibile nessuna operazione dei trafficanti di carne e nessuna partenza.
Ancora più a Ovest, il regno del Marocco di Mohammed VI tiene blindate le proprie coste, da cui partono sporadicamente barchini che approdano in Spagna, ma si tratta di numeri irrisori.
La Tunisia del presidente Kais Saied, invece, lascia libere le sue coste e, in una condizione istituzionale ed economica di grande difficoltà, non è in condizione di “fermare” l’esportazione di carne umana.

In questo quadro, è intervenuto l’accordo che l’Ue ha fatto con quello tunisino di finanziare 255 milioni a fronte della chiusura delle frontiere. Ma questo finanziamento, approvato da Ursula von der Leyen, non è mai stato effettuato, trovando cavilli di vario genere, con la conseguenza che le coste tunisine continuano ad essere libere.
Da quanto precede, a Lampedusa e in altri posti vicini, in otto mesi, sono arrivate circa centotrentamila persone.
Ora, se ci fate caso, in base alle notizie comunicate dal Governo e moltiplicando il costo complessivo per l’accoglienza, l’assistenza, la sussistenza e ogni altro aspetto che comporta questa gigantesca invasione, non è difficile arrivare a miliardi e miliardi di spesa che lo Stato italiano sta sostenendo per fronteggiare questo enorme flusso.

Ma allora, visto che l’Unione europea non ha ancora finanziato i 255 milioni concordati, ci chiediamo se non sarebbe stato ragionevole che il Governo italiano li avesse anticipati, a condizione di mandare le nostre pattuglie marine e aeree sulle coste della Tunisia per blindare le partenze.
Per la verità, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto che ora bisogna blindare le coste di partenza, ma proprio perché sente che il nodo scorsoio si stringe sempre di più intorno al suo Governo. Doveva pensarci prima, ma forse, se non si fosse verificata questa ecatombe, non l’avrebbe detto.

Non c’è proporzione fra i duecento/trecento milioni che l’Italia avrebbe dovuto anticipare alla Tunisia e i quattro o cinque miliardi che complessivamente ci costa questa inondazione di immigrati, i quali, una volta che vengono trasferiti con aerei, pullman e navi in città italiane del Centro e del Nord, spariscono come neve al sole, per cui non si sa più dove vadano a finire.

Una cosa è certa, abbiamo nel nostro Paese centinaia e centinaia di migliaia di persone senza arte né parte, che non possono dare alcun supporto immediato alla risposta di offerte di lavoro, che rimane senza domande di lavoro, perché questi poveretti spesso non conoscono la lingua italiana, gli usi e costumi e neanche la Costituzione. Quindi sono persone che devono essere prima integrate nel sistema italiano.
La gestione dell’immigrazione clandestina è stata ritardata troppo. Le contromisure dovevano essere già prese all’inizio di quest’anno, ma non è mai troppo tardi. Ci auguriamo che in quest’ultimo scorcio del 2023 la situazione si normalizzi.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017