Migranti: Sea Watch verso Lampedusa. Salvini, solita manfrina, "è sequestro" - QdS

Migranti: Sea Watch verso Lampedusa. Salvini, solita manfrina, “è sequestro”

redazione

Migranti: Sea Watch verso Lampedusa. Salvini, solita manfrina, “è sequestro”

venerdì 14 Giugno 2019

Ieri, dopo aver stazionato per ore in acque di ricerca e soccorso libiche, la Sea Watch 3 ha cambiato rotta puntando verso Nord: Lampedusa è la destinazione più vicina.

E capo della Lega Nord e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dato il via alla solita manfrina firmando subito una nuova direttiva “preventiva” invitando le autorità di polizia ad intimare l’alt alla nave umanitaria nel caso puntasse ad entrare nelle acque italiane.

“Ha chiesto alla Libia il porto sicuro, li faccia sbarcare lì”, ha attaccato il ministro.

“Tripoli non è un porto sicuro, sarebbe un crimine portare lì i naufraghi”, ha replicato la ong tedesca.

Si tratta dell’ennesimo braccio di ferro, con il titolare del Viminale che ribalta l’accusa delle procure nei suoi confronti imputando a Sea Watch il reato di sequestro.

La ong mostra una comunicazione ricevuta in mattinata dalla “Libyan navy coast guard”: “secondo le regole il Pos (Place of safety, il porto sicuro, ndr) dove prendersi cura dei bisogni urgenti dei soccorsi a bordo – si legge – è Tripoli”.

Ma il comandante non ci sta e risponde ricordando che la nave “batte bandiera olandese ed è obbligata ad aderire alle leggi olandesi ed internazionali riguardanti la ricerca e soccorso di persone in mare”. E secondo le norme, “noi siamo obbligati a trasportare le persone soccorse in un porto sicuro”; ma un posto come la Libia dove “le persone soccorse sono sotto una fondata minaccia di persecuzione o maltrattamento non può essere considerato un porto sicuro secondo la legge internazionale del mare”. Dunque, aggiunge, “non possiamo sbarcare le persone soccorse in un porto libico nè ad un’altra nave diretta in Libia”.

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