Il copione è stato il medesimo che per il caso Diciotti, quando l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini fu alla fine salvato dai voti dei senatori del Movimento cinque stelle, allora suoi alleati.
La Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, presieduta dal forzista Maurizio Gasparri, dovrà di nuovo valutare l’accusa di sequestro di persona per Matteo Salvini, stavolta per aver bloccato per quattro giorni sul molo di Augusta, nel Siracusano, il pattugliatore della Guardia Costiera Gregoretti, “reo” di aver preso a bordo 131 migranti salvati in mare da un motopesca.
La nave si era diretta verso Lampedusa ma il Ministero dell’Interno aveva negato lo sbarco e l’unità militare italiana era rimasta diversi giorni in mare in attesa che la Commissione europea riuscisse ad ottenere da cinque Paesi la disponibilità ad accogliere parte dei migranti.
Solo dopo il capo della Lega Nord, nella sua qualità di ministro dell’Interno, aveva dato l’autorizzazione allo sbarco dei migranti dalla Gregoretti, nel frattempo ormeggiata nel porto di Augusta.
Stesso copione come per la Diciotti
Come per il caso Diciotti, anche per la vicenda Gregoretti il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro aveva chiesto, nel settembre scorso, l’archiviazione nei confronti di Salvini trasmettendo poi gli atti al Tribunale dei ministri di Catania.
Il Tribunale era presieduto da Nicola La Mantia e con componenti Sandra Levanti e Roberto Corda – la medesima composizione del caso Diciotti – e ancora una volta ha chiesto di processare Matteo Salvini inviando, il 12 dicembre scorso, una richiesta di autorizzazione a procedere alla presidente del Senato Elisabetta Casellati.
A rivelarlo è stato lo stesso Salvini con un violento attacco alla magistratura: “A firma – ha dichiarato – del presidente del tribunale dei ministri Lamantia, iscritto a Magistratura democratica, viene trasmesso al presidente del Senato che Salvini sarebbe colpevole di reato di sequestro di persona aggravato abusando dei suoi poteri. Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l’interesse del suo Paese”.
Come lo stesso capo della Lega Nord ha ricordato, qualora dovesse essere processato – e senza l’ombrello dei pentastellati potrebbe essere probabile – Salvini rischia una condanna fino a quindici anni di reclusione.
Gasparri, attendiamo le carte su Salvini
Sul caso Salvini-Gregoretti “quando riceveremo la documentazione dalla presidenza del Senato incardineremo il procedimento”, ha spiegato il presidente della Giunta delle Immunità di Palazzo Madama Gasparri.
L’organismo avrà trenta giorni – “termine non perentorio”, ha sottolineato il senatore – per esprimere un giudizio sulla richiesta di autorizzazione a procedere. Entro sessanta giorni dovrà poi pronunciarsi l’Aula di Palazzo Madama.
“L’interessato potrà essere sentito, se lo vorrà”, ha detto Gasparri, il quale non si è invece pronunciato sull’ipotesi che l’esito, per un caso analogo a quello della nave Diciotti, possa essere diverso (il Senato negò l’autorizzazione per l’allora vicepremier), visto il cambio di maggioranza e di equilibri politici.
I migranti alla base della crisi del governo precedente
La questione dei migranti – che, come confermano gli ultimi dati del Viminale, è stata risolta grazie ai canali diplomatici – venne cavalcata dal capo della Lega Nord soprattutto nell’ultima parte del suo mandato come ministro dell’Interno.
E proprio sulla “campagna elettorale perenne” di Salvini si consumò la frattura con Giuseppe Conte, il quale, dopo che il capo della Lega Nord aveva chiesto “pieni poteri”, reagì accusandolo, appunto, di non aver lavorato per risolvere il problema dei migranti quanto piuttosto di averlo massicciamente utilizzato a scopo propagandistico.
Sul capo di Salvini, peraltro, va ricordato, pende anche un’altra accusa di sequestro di persona il blocco dei migranti a bordo della open Arms a cavallo di ferragosto.
A giudicare sulla vicenda sarà il Tribunale dei ministri di Palermo.

