I Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano Cortina 2026 non rappresentano solo un traguardo sportivo, ma anche il simbolo di rinascita, inclusione e superamento di barriere. Non solo architettoniche, ma anche mentali. Lo sport diventa così un linguaggio universale capace di unire storie, percorsi e sogni diversi che gli atleti e i tedofori raccontano nella serie promossa da Eni, “Rinascere: lo sport che trasforma”.
Nella prima puntata la pattinatrice Francesca Lollobrigida spiega che “i valori dello sport sono i valori della vita”, che ha potuto respirare in famiglia sin da bambina, in quanto figlia di un campione di pattinaggio a rotelle. La campionessa racconta di aver vissuto con impegno, spirito di sacrificio e responsabilità il suo percorso, mettendo però la scuola sempre al primo posto. Per Milano Cortina dice di essere in ansia, ma di avere imparato a gestirla in maniera più matura nel corso del tempo. E di aver superato grandi “delusioni”.
Fare squadra è l’aspetto a cui più tiene il tedoforo Francesco Falduti, che da tanti anni fa muay thai, seppur a livello dilettantistico. Anche per lui non sono mancati i momenti difficili, come la diagnosi di una malattia superata grazie all’affetto per il figlio. Due strade diverse, quella di un’atleta professionista e quella di un portatore della fiamma olimpica, si incontrano dunque nel valore della resilienza: la capacità di rialzarsi e trasformare le difficoltà in forza.
Le medaglie che contano
Nel secondo episodio del podcast, Valentina Marchei sei volte campionessa italiana di pattinaggio artistico su ghiaccio ha confessato che “non è il numero di medaglie al collo che fanno di te una bella persona, di essere qualcosa di più”. Una lezione appresa a fatica, affrontando chi non credeva in lei – e nella partecipazione olimpica in coppia, piuttosto che in singolo – e chi da lei pretendeva soltanto alte performance.
La tedofora Sara Sow, atleta che ha indossato la maglia azzurra, ha trovato nell’attività sportiva un mezzo per rinsaldare il legame con sé stessa: “Per me lo sport è stato inclusività, una seconda famiglia e anche un rapporto molto intenso e intimo con me stessa”. Dopo un brutto incidente in auto, la donna ha dovuto affrontare una riabilitazione difficile, per la quale gli insegnamenti ricevuti dallo sport sono stati determinanti.
Oltre le barriere
Esistono barriere visibili e invisibili che lo sport e la determinazione possono superare. Questo il focus del terzo episodio che ha visto come protagonista lo sport paralimpico. “Il mezzo per cui sono rinato è lo sport e faccio fatica a rimanere fermo – racconta Davide Bendotti, che parteciperà per lo sci alpino e che è pure un nuotatore e ciclista -. Nella vita quotidiana mi piace cercare di alzare l’asticella del limite un po’ ogni giorno”. Nel luglio del 2011, ha infatti subìto un incidente in moto a soli 17 anni: in sella anche il suo migliore amico, morto sul colpo. “Non è stato facile”, commenta.
Giacomo Melani, istruttore di karate e tedoforo per i prossimi Giochi, ha confermato come lo sport sia foriero di determinazione e disciplina. “Ho fatto l’agonista quando ero più giovane. Ora devo immedesimarmi nei ragazzi che cominciano e che vivono delle difficoltà motorie o carenze nella sicurezza in sé stessi. Il karate, da questo punto di vista, è una delle discipline che ti spinge a migliorarti sempre di più. E quindi è proprio un privilegio essere un insegnante e poter aiutare i più piccoli”.
Insieme, Bendotti e Melani incarnano il vero spirito paralimpico: un invito a guardare oltre le apparenze, a credere nelle proprie possibilità e a riconoscere che il coraggio non consiste nell’ essere invincibili, ma nel continuare a provarci”.
Foti Giorgia, Irosa Emanuele, Spadaro Alessandra, Titus Jason, Sanfilippo Giulia, Tantillo Francesca
CLASSE IV B – Liceo Linguistico statale “Ninni Cassarà” Palermo

