L'analisi del ministro: "Eravamo convinti che l'acqua fosse un bene inesauribile, l'abbiamo mortificata e oggi si prende una rivincita".
Il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci rivela contro la siccità sono state utilizzate solo il 30% delle risorse stanziate: “Abbiamo messo a disposizione 1.2 miliardi per le regioni, 400 milioni per i progetti già in essere e 800 per nuove iniziative. Il ministro Fitto mi dice che solo il 30% risulta essere stato utilizzato finora. Mi auguro che il dato non sia aggiornato o che ci sia un arretrato sul quale le regioni sapranno lavorare con grande impegno per recuperare il tempo perduto”.
Queste le parole pronunciate nel corso della conferenza stampa con il nuovo capo Dipartimento nazionale della Protezione civile Fabio Ciciliano.
Siccità, le parole del ministro Musumeci
La lotta alla siccità “si fa quando l’acqua c’è e non quando non c’è. Eravamo convinti che l’acqua fosse un bene inesauribile, l’abbiamo mortificata e oggi si prende una rivincita. Dobbiamo capire come fare per conservare l’acqua piovana e servono infrastrutture adatte e capaci”, ha spiegato il ministro.
“Abbiamo elaborato 500 interventi per un piano che si dovrebbe realizzare in 10 anni. Dalla regione siciliana sono arrivate 52 proposte. In Italia – ha aggiunto – non si fanno dighe da 40 anni. Dobbiamo iniziare a pensare anche all’acqua di mare e alle acque reflue. Alcune soluzioni continuano a essere guardate con diffidenza ma è questa una strada da imboccare”.
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L’articolo sul NYT
Le immagini della siccità in Sicilia stanno letteralmente facendo il giro per il mondo e sono diventate protagoniste di un articolo sul New York Times. Una testimonianza drammatica fatta di colture aride, animali senza acqua, economia in crisi. E un monito importante: la carenza di acqua non inciderà solo sulla vita comune, ma anche sul futuro economico dell’Isola: il turismo è già in crisi, l’agricoltura – purtroppo – è al collasso.
L’appello a Mattarella
Quello di Musumeci è l’ultimo della lunga lista di interventi delle autorità, locali e nazionali (non ultimo il ministro Matteo Salvini, che parla di “emergenza nazionale“, sulla siccità e sulla crisi idrica che tormenta la Sicilia. A subire le conseguenze della siccità non sono soltanto le attività economiche, ma anche i cittadini. Proprio negli scorsi giorni, dalla provincia di Agrigento, è partita una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’appello disperato del comitato “Vogliamo l’acqua” e il Cartello sociale di Agrigento è chiaro: “Si continua a gridare il grande sgomento e disappunto per non avere preso le dovute decisioni per tempo (perché la crisi era già prevedibile) e soprattutto al fatto che proprio perché si è dentro una grave crisi straordinarie dovrebbero essere le misure da mettere in campo: l’intervento del Genio militare, della Protezione civile e soprattutto un intervento economico adeguato che nell’immediato aiuti a superare la grave crisi e nel prossimo futuro si programmi una serie di investimenti sul territorio perché si costruiscano le infrastrutture necessarie per non far più vivere crisi, come l’attuale, alla popolazione”.
Immagine di repertorio