Le mani della mafia sul trasporto di malati e defunti: colpo al clan di Misilmeri - QdS

Le mani della mafia sul trasporto di malati e defunti: colpo al clan di Misilmeri

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Le mani della mafia sul trasporto di malati e defunti: colpo al clan di Misilmeri

Redazione  |
lunedì 24 Ottobre 2022

Capi e gregari della famiglia mafiosa di Misilmeri sono stati arrestati all'alba di oggi dai carabinieri

Capi e gregari della famiglia mafiosa di Misilmeri sono stati arrestati all’alba di oggi. Sotto il ricatto del racket erano finite le imprese edili e il settore della grande distribuzione alimentare e avevano interesse a gestire illecitamente i servizi di trasporto di malati e defunti a Palermo.

I carabinieri di Misilmeri e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso.

Dalle indagini è emersa la perdurante operatività dell’articolazione mafiosa, organicamente inserita nel mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno.

Attraverso articolate indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, negli ultimi 15 anni, sono state portate a termine importanti operazioni nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose del mandamento di Misilmeri- Belmonte Mezzagno, tra cui, “Perseo” (2008), “Sisma” (2009 e 2011), “Jafar” e “Jafar 2” (2015), “Cupola 2.0” (2018/2019) e “Limes” (2022).

I nomi degli arrestati

Gli indagati nell’operazione Fenice dei carabinieri del comando provinciale sono Cosimo Michele Sciarabba, Alessandro Ravesi, Salvatore Baiamonte, Benedetto Badalamenti, Giusto Giordano e Giovanni Ippolito.

Pizzo ai commercianti

L’indagine che ha portato agli arresti di oggi è stata avviata dai carabinieri nel gennaio 2021 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario condiviso dal G.I.P. nella suindicata ordinanza restrittiva. Secondo tale provvedimento, per l’appunto, sussistono gravi indizi per affermare l’esistenza e la piena operatività dell’organizzazione criminale denominata “Cosa Nostra” nel territorio di Misilmeri, immortalando un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza ed all’imposizione del pizzo a commercianti ed imprenditori.

Il modus operandi

Delle indagini è emersa l’evoluzione strutturale ed operativa della famiglia di Misilmeri; l’identificazione dei consociati; l’accertamento degli illeciti interessi; il condizionamento del tessuto socioeconomico attraverso il potere mafioso della famiglia di Misilmeri, espresso principalmente attraverso l’imposizione del pizzo.

Sempre secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi, che dovranno essere successivamente confermati dagli ulteriori passaggi processuali, in ordine a:

–       l’operatività e lo stretto controllo sul territorio esercitato dalla famiglia di Misilmeri, dalla quale emergerebbe la figura di Michele Sciarabba, ritenuto dal G.I.P. gravemente indiziato di essere il capo della famiglia, e di Alessandro Ravesi, suo collaboratore. Entrambi i predetti avrebbero coordinato l’attività nei settori tipici di controllo di “Cosa Nostra”, curando il mantenimento dell’ordine sul territorio e adoperandosi – in modo paritetico ad altri sodali destinatari dell’odierna misura – per la risoluzione di svariate controversie tra privati, in alternativa allo Stato, e per le estorsioni;

–       l’esistenza di vincoli di solidarietà tra gli appartenenti alle famiglie, a favore dei quali gli indagati risulterebbero essersi attivati per il sostentamento dei sodali detenuti;

–       l’imposizione del pizzo a imprenditori e commercianti dell’area, in particolare in danno di:

a)      un imprenditore del settore edile impegnato nella realizzazione di un grosso impianto di rifornimento di carburanti;

b)     un imprenditore del settore della grande distribuzione alimentare, proprietario di diversi supermercati;

c)      un imprenditore alimentare, proprietario di un’azienda avicola del territorio.

–       l’interesse della famiglia di Misilmeri nella gestione illecita, a Palermo, dell’attività di trasporto di malati e di servizi funebri.

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