Gentile Direttore,
da siciliano, ex residente al Nord e ritornato da alcuni anni a Catania, desidero esprimere tutto il mio sdegno nei confronti delle mistificazioni diramate dai massimi organi regionali e diffuse in questi giorni su innumerevoli organi di stampa, non troppo attenti devo dire. A cominciare da quel “Favoriamo mobilità sostenibile” nel titolo del comunicato pubblicato il 5 dicembre scorso sul sito istituzionale: possibile che neanche alla presidenza della Regione e persino all’Assessorato delle infrastrutture e mobilità ignorino nozioni tanto elementari come quella che l’aereo è il mezzo meno sostenibile dell’universo? Con il decreto “Stop caro voli Natale 2024” si annuncia di voler raddoppiare lo sconto del 25% già concesso per un milione di voli all’anno, portandolo, durante il periodo delle feste, dal 25% al 50% ed estendendolo anche ai non residenti (purché nati in Sicilia), grazie a 17,2 milioni di euro stanziati all’interno della legge sulle variazioni di bilancio. Davvero verranno prelevati altri 17,2 milioni di euro dalle tasse dei residenti in Sicilia, privati ogni giorno di qualsiasi mezzo di mobilità sostenibile, per devolverli in insostenibili viaggi aerei a favore di chi qui ci viene in vacanza, ma risiede e paga le tasse altrove?
Inoltre, si ammette candidamente l’esistenza di un “cartello esercitato di fatto da alcune compagnie aeree”, contro cui la Regione dice di aver ingaggiato un’impavida “battaglia” in difesa dei nostri diritti, consistente – nell’attesa di un intervento dell’Antitrust – nel pagare incondizionatamente la metà del prezzo stabilito unilateralmente dal suddetto cartello. Approfitto per riportare alla realtà dei fatti anche sul “Sicilia Express”, anch’esso citato nel comunicato. Faccio innanzitutto presente che fino a non moltissimi anni fa c’erano una decina di treni notte diretti tra Nord e Sud per ogni singolo giorno dell’anno, e durante i giorni di festa quel numero come minimo veniva raddoppiato. Ma non basta: alcuni di quei treni, come il “Trinacria”, già negli anni ‘80 impiegavano appena 15 ore da Milano a Catania, cioè dalle tre alle cinque ore in meno dell’unico e solo treno notte diretto espletato oggi.
Quello che la Regione siciliana è riuscita a fare nel 2024 è aggiungere un singolo treno da Torino Porta Nuova a Siracusa/Palermo (cioè niente altro che quello che un tempo era il “Treno dell’Etna”, soppresso, come molti altri, nel 2007). Ma attenzione, non stiamo parlando di un treno al giorno in più, bensì di uno ed un solo treno per l’andata ed un altro, un paio di settimane dopo, per il ritorno, e questo è tutto, per l’intero periodo delle vacanze. E sembra che, nonostante la manifestata volontà di bissare cotanto prodigio, per il prossimo treno bisognerà attendere Pasqua, visto che, si legge nel comunicato, “la logistica di Rfi non ci consente di fare di più, per ragioni legate alla sicurezza dei trasporti sulle linee ferroviarie”. Alla Regione siciliana tornando al punto, chiediamo con franchezza: ma non sarebbe stato più utile, economico, efficiente, onesto e sostenibile finanziare un bel po’ di treni notte in più anziché limitarsi ad uno striminzito treno turistico, per poi foraggiare, con le tasse dei residenti-contribuenti, le compagnie aeree?
Concludiamo suggerendo alcuni consigli:
1) raddoppiare le corse dei treni tra Catania e Caltagirone, dove attualmente circolano 4 treni al giorno.
2) raddoppiare le corse dei treni tra Palermo e Castelvetrano, dove attualmente circolano solo 9 treni al giorno;
3) raddoppiare le corse dei treni tra Siracusa e Ragusa, dove adesso, quando la tratta riaprirà in seguito a 9 mesi di lavori per “upgrade tecnologico”, ritorneranno a circolare sempre e solo 9 treni al giorno, escluso la domenica in cui continueranno a circolarne zero;
4) implementare finalmente il servizio metropolitano sul passante ferroviario di Catania, dove oggi circolano zero treni al giorno, con un numero di corse pari a quello del passante di Palermo.
Nell’attesa che si concludano i lavori in corso – per l’ammontare complessivo di 22 miliardi di euro – e riaprano le ferrovie Palermo-Catania (chiusa da due anni per lavori di “potenziamento”), la Caltagirone-Gela (chiusa da tredici anni per il crollo di un ponticello), la Palermo-Trapani (chiusa da dodici anni per un piccolo smottamento), e la Catania-Paternò (dismessa a tempo indeterminato per lavori di “ammodernamento”). Colgo l’occasione per augurare a tutti buone feste, restando in attesa di chiarimenti.
Attilio Pavone
Catania

