Il progetto “Risacca” portato avanti da tre ragazzi mazaresi che puntano sull’economia circolare
DOSSIER ECOSISTEMA, UN PIANETA DA SALVARE
MAZARA DEL VALLO – La notizia della vittoria del “Green Impact Med” da parte di Risacca è già stata data, ma per un progetto tanto ambizioso quanto innovativo e, soprattutto, green è doveroso parlarne in maniera più approfondita. Alle spalle dell’iniziativa ci sono da tre ragazzi mazaresi, due designer Federica Ditta e Cristiano Pesca e il progettista Carlo Roccafiorita. Con quest’ultimo abbiamo ripercorso le tappe che hanno portato all’attuazione del progetto: “L’idea è nata lo scorso Ottobre mentre stavamo sistemando i magazzini di Periferica. Tra i materiali rimossi c’erano, per l’appunto, delle reti da pesca e qui ho potuto constatare che lo smaltimento di questi prodotti è un vero problema che però non riguarda solo il settore ittico, ma la società in generale; inoltre, mi sono reso conto che ancora mancavano delle soluzioni. Ed è proprio a questo punto che è nata l’idea di Risacca, un brand di moda etica e design sostenibile per dare una seconda vita alle reti in disuso”.
L’idea è gia stata messa in pratica, infatti lo scorso mese sono stati venduti i primi 100 prodotti realizzati usando scarti di reti da pesca che sono stati ritessuti per creare degli zaini e borse per il mare. Nonostante non stiamo parlando di cifre esorbitanti, la produzione di questi pezzi è stata fondamentale per conoscere gli effettivi tempi di produzione. In particolare, questo processo si sviluppa in cinque fasi: la raccolta, lo stoccaggio, la selezione, pulitura e trattamento e la ritessitura.
“Dopo la mappatura dei vari pescherecci e fornitori abbiamo stipulato dei protocolli d’intesa con alcuni di questi. Loro ci forniscono le reti che, a quel punto, diventano di nostra proprietà con il ritiro che avviene, tendenzialmente, una volta al mese. Lo stoccaggio, al momento, viene effettuato nella sede di Periferica ma ci siamo già incontrati con le amministrazioni locali per recuperare uno stabile comunale. Per quanto riguarda la selezione abbiamo stilato un catalogo con 15 tipologie di reti da pesca adatte per il riutilizzo; invece, la pulitura avviene attraverso macchinari industriali ed infine le reti vengono lavorate secondo la loro destinazione finale. Una volta completato il prodotto, uno tra Cristiano e Federica procederà al controllo qualità”.
Questo progetto, oltre al riciclo delle reti, risolve un altro grande problema: lo smaltimento illegale di questi oggetti. Infatti, in esse manca il codice Cer e ciò non permette il loro ingresso nella catena di rifiuti costringendo, quindi, i pescatori a disfarsene in maniera autonoma. Qui si inserisce Risacca che, ritirando gratuitamente le reti, libera gli addetti ai lavori di questo peso.
Ma il legame con la realtà portuale non si ferma qui. Infatti, come dichiara Roccafiorita: “Sono i pescatori stessi che al momento realizzano le borse, ognuna delle quali viene realizzata con tre diverse tecniche di sarcitura. I nostri sarcitori sono dei pensionati che hanno messo a disposizione il loro tempo libero; un pescatore esperto può realizzare una borsa in circa un’ora. Certo, al momento, non possiamo assicurarci una produzione costante ma stiamo lavorando per inserire dei giovani nella fase di realizzazione/ritessitura”. Ed è qui che si aggiunge il valore culturale di Risacca ossia tramandare l’antica arte della sarcitura anche alle future generazioni.
Per quanto riguarda il futuro, Roccafiorita si pone degli obiettivi molto importanti: “La meta auspicata è quella di un riciclo al 100%, perché anche noi produciamo scarti e vogliamo che questi non rimangano inutilizzati ma, per fare ciò, serviranno nuovi macchinari. Inoltre, trattandosi di economia circolare, il nostro approccio rimane inclusivo e cercheremo di lavorare con più enti possibili e non limitarci agli spazi di Periferica”.
Elio Natale Coppola